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Laura Pirovano, più forte del destino

La trentina Laura Pirovano si è laureata oggi campionessa italiana Junior di gigante, nella gara vinta a pari merito con Jole Galli di Livigno, a Pila.

Riportiamo l’intervista uscita sul numero sucito ine dicola giovedì scorso. Come dire… forse ce lo sentivamo!

Di ritorno dalle Olimpiadi Giovanili Europee abbiamo sentito Laura Pirovano e ci siamo fatti raccontare la sua esperienza.

Era la tua prima manifestazione internazionale di questo livello?

No non era la mia prima manifestazione a livello internazionale perché negli anni precedenti (categoria ragazzi-allievi) ho partecipato alle fasi internazionali del trofeo Topolino e del Pinocchio, però ovviamente il livello era diverso allora. 

Le emozioni che hai provato?

Emozioni indescrivibili devo dire, veramente è stato un onore aver partecipato non tanto per il livello diverso da altre gare, ma proprio per il contesto che rende tutto più speciale.  

Come hai trovato l’ambiente dei giochi Olimpici?

Come ho detto un’atmosfera fantastica. Le gare non erano tanto più difficili di altre anche perché tante delle avversarie sono le stesse che si trovano in altre competizioni durante il resto della stagione, però tutto l’ambiente ha resto questa manifestazione decisamente una cosa unica.   

Raccontaci le tue gare
Dallo slalom se devo essere sincera purtroppo non mi aspettavo molto, questo anche dovuto dallo stato di forma di quel periodo. Nonostante tutto ci ho provato fino alla fine, sono riuscita a sciare abbastanza bene in entrambe le manche ma la seconda decisamente con una marcia in più dal punto di vista della decisione. Il tempo non era ottimo, nevicava molto ma grazie all’ottimo lavoro degli addetti in pista il fondo era veramente fantastico. Il gigante era su una pista a parer mio molto bella, difficile al punto giusto, da attaccare ma allo stesso tempo da affrontare con intelligenza. Ci sono stati un paio di errori però a questi livelli credo sia normale commettere errori attaccando al massimo.

Alla partenza della seconda manche del gigante che cosa hai provato?

Alla partenza della seconda manche mi veniva in mente solo una frase: non c’è niente da perdere. Volevo questa medaglia e me la sono sudata. Certo si poteva fare meglio volendo vedere, ma ogni gara ha la sua storia e si può sempre dare di più.

SAPPIAMO che il numero SFORTUNATO era il 15 e quello fortunato il 2. Nel gigante il tuo pettorale era il 15 e sei arrivata seconda. hai sconfitto la scaramanzia?

Il numero da evitare ovviamente (e per altri motivi diciamo più «stupidi» e insignificanti) era il 15 anche per via della sfortuna. Ultimo numero del primo gruppo, che in condizioni particolari, dove contano anche tanto le condizioni della pista, può fare purtroppo la differenza. Non credo sia stato un segno del destino anche perché se veramente sta scritto da qualche parte il nostro futuro, credo che si possa far avverare indipendentemente dal pettorale che si indossa. 

A casa di hanno festeggiata?

A casa tutti felicissimi, a partire dai familiari, continuando con gli allenatori e finendo con gli amici. Mi hanno sostenuta in un modo o nell’altro, chi più e chi meno, e per questo devo ringraziarli tutti dal primo all’ultimo.

Ci racconti la tua stagione fino ad ora? Sei soddisfatta o pensavi di ottenere di più?

La mia stagione diciamo che non è partita nel migliore dei modi per quanto riguarda le gare. Sono abbastanza soddisfatta di come sto sciando e sono convinta che con il giusto approccio possano arrivare anche i risultati. Partire indietro non è certamente facile ma sono passate tutte da questo punto e prima o poi spero di riuscire a passarlo anche io. 

Come ti trovi nella C?

Nella C devo dire che mi trovo proprio bene, sia con i tecnici che con le compagne di squadra. Riusciamo a comunicare bene e si è instaurato davvero un buon rapporto anche in così poco tempo. Siamo un gruppo molto legato! 

Sei una polivalente?

A essere sincera non so se considerarmi polivalente, ci sono specialità che preferisco per esempio il gigante ma semplicemente per il fatto che riesco ad esprimermi meglio. In slalom faccio un po’ più di fatica ma lo faccio sempre molto volentieri. Per finire nelle discipline veloci mi diverto sempre tantissimo, faccio un po’ più fatica specialmente in discesa ma nonostante tutto sono sempre esperienze nuove e con il tempo magari ci sarà la possibilità di migliorare anche li.

Come riesci a conciliare sci e scuola?

Scuola è un argomento un po’ difficile. Sono riuscita a frequentare quasi 3 anni al liceo linguistico a Tione di Trento ma purtroppo in miei sempre più frequenti impegni mi hanno impedito di riuscire a continuare. Mi sono spostata in una scuola privata a Trento e questo mi ha consentito di dedicarmi molto di più allo sci. Certamente non è ai livelli del liceo che frequentavo prima, ma il tempo e la voglia di dedicarsi in tutto e per tutto allo studio sono convinta che ci saranno più avanti.

I tuoi obiettivi da qui alla fine della stagione?

I miei obiettivi sono difficili da dichiarare ora, certamente dare il massimo e non avere rimpianti, fare tutto ciò che posso. Non sarebbe per niente male fare qualche buon piazzamento in coppa Europa e ai campionati italiani a fine stagione, senza mai tralasciare l’abbassare un po’ i punti fis che (soprattutto per gli ordini di partenza) fanno più che comodo. 

 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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