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L’Italia sul podio della velocità

Senza ombra di dubbio, la velocità maschile di Coppa del Mondo parla italiano, perchè, è bene non dimenticarlo, Dominik Paris ha concluso al terzo posto con un finale di stagione esaltante. Davveor peccato per la caduta di ieri che gli ha precluso ogni possibilità di vittoria, sia della gara che della Coppa. Terzo, con gli stessi punti di Kjetil Jansrud, ma con risultait migliori rispetto a quelli del norvegese. Il podio non è stato al completo, perché, e anche quesot è bene ricordarlo, non era presente Aksel Lund Svindal, rimasto a casa per curare le “ferite” rimediate a Kitzbühel. Difficile credere che senza quello sfortunato giorno, non avrebbe vinto lui, ma lo sci è fatto anche di questi episodi, per cui, nulla va tolto alla vittoria fantastica di Peter Fill. Capace di vincere la discesa mito di Kitzbühel, di arrivare secondo in quella di Lake Louise, due volte quarto a Jeongseon e in Val Gardena, poi il 5° di Chamonix, l’8° di Beaver Creek, il 9° di Wengen, il 10° di Kvitfjel e l’11° di Garmisch, con la sfortunata discesa di Santa Caterina quando perse uno sci. Una costante presenza nei dieci da premiare, senz’altro, con il premio più prezioso.
Dominik Paris è partito un pochino a rilento ma ha pur vinto la discesa di Kvitfjell e di Chamonix dopo aver ottenuto il secondo posto in Korea. Quindi un finale di stagione in crescendo e chissà come sarebbe finita oggi senza la caduta in prova di ieri. Ha voluto a tutti i costi andare in partenza imbottito di anti dolorifici, ma zoppicando. Che coraggio!
L’unico rammarcio vero è la stagione di Christof Innerhofer che ha certamente i numeri per vincere, ma che per una serie di motivi che andranno analizzati non è risucito a esprimersi sui livelli tecnici che gli competono. Dobbiamo reistrare anche l’ottima stagone di Mattia Casse: anche lui, come noi, non vede l’ora che inizi la prossima stagione per mettere a frutto l’esperienza che ha accumulato quest’anno. L’anno della possibile crescita.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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