Michel Vion, presidente della Federazione francese dal 2010 ha dichiarato che lascerà decidere agli stessi atleti se prendere parte alle prossime gare di Lake Louise, accettando qualsiasi scelta. Ed è così per quanto riguarda la ripresa degli allenamenti e la partecipazione ai funerali del povero David Poisson che dovrebbero svolgersi ai primi giorni della settimana prossima, mentre il corpo dovrebbe essere rimpatriato entro questo fine settimana. Di certo alcuni di loro non desiderano rimanere chiusi lì, in quell’incubo tremendo dove il dolore rischia di trasformarsi in paura. Uno psicologo sta seguendo la squadra al fine di aiutare tutti i compagni di David, perché riescano a gestire al meglio questa drammatica situazione.
Molti si chiedono anche se si è aperta un’inchiesta per far luce su eventuali responsabilità. La questione è molto delicata. La stazione era chiusa al pubblico, e quella pista era di fatto in “affitto” alle squadre per gli allenamenti, quindi ad uso privato. Ironia della sorte (oppure no), tra i tecnici francesi presenti a Copper c’era anche Xavier Fournier (oggi responsabile della velocità maschile) che assieme all’allenatore David Fine, in quel maledetto 31 ottobre del 2001 a Pitztal, fu considerato responsabile dell’incidente occorso a Regine Cavagnoud (durante un allenamento si scontrò con un allenatore tedesco che, non avvertito della presenza di atleti in pista, si trovava in mezzo al percorso) e condannato il 13 giugno 2005 dalla Corte penale di Annecy a tre mesi ma con sospensione della pena e una multa di 5 mila euro, con l’accusa di “ovvia responsabilità”. David Poisson non ritornerà più, ma crediamo importante che si faccia luce, non tanto per rilevare eventuali responsabilità, ma per capire se qualcosa non ha funzionato. Se dobbiamo dare la colpa soltanto al destino o se può esistere un sistema di sicurezza migliore, affinché non esistano più tragedie di questo tipo.
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