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Miracolo a Milano

E’ stato uno spettacolo meraviglioso! Il Big Air and the City, andanto in scena il 12 e 13 novembre nell’ex zona Expo di Milano è sembrato un vero miracolo. Davvero impresisonante la rampoa allestita dagli organizzatori, le Eagles della Valmalenco che già da diversi anni si distinguono per l’organizzazione di eventi internazionali di snowboard e freestyle.
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Una rampa, dicevamo,  alta 47 metri per 137 di sviluppo con neve vera, prodotta in loco e trasportata dalla Valmalenco con 5 camion, hanno permesso ad alcune migliaia di milanesi di scoprire la spettacolarità e le emozioni di due gare di Coppa del mondo delle discipline più giovani, approdate per la prima volta in una grande città italiana.

Franco Vismara
Franco Vismara

Tutti soddisfatti per i risultati dell’evento, che si pone come il primo di una serie e che potrà crescere in popolarità nei prossimi anni.
Franco Vismara e Antonio Noris, che hanno guidato l’organizzazione di Chiesa Valmalenco – ha commentato il Presidente Flavio Roda – hanno fatto davvero un grande lavoro. La struttura è davvero imponente e non è certo stato semplice garantire un grande spettacolo tecnico in una città come Milano. Voglio davvero complimentarmi con tutti coloro che hanno lavorato giorno e notte per permettere agli atleti di poter disputare una gara di alto livello e mostrare quindi il meglio del loro repertorio tecnico, quello che piace al pubblico“.
Aldilà delle classifiche, i milanesi, e soprattutto i giovani milanesi, hanno potuto riempirsi gli occhi con le evoluzioni dei più grandi interpreti al mondo del Big Air, specialità molto vicina agli sport urban che si praticano in città, vedi lo skateboard, ma che la neve rende decisamente più affascinanti.
La cornice con l’Albero della Vita illuminato come ai tempi dell’Expo ha arricchito il contesto dell’evento, fortemente voluto dalla Regione Lombardia che lo ha supportato nel migliore dei modi.
L’Anno Zero dell’evento, come lo ha definito lo stesso Vismara, è stato un successo e nei prossimi anni non si potrà che crescere.

Big Air Milano. Freestyle  World Cup area ex Expo Milano 11 nov. . 2016 (Marco Trovati Pentaphoto- Mateimage)
Big Air Milano. Freestyle World Cup area ex Expo
Milano 11 nov. . 2016 (Marco Trovati Pentaphoto- Mateimage)

Per quanto riguarda il lato agonistico, grande ma sfortunata prova di Davide Boggio nelle qualificazioni del Big Air di Coppa del mondo di snowboard. Il diciassettenne biellese di Strona, tesserato per lo Snow Team Alpe di Mera Valsesia, ha sfiorato il passaggio del turno con una grande prova che gli ha permesso di concludere al sesto posto nella heat1, appena una posizione fuori dalle cinque che promuovevano alla finale serale prevista alle ore 19. Per il giovane componente della squadra B si tratta comunque della migliore prestazione di una carriera che lo vedeva all’esordio assoluto sul circuito più importante dopo qualche apparizione l’anno passato sia in Coppa Europa che nei Mondiali juniores. Punti importanti anche per Emiliano Lanzi, quattordicesimo, più attardati Nicola Dioli, Alberto Maffei, Nicola Liviero, Emiliano Lauzi, Loris Framarin. I successi sono andati in mapo maschile al norvegese Marcus Kleveland davanti al belga Seppe Smits e al canadese Mark McMorris, fra le donne successo dell’austriaca Aana Gasser sulla statunitense Hailey Langland e la ceca Sarka Pancochova, nessuna italiana presente.

Big Air Milano. Snowboard  World Cup Nicola. Milano 12 nov. . 2016 (Marco Trovati Pentaphoto- Mateimage)
Big Air Milano. Snowboard World Cup Nicola.
Milano 12 nov. . 2016 (Marco Trovati Pentaphoto- Mateimage)

Podio Azzurro sfiorato anche nel freestyle con Silvia Bertagna, la prima gara per la 29enne di Ortisei, dopo l’infortunio di Bokwang, in Corea, che l’aveva fermata lo scorso 1 marzo e che l’aveva costretta ad un’operazione per la ricostruzione del legamento crociato del ginocchio destro. Bertagna è quarta, al termine di una gara spettacolare, che ha visto la rimonta nell’ultima run di finale da parte della svedese Emma Dahlstroem, capace di strappare l’ultimo gradino del podio proprio all’azzurra.

snowboard_milanoBertagna aveva staccato già buon salto nella prima run di finale, premiato con 78 punti dalla giuria, che poi ha ripetuto nella terza e conclusiva run, ottenendo due punti in più. Purtroppo tutto ciò non bastava perché per la classifica finale i giudici tengono conto dei migliori punteggi in due salti differenti. Il secondo di Bertagna era un “salto in sicurezza”, come lo ha definito lei stessa e quindi pagava circa una cinquantina di punti. Non abbastanza per contenere la risalita della Dahlstroem.
Ma il risultato soddisfa l’azzurra e il team italiano di freestyle. “Ho fatto questa gara perché era a Milano e ci tenevo moltissimo – ha detto Bertagna a fine gara – ma non sono ancora del tutto a posto come condizione. Il Big Air però mi piace moltissimo, perché si gioca tutto in un movimento. Ben diverso dallo slopestyle, dove ci sono sei-sette elementi e non si può sbagliare nulla. Ora però punto al podio. Mi preparo per bene e la prossima volta lo vado a prendere”.

Bertagna è una specialista dello slopestyle, specialità nella quale è già salita due volte sul podio: 3/a a Gstaad nel 2014 e 2/a a Cardrona nel 2015.

La vittoria nella gara femminile è andata alla tedesca Lisa Zimmermann con 181,20 punti, che ha preceduto la svizzera Mathilde Gremaud a 157,20 e Emma Dahlstroem a 157. Quarta la Bertagna a 138,20.

Diverso, per i colori azzurri, l’esito della gara maschile. Igor Lastei e Yuri Silvestri, i primi due azzurri impegnati nelle qualificazioni, non sono riusciti a superare il taglio che promuoveva alle finali i migliori dieci classificati (cinque per heat) sui trentanove iscritti, concludendo rispettivamente al dodicesimo e quattordicesimo posto parziali. Stessa sorte anche per Christoph Schenk, Tobias Sieder e Ralph Welponer, che gareggiavano nella heat 2. Welponer era il migliore grazie a un secondo salto premiato con 81 punti dalla giuria, ma si fermava al 12/o posto di batteria. Attardati Sieder e Schenk.
La vittoria finale è stata una contesa tra svizzeri e norvegesi. L’ha spuntata l’elvetico Kai Mahler con 179,80 punti, davanti alla coppia norge Oystein Braaten con 179,60 e Eirik Sateroy con 173,40. Welponer, alla fine, è 21/o, migliore degli azzurri.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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