L’elvetico Carlo Janka ha conquistato la medaglia d’oro nello slalom gigante ai Mondiali di Val d’Isere. Il giovane grigionese, classe 86, ha dominato sia la prima che la seconda manche disputata su una pista terribile per pendio, neve e tracciato. In pochi hanno saputo limitare i danni di una sciata condotta più in difesa che in attacco. Benni Raich c’è riuscito piuttosto bene vincendo la medaglia d’argento. L’austriaco non sbaglia mai un appuntamento importante. Che grande campione. L’uomo di giornata si chiama però Ted Ligety. L’americano, nono dopo la prima manche, è risalito fino alla terza posizione con una seconda prova da manuale, soprattutto nella seconda parte, la più difficile da interpretare. Anche Janka qui è stato formidabile. Aveva tagliato il primo intermedio perdendo 4 decimi da Raich. Gliene rimanevano 17 da difendere. Poi, il cronometro posizionato al termine del secondo muro ha scandito un -79 strabiliante. Al traguardo diventano 71 i centesimi di vantaggio a dimostrazione del grande divario tecnico che Carlo ha dimostrato nei confronti degli avversari. Max Blardone non ha gradito il tracciato, tantomeno la neve. Terzo dietro a raich dopo la prima manche, anche se distaccato di quasi un secondo da Janka, non è riuscito a sciare con la giusta sensibilità nella manche conclusiva, disegnata dal nostro Guadagnini. Una prova da dimenticare che lo ha fatto retrocedere in quinta posizione, superato anche da un ottimo Hirscher, quarto a 7 centesimi dal bronzo di Ted Ligety.
Resta aperta una questione: perché proprio al Mondiale si sceglie un tracciato così stretto e con un raggio di curva così differente da tutti gli altri disputati finora? Pendio e dislivello regolano la distanza tra porta e porta. La Fis, in questo caso, non ha fatto deroghe e ne è venuto fuori un gigante atipico, dove tutti hanno faticato sette camicie, o quantomeno hanno subito il terreno anziché aggredirlo. Ci hanno provato i nostri Davide Simoncelli e Alexander Ploner, che hanno concluso in undicesima e ottava posizione. Manfred Moelgg, dopo vari tentativi di uscire dal percorso (era 6° a metà gara), si è arreso nella seconda manche finendo in dodicesima posizione. Ma al campionissimo slalomista azzurro si chiede di dimenticare in fretta una giornata storta per concentrarsi sulla sua unica e amata specialità: lo slalom di domenica prossima
Carlo Janka ha vinto perché ha affrontato soprattutto la seconda manche danzando leggero tra una porta e l’altra. Ha contenuto gli effetti negativi degli attriti scappando via dalla curva come un gatto. Fermo di busto ed evitando movimenti inuti spesso dettati dalla grinta, ha probabilmente sfruttato un momento di forma eccezionale, la stessa che gli ha permesso di conquistare il bronzo nella discesa libera. Se a 22 anni già sa digerire la tensione mondiale, il futuro gli riserverà gloria eterna!
Carlo Janka è nato a Obersaxen il 15 ottobre 1986. Nel 2006 conquista la medaglia di bronzo in gigante ai Mondiali Juniores. Ha esordito in Coppa il 21 dicembre 2005 nel gigante di Kranjska Gora. Memorabile la sua prova in discesa libera del 29 novembre scorso, a Lake Louise, quando, partito con il pettorale 65 giunse secondo alle spalle del nostro Peter Fill. Questa stagione ha vinto anche la super combinata di Wengen e il gigante proprio in Val d’Isere il 13 dicembre
LE DICHIARAZIONI DEGLI AZZURRI (Fisi.org)
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