Bode Miller non ama parlare con i giornalisti, men che meno ama le conferenze, ma quando l’occasione lo obbliga a mettersi di fronte ad un microfono, dalla sua bocca non escono mai banalità.
Garmisch, sala stampa, incontro con la squadra Usa che gareggerà a questi Mondiali. Pochi, ma buoni. Con Miller ci sono Ligety, Steven Nyman e i due giovani Tommy Ford e Travis Ganong. Si parla di medaglie, di piste e di obiettivi, poi Bode si lancia in una delle sue solite proteste contro la Fis: “Il sistema degli ordini di partenza è sbagliato. I migliori devono avere dei vantaggi, non degli svantaggi. Nelle gare di velocità chi parte fra l’8 e il 15 (quindi gli atleti che in lista sono fra l’8° e la 15° posizione, ndr) è nettamente favorito rispetto ai migliori che partono fra il 16 e il 22, io spesso ci penso e spero di non fare i punti che mi farebbero entrare nel primissimo gruppo, ma ciò è assurdo”. Cosa propone Bode? “I migliori dovrebbero potersi scegliere il numero, punto e basta. Gli altri partire in base alla loro classifica. Così entrerebbero in gioco anche l’intelligenza tattica e le preferenze personali, ma di sicuro non centrerebbero fortuna e sfortuna”. Quelle che spesso in superG e discesa permettono al 30° della lista mondiale di partire fra l’1 e il 7, mentre il 16° è costretto magari al numero 30, una vera ingiustizia.
Continua Miller: “In slalom e gigante invece per gli ordini di partenza va bene così com’è, ma abolirei la regola dell’inversione dei 30, troppo penalizzante per i migliori: propongo di tornare all’inversione dei primi 15. Purtroppo però a decidere le cose sono le esigenze della tv, che impone le regole al nostro sport in nome dello spettacolo, sacrificandone l’aspetto tecnico. Ci vuole anche quella, capisco, ma la morale è che noi atleti non contiamo mai nulla”.
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