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MONDIALI VAIL-GS M:Ted si riprende lo scettro


Ted Ligety aveva vinto qui in Coppa e non si è dimenticato di quel successo strepitoso che aveva annichilito anche l’austriaco Hirscher. Solo una parola per esprimere la sua seconda manche: fantastico, praticamente imbattibile. Il "vecchio" Ligety che conoscevamo, quello dello scorso anno. Quello che non perdeva quasi mai da Marcel Hircher, cosa che invece è avvenuto in Coppa quest’anno (solo una vittoria proprio qui a beaver e due secondi posti dietro all’austriaco). Quello che per il terzo Mondiale di fila vince l’oro in gigante (il primo per gli USA qui a Beaver Creek). Quello che detiene il maggior numero di medaglie ai Mondiali tra gli statunitensi (7). Quello che dà la paga a tutti. Tanto per chiarire, ha lasciato al francese Alexis Pinturault, che non è certo tipo da arrendersi, soprattutto quando non ha nulla da perdere, ben 89/100. Eppure Pintu ha sciato bene, con la solita grinta e intelligenza tattica. E’ riuscito a mettersi davanti a Felix Neureuther (quarto) che invece ha commesso un errore prima del pianetto iniziale che ha pagato caro: quinto a 1 e 10 da Ligety. Noi avevamo in canna un colpo grosso, perché Roberto Nani era secondo dietro a Hirscher dopo la prima manche, ma nella seconda ha sciato in maniera diversa, strappando in diversi passaggi. Ha attaccato, ma non come sa e la conduzione dello sci non è stata delle migliori. Sesto posto, comunque, la migliore prestazione azzurra finora. 
Onori a Ted, la sua vittoria è anche quella dei buongustai del gigante, perché l’americano non usa solo la forza atletica come Hirscher, ma il senso della traiettoria dove ha un marchio di fabbrica indelebile, che riesce a ottenere con carvate al limite delle leggi della fisica. Ligety, Hirscher (+0,45), Pinturault (+0,88). Sono sempre loro, il trio che nelle ultime stagioni ha condizionato il podio di Coppa. Onori anche a Hirscher comunque, perché lui ha sciato come fa sempre, alla stra-grande, ma davanti a questo Ted c’era ben poco da fare. Onori a Pinturault, perché sa mostrare i denti e non fallisce quasi mai.

Lo svedese Matts Olsson ha scelto la gara giusta per esplodere. In genere una delle due manche la sbaglia, ma questa volta non ha fallito: quinto a metà gara ha sciato altrettanto bene anche nella seconda, senza mai commettere un errore e sciando con la delicatezza che ci vuole su questa neve così particolare.

L’americano Tin Jitloff non era così atteso ma ha messo lì una prima manche strepitosa per lui che gli aveva regalato il sesto posto,. Nella seconda era lì per prendere il comando, ma nell’ultima parte ha ceduto mettendosi dietro a Eisath
 
GLI ALTRI ITALIANI
Florian Eisath è stato artefice di una seconda manche splendida. Più di così non può esprimere l’Azzurro e questa sua performance è stata premiata con una posizione di cui può andare fiero per essere un Mondiale, anche se chi sa sciare come i top player ad Adelboden, potrebbe attendersi qualcosa di più. La differenza l’ha fatta soprattutto nell’ultima parte, dove ha davvero pennellato ed ha mantenuto la posizione di leader, fino alla discesa del francese Victor Muffat-Jeandet che era nono e che nella seconda ha compiuto un piccolo capolavoro personale, concludendo in settima posizione. Purtroppo non ha interpretato bene la prima manche e dopo un 18esimo posto non si può atendersi il podio. Ma per l’ottavo posto… applausi. 

Davide Simoncelli (17esimo) è partito a razzo, poi un impatto troppo deciso su un palo lo ha disunito ed ha perduto la concentrazione. Un paio di arretramenti di troppo e… ciao, ciao, gara rovinata dopo un promettente dodicesimo posto ottenuto nella prima frazione.

Giovanni Borsotti, 24esimo nella prima manche, ha fatto una seconda prova fotocopia, con una sciata troppo dipendente dagli spigoli, invece di essere più delicato e meno rotondo nelle linee. Avrebbe dovuto interpretare il tracciato come i canadesi Trevor Philp e Phil Brown, giusto per stare sullo stesso range di livello, davvero bravi nella parte centrale, dove hanno fatto la differenza, anche rispetto ai top player, il che ha permesso loro di recuperare parecchie posizioni. Segno che la performances che li hanno portati a vincere l’argento nel Team Event non è frutto del caso. 

Ranking

RANK BIB NAME NAT RUN 1 RK1 RUN 2 RK2 TOTAL DIFF
1 6 LIGETY Ted

 

USA

+0.24 5 1:18.74 1 2:34.16  
2 3 HIRSCHER Marcel

 

AUT

1:15.18 1 +0.69 3 2:34.61 +0.45
3 2 PINTURAULT Alexis

 

FRA

+0.23 3 +0.89 4 2:35.04 +0.88
4 7 NEUREUTHER Felix

 

GER

+0.23 3 +1.11 9 2:35.26 +1.10
5 17 OLSSON Matts

 

SWE

+0.48 6 +0.99 6 2:35.39 +1.23
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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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