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tto slalom, cinque vincitori: 2 Neureuther, 2 Hirscher, 1 Kristoffersen, Hargin, Gross e Khoroshilov e solo nove atleti saliti sul podio: oltre ai vincitori, Dopfer, Solevaag e Biggmark. Azzardare pronostici per il podio di Vail è abbastanza semplice, ma indovinare le posizioni è un esercizio assai complicato anche per una divinità. Lo slalom di Schladming ha scompigliato un po’ le carte, perché ha confermato che in diverse gare c’è spesso chi disegna la manche della vita. Hargin a Kitzbühel, Khoroshilov a Schladming, dove ci infiliamo anche la splendida prova di Stefano Gross, capace di risalire dall’ottava posizione fino alla piazza d’onore. Già nel 2012 Sabo salì sullo stesso gradino del podio, collocato nello stadio da slalom più incredibile del mondo. Lo si è visto anche il 27 gennaio scorso: 50 mila spettatori provenienti da tutta l’Austria, imperterriti a tifare dal primo all’ultimo minuto, nonostante un’incessante nevicata con fiocchi grandi così!
Il pettorale rosso è rimasto sulle spalle di Neureuther che, oltre alle due vittorie ottenute a Wengen e a Campiglio, gode anche di due secondi posti conseguiti ad Are e a Zagabria e tre terzi posti (Levi, Ktiz e Schladming). Marcel Hirscher è potenzialmente il numero uno, ma in Coppa deve fare i conti con uno Jansrud che non molla la possibilità di vincere la Sfera di cristallo, per cui non può scendere senza quel pizzico di preoccupazione che però a Beaver Creek non avrà. Se carta canta, la sfida per l’oro è tra di loro, ma basarsi solo sulle statistiche potrebbe farci prendere diversi granchi. Perché la pista dei Mondiali è ben diversa da quelle incontrate in Coppa, almeno, rispetto a Campiglio, Kitzbuhel, Wengen e Schladming. La Raptor non ha ripidi e si adatta a chi sa volare sul piano. La tracciatura della prima manche sarà nelle mani dell’allenatore norvegese che affonderà nella neve i rapid gates per assecondare le virtù tecniche del gioiello Kristoffersen e quelle sbarazzine di Solevaag. Ma nella seconda i nostri avranno il vantaggio della tracciatura di Stefano Costazza. Poi possono capitare situazioni strane, come nel catino di Schladming, dove il trentenne russo Khoroshilov centra la prima vittoria in carriera, riesumando dal plico delle classifiche piene di polvere il «compagno», scomparso in un incidente d’auto poco dopo la fine della carriera, Alexander Zhirov, nel 1981 tre volte vincitore in gigante e una in slalom a Borovetz.
DA TENERE D’OCCHIO
UOMINI: MATTIAS HARGIN, ALEXANDER KHOROSHILOV, STEFANO GROSS
DONNE: SARKA STRACKOVA, WENDY HOLDENER, TINA MAZE
Se è vero che in Russia programmano gli atleti come computer, beh, questa volta hanno sbagliato qualche calcolo, perché il «prodotto» Khoroshilov è in ritardo di un anno. Una performance simile alle Olimpiadi di Sochi 2014 avrebbe scosso l’intero Paese. Lascia perplessi il modo con cui Alexander ha festeggiato un risultato del genere: un timido ditino che si solleva di pochi centimetri, con lo sguardo imperturbabile, di ghiaccio, come se si sentisse in colpa. Mah… Si è lasciato andare soltanto quando Neureuther gli ha rovesciato sul casco una bottiglia di Brüt. Ben diverso l’atteggiamento di Stefano Gross, secondo a 1”44 da Alexander, letteralmente impazzito di gioia al termine di una manche da favola. Si è nascosto dietro al rammarico invece, Giuliano Razzoli che a poche porte dal traguardo è incappato in un errore che l’ha distanziato da un probabile podio. Tutto sommato meglio così, perchè avrebbe potuto correre il rischio di raccogliere il terzo quarto posto di stagione (Adelboden e Kitzbühel). L’emiliano, che ai Mondiali partirà finalmente nei primi 15, ha forse più chance di Stefano proprio per le caratteristiche della pista, perché sul filante è secondo soltanto ad Hargin, altro osso duro da battere, straripante a Kitzbühel, anche se spesso patisce un po’ la gara.
Non cambierà il pendio per lo slalom femminile. Qui la lotta sembra ristretta a due, massimo tre nomi. Mikaela Shiffrin corre in casa e se non si farà prendere da strane paturnie vincerà a mani basse. Dovrà però guardarsi da chi, quest’anno, ha dimostrato di essere più forte di lei, Frida Hansdotter. Anzi, fredda più che Frida, perché il suo è l’atteggiamento mentale perfetto per una gara thriller come lo slalom. La vittoria conseguita nell’ultimo slalom di Flachau, dopo aver ottenuto, come peggiore risultato, due quarti posti su sei gare, le ha regalato ancora più libertà. Dietro di loro c’è bagarre: in virtù del piattone che incontreranno le slalomiste, gettone a favore per Veronica Velez-Zuzulova che sul filante è una bomba, anche se ,in alcune occasioni, ha commesso errori inaspettati. È tornata su livelli top anche Sarka Strachova, tipica atleta dei grandi eventi, ma nel lotto delle pretendenti a una medaglia non può mancare Wendy Holdener, perché è un’attaccante nata, atteggiamento che nelle gare «o tutto o niente» premia quasi sempre. Se l’umore sarà positivo, occhio a Tina Maze: sul facile riesce sempre a ottenere il massimo dal suo rapporto peso-potenza. Nell’ultimo slalom di Flachau è riuscita a mettere due centesimi tra lei e Miakela Shiffrin e guadagnarsi gli 80 punti del secondo posto. Pochissime chance in Casa Italia. Sulla Raptor Chiara Costazza difficilmente potrà esprimere il suo tasso tecnico, che quando entra in azione è da podio. Ma capita così raramente… In pista ci saranno anche Federica Brignone e Manuela Moelgg, che potrà soltanto affidarsi all’esperienza, perché ornai fatica a tenere il passo delle specialiste.
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