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Nelle mani di Simone

Simone Stiletto, bellunese di Tambre, è il nuovo allenatore responsabile della squadra juniores maschile. Simone, per diversi anni testatore di Sciare, ha guidato per ben 12 anni il settore maschile del Comitato Alpi Centrali. Una compagna Sabrina, che lo aspetta paziente a casa con i due figli: Camilla 11 anni e Sebastian 9, naturalmente sciatori, iscritti allo Sci club Trichiana, e una grande passione per le Harley, «Anche se ho sempre meno tempo di usare la mia fatboy, – ci dice Simone –, quando non sono in giro con la squadra cerco di stare il più possibile con la famiglia, e appena ci sono le condizioni andiamo a sciare perché questa mia passione ha contagiato tutti».

La chiamata a dirigere la squadra JUNIOR, ti ha sorpreso?
«Una piacevole sorpresa, non me l’aspettavo. Sono arrivato qui alla «tenera» età di 48 anni, alla fine di un percorso lungo ma che mi ha sempre motivato e regalato grandi soddisfazioni».

Il tuo curriculum parla chiaro
«Sono uno che ha fatto la gavetta. Sono diventato maestro nel 1989, allenatore nel 91 e ho sempre allenato i ragazzi: Val Zoldana, dove tra i miei ragazzi c’era anche Aronne Pieruz, Ski College di Falcade, Alleghe, Nevegal e infine le Alpi Centrali. Ed è proprio in questi ultimi anni in Alpi Centrali sono riuscito a ottenere grandi soddisfazioni, con numerosi atleti che hanno vestito la divisa della nazionale».

Quali le differenze tra il Comitato e la Nazionale?
«In Alpi Centrali i Club erano molto presenti nella gestione dei ragazzi e il mio ruolo era anche quello di mediare le varie esigenze condividendo le scelte con le società. In squadra si è più autonomi, portando avanti quelli che sono gli indirizzi della Federazione con la coordinazione di Max Carca. La programmazione degli allenamenti viene stabilita all’interno del nostro gruppo di lavoro che, oltre a me è composto da Enrico Vicenzi, già presente in squadra, da Cesare Prati e Marco Maffei.
La squadra C è u trampolino di lancio e il primo approccio che i ragazzi hanno verso una realtà diversa da quella che hanno vissuto. Oltre che sul lato tecnico e di preparazione, dobbiamo lavorare anche sull’aspetto mentale, devono imparare a autogestirsi, a curare la propria attrezzatura. Devono insomma fare quel salto di qualità che li aiuti a crescere. Non sempre è facile, non tutti ci riescono perché comunque i due anni della squadra Junior sono un periodo limitato e perché non tutti i ragazzi sono uguali e quindi bisogna lavorare anche sulle individualità».

Simone con la sua amata fatboy. una passione per l’HARLEY SEMPRE VIVA MA che, per gli impegni sciistici, ha dovuto mettere un po’ da parte


Dal punto di vista tecnico i ragazzi della squadra come sono messi?

«Bene direi, ovviamente con le dovute differenze, tecnicamente si riesce a lavorare bene, anche perché i ragazzi sono tutti indirizzati verso le discipline tecniche, gigante e slalom, con la sola eccezione di Pietro Canzio che è più polivalente. Quindi abbiamo potuto lavorare in modo uniforme concentrandoci sugli aspetti da potenziare. Inoltre, a parte i mesi estivi dove il gran caldo ci ha condizionato, ultimamente siamo riusciti a lavorare molto bene anche con delle belle prove in SuperG».

Il ritorno in gigante ai 30 metri ha cambiato qualche equilibrio?
«Dopo una prima fase d’adattamento direi che è tutto sotto controllo, anche perché nelle ultime stagioni i 35 metri sono migliorati molto dal punto di vista di maneggevolezza e comportamento in curva e quindi tornare indietro non è stato un problema. Questo cambiamento è sicuramente positivo per i ragazzi che salgono dalle categorie inferiori in quanto dovrebbero far meno fatica ad adattarsi».

Le modalità di selezione per la squadra come ti sembrano?
«Mi sembrano vadano bene. Il Grand Prix Italia è valido in quanto permette ai giovani di emergere e, allo stesso tempo, di crescere confrontarsi con atleti senior in gare che consentono di fare i punti. Mentre gli aspiranti possono confrontarsi in una realtà più a loro misura».

Gli obiettivi?
«Come ho detto uno dei nostri compiti è quello di far acquisire la giusta mentalità ai ragazzi, soprattutto a quelli del 98 che devono crescere anche sotto quel punto di vista.. E poi naturalmente abbassare i punti Fis, raggiungere qualche convocazione in Coppa Europa e arrivare sul podio ai Mondiali Juniores che si svolgeranno a Davos 29 gennaio all’8 febbraio. Quindi abbastanza presto rispetto agli anni scorsi quando i Mondiali si svolgevano in marzo».
Ormai ci siamo con le prime gare (già partite con gli appuntamenti di Solda) e Simone con i suoi ragazzi Alberto Blengini, Fabiano Canclini, Matteo Canins, Pietro Canzio, Francesco Gori, Samuel Moling, Lorenzo Moschini, Luca Taranzano e Giulio Zuccarini è pronto per questa sua nuova avventura.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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