Marcel Hirscher durante la conferenza stampa del 4 settembre a Salisburgo dove ha annunciato il suo ritiro
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Perché Re Hirscher ha abdicato?

Ha solo 30 anni, non ha mai patito infortuni gravi e il fisico lo sostiene ancora perfettamente, dunque perché Re Hirscher ha abdicato? Lo ha spiegato ieri nella conferenza stampa organizzata a Salisburgo da Redbul e teletrasmessa in diretta dalla ORF, la prima Tv austriaca, stracolma all’inverosimile di giornalisti. Marcel Hirscher per tutta la conferenza stampa è sempre stato lucido, benché molto emozionato. Felice, ma anche un po’ triste. In ogni caso vincente, ancora una volta. Il Re non ha fatto sorprese, anche se ammette che gli sarebbe piaciuto annunciare che era tutto uno scherzo e racconta dell’unica cosa che ha rischiato di fargli cambiare idea: i titoli dei giornali degli ultimi giorni che lo trattavano già da ex.

L’ultima conferenza dell’otto volte vincitore della Coppa del Mondo, va in scena con le otto Sfere di Cristallo bene in vista su una mensola dietro al palco. La perfetta scenografia aggiunge un tocco informale alla serata. C’è il pienone, sono arrivati giornalisti da tutto il mondo, ci sono inviati della Cnn e naturalmente tutte le tv europee che seguono lo sci, Rai esclusa. Marcel parla per oltre un’ora rispondendo a tutte le domande. Tante, tantissime, il tempo vola e ascoltarlo è un piacere, come sempre.

L’orgoglio
Non l’ho mai detto, ma stasera farò un’eccezione: sono orgoglioso di me, di quel che ho fatto nella mia carriera. Gli ultimi mesi sono stati davvero difficili, sapevo di dover prendere una decisione, ma ogni giorno cambiavo idea. Sono stati migliaia i pensieri che mi sono passati per la mente, è stata dura, ma alla fine uno ha prevalso. E’ arrivato il momento di fermarmi.

Lo stop al top
Ho sempre pensato di voler smettere sapendo di essere ancora in grado di vincere e soprattutto in buona salute, sono fortunato a poterlo fare. Ho deciso due settimane fa e non ho alcun rimpianto. Allo sci ho dato sempre il 100%, ora è giunto il momento di dedicarmi a ciò che non ho mai potuto fare. Cose semplici come bere una birra con qualche amico,. Sì, anche ex colleghi, non è vero che la rivalità è di ostacolo all’amicizia. Ci sono tantissime persone con cui sarò felice di vedermi, una su tutte Felix Neureuther.

Gli altri sport
Finalmente potrò anche dedicarmi ad attività che finora praticavo stando attento per paura di farmi male. Escludo solo il calcio, per il resto sono tantissimi gli sport che amo, dal motociclismo all’arrampicata, dallo sci freeride al kajak. Adesso avrò tempo per coltivare queste mie passioni, credo di essere nato per fare l’atleta, questo è sempre stato il mio sogno e l’ho esaudito. Non è detto che non possa fare l’atleta di altre discipline, ma per ora non ho deciso nulla, non ne ho proprio avuto il tempo. Una cosa certa è che d’ora in poi quando preparerò una valigia sarà per partire in vacanza e chiissenefrega se dimenticherò qualcosa, nulla sarà indispensabile per andare in vacanza. Se fossi partito per una trasferta dimenticando qualche attrezzo del mestiere sarebbero invece stati guai.

Grazie
La lista delle persone da ringraziare è lunga e parte dalla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto. Papà Ferdinand è stato con me fino alla fine, ha condiviso la mia scelta. Anche per lui è stata difficile da accettare,. Come me ha sempre vissuto sul filo del centesimo di secondo, ma come me è felice e grato per quello che ho raccolto in carriera. Felice anche per il fatto di aver potuto chiuderla senza gravi infortuni, senza aver mai perso una gara per problemi fisici. E grazie dico anche al mio team che non ha mai lasciato nulla al caso e agli sponsor che mi hanno sostenuto in ogni scelta, anche quella di sacrificare qualche evento per lasciarmi concentrare sull’allenamento che per me è sempre stato una priorità assoluta.

Perché Re Hirscher ha abdicato?
Ho capito che era giunta l’ora di smettere quando ho ripreso la preparazione atletica. Il mio corpo e la mia mente non erano pronti per ricominciare. In realtà era da mesi che certi pensieri mi giravano in testa, alcune località come Levi le ho salutate sapendo che probabilmente non le avrei riviste. Altre come Kitzbühel e Schladming le ho salutate con grandi risultati. Dietro alla mia decisione c’è in realtà la cosa più importante di tutte ed è la famiglia che ho formato assieme a mia moglie Laura, che sta con me da 11 anni. Voglio vedere crescere mio figlio, non vedo l’ora di potermi godere la nostra privacy a casa.

Il futuro
Vorrei poter restituire quello che ho avuto da questo mondo, ma onestamente non so ancora cosa farò. Non credo mi rivedrete spesso sul circuito, non credo farò un’esibizione su qualche pista per salutare il pubblico, e non credo nemmeno di poter rientrare un giorno perché avrò cambiato idea.

Sei anni pesanti
La prima Coppa del Mondo generale vinta nel 2012 e soprattutto l’oro mondiale vinto a Schladming nel 2013 mi hanno cambiato la vita. Da quel momento ho gareggiato con un enorme peso sulle spalle. Ho resistito sei anni sapendo che un secondo o un terzo poso sarebbero stati considerati una sconfitta, non è stato facile. La manche perfetta non esiste. Mi ci sono avvicinato qualche volta, ma proprio l’idea che si potesse sempre fare meglio mi ha spinto a lavorare ogni giorno per andare ancora più forte, anche solo di 1/100.

Le sfide degli altri
La sfida del futuro sarà fra Kristoffersen e Pinturault, ma chissà, magari arriverà qualche nome nuovo che nessuno si aspetta e vincerà la generale di Coppa, come feci io nel 2012. Nessuno di sicuro mi dava per favorito alla vigilia di quella stagione! E’ bello ora pensare che di queste sfide sarò solo uno spettatore! L’Austria ha diversi atleti pronti per vincere, forse non la Overall per ora, ma gare singole sì. Penso a Feller, a Matt e a Blacky (Marco Schwarz, ndr) sperando che il suo ginocchio stia bene.

L’omaggio a Svindal
L’atleta da cui ho imparato di più è Svindal. Era talmente simpatico e gentile che faceva passare la voglia di batterlo!

La vittoria più bella
La vittoria più bella è stata senza dubbio quella nello slalom Mondiale a Schladming, febbraio 2013. Si correva vicino a casa mia, c’erano 50mila tifosi quasi tutti per me. A vedere la Night Race ero andato un sacco di volte da ragazzino restando abbagliato dalla bellezza e dalla grandezza dell’evento. L’Austria era arrivata al sabato sera senza ori, la pressione era enorme ma domenica ho vinto, è stato davvero il massimo.
Ecco perché Re Hirscher ha abdicato!

Gli unici giornalisti italiani presenti alla Conferenza stampa dell’addio di Marcel Hirscher, in questa foto assieme Brian Pinelli (Around the Rings, ma qui per il NewYork Times). Da sinistra, Elisa Calcamuggi (Sky Sport), Ninna Quario (Sciare e Infront) e Vittorio Savio Allegri (Fantaski)

About the author

Maria Rosa Quario

NINNA QUARIO È nota nel Circo Bianco per aver fatto parte della “Valanga Rosa” tra il ’78 e l’86. Milanese doc, da tempo si è trasferita a La Salle, in Valle d'Aosta. Ha conquistato 4 vittorie in Coppa del Mondo e un totale di 15 podi, tutti in slalom, oltre a una “bella” collezione di piazzamenti nelle gare a medaglia: 4° posto all’Olimpiade di Lake Placid 1980 (a 3/100 dal bronzo), 5° al Mondiale di Schladming 1982 (era in testa a metà gara) e 7° ancora ai Giochi, a Sarajevo 1984.
Dopo il ritiro dall’agonismo, nel 1986, si è dedicata al giornalismo e collabora con Sciare dal 1999.
Per la nostra rivista è stata a lungo la depositaria di tutto ciò che riguarda l’agonismo e ha seguito anche il programma test, in particolare i Test Junior. La sua lunga carriera giornalistica (ha collaborato anche con il quotidiano Il Giornale e con Infront Sports & Media seguendo da vicino quasi tutte le gare di Coppa del Mondo) si è interrotta nel 2022, quando ha deciso di cambiare vita per dedicarsi ad altre passioni.
Non ha però abbandonato del tutto la sua collaborazione con Sciare, per cui ora scrive in modo meno intenso e continuativo. E’ mamma di Federica Brignone, uno dei più grandi talenti della Squadra nazionale Italiana di sci alpino, e di Davide, suo allenatore dal 2017.