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Roccaraso2012: Occhi di lupo

 Quando Ragnhild Mowinckel si presenterà a Schladming per le finali di Coppa del Mondo, la classifica delle atlete più carine subirà uno scossone. Occhi di ghiaccio come quelli di un husky, anzi di un lupo, capelli biondo platino come quelli di una fatina e un sorriso che nessun’altra ha. Mancuso, Vonn e Maze sono avvertite! E quando poi crescerà tecnicamente dovranno anche preoccuparsi del cronometro, perché la diciannovenne scandinava scia davvero bene: “Mi sembrava di volare in questa seconda manche, ma ora non capisco più niente. Solo al pensiero stasera di salire sul gradino più alto del podio… è un’emozione più grande di me”. Un’emozione vera, perché davvero, pur essendo considerata dal suo Direttore tecnico Jorgen Nordlund uno dei migliori giovani talenti del paese, non si attendeva un risultato del genere. “E se penso che via da qui andrò alle finale di Schladming… Ricorderò Roccaraso per sempre, questo è sicuro. Ci sono piste molto belle, con diverse pendenze e poi che temperature, totalmente diverse rispetto a quelle di casa mia”. Peccato lo slalom: “Già, la specialità dove sono più forte è lo slalom, ma dopo tutto non è un quarto posto da buttare, anzi! Mi dispiace tanto invece per la mia compagna Haugen, anche lei quarta, ma perdere la medaglia per 1 centesimo è davvero una beffa”.

Dal sorriso incantevole di Ragnhild a quello corrucciato di Sara Hector: “Mi sono alzata nervosissima e questa tensione me la sono portata dietro per tutta la manche”: Non sta un secondo ferma la svedese che era la detentrice del titolo vinto l’anno scorso a Crans Montana: “Generalmente non subisco lo stress in questo modo, non so, non capisco”.

Capisce invece tutto la francese Adeline Baud che ha già asportato in diverse occasioni l’atmosfera di Coppa del Mondo pur senza mai tagliare il traguardo “Ma là è tutta un’altra cosa, anche se essere al cancelletto di partenza assieme alle migliori al mondo è bellissimo. Ho ancora tanto da imparare, ad esempio ieri ho incontrato diverse difficoltà, credo perché la neve era troppo molle, ma dobbiamo essere in grado di sciare bene su qualsiasi terreno. Oggi non ho nulla da rimproverarmi, più di così non potevo fare”

E’ quello che pensa la nostra “Pulce atomicaKaroline Pichler, unica entrata nelle trenta ieri con il 25esimo miglior tempo. E’ bello finalmente vederla sorridere: “Sono ancora un po’ arrabbiata invece. Se penso a come uscita nello slalom (alla penultima porta) mi viene ancora il nervoso. Ma anche ieri nella prima manche ho fatto mille errori, oggi invece tutta un’altra cosa. Bene dai, almeno una manche è andata bene”. (sesto tempo di manche). 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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