E’ stata la prima Olimpiade per la Tv di Murdoch, ma possiamo dire che l’Italia di ori ne ha conquistati due: quello di Giuliano Razzoli e quella della tv satellitare italiana.
Sul primo telecronista dello sci alpino, Carlo Vanzini, non c’erano tanti dubbio, dopo due anni passati al microfono per raccontare le gare di Formula Uno. Però non lo avevamo mai sentito commentare lo sci. E possiamo dire… finalmente! Carlo, che fino a qualche anno fa è stato responsabile tecnico di Sciare magazine, è maestro, allenatore e un passato come atleta (scherzandoci su, con scarsissimi risultati). E’ un elemento importante questo, perché lo sci è uno sport altamente tecnico e capire cosa sta accadendo in prima persona, senza dipendere dal tecnico che lo affianca, è molto fondamentale per far la differenza. Il suo timbro indicato per trasmettere l’emozione olimpica si è ben amalgamato con la voce delle sue spalle: Giorgio Rocca, atleta fino a ieri, e semi-giornalista in pista. Diciamo semi perché non riusciamo ancora a vederlo con un altro vestito. Anche se Giorgio si è divertito moltissimo in questo ruolo, si vedeva che raccontava i tracciati e intervistava i suoi ex compagni con la divisa della nazionale ancora appiccicata. Assolutamente sorprendente Karen Putzer. Una parlantina così non ce la saremmo mai aspettata. Mai un’incertezza, un hem… di troppo, e soprattutto la capacità di intravedere subito l’aspetto tecnico più importante, con l’aggiunta di alcune notizie da giornalista di prima linea. La simpatia poi di Thomas Grandi ha aggiunto un pizzico di stereofilia che ad un’Olimpiade non guasta mai. Thomas ci ha permesso di capire meglio la mentalità di un Paese che nessuno conosce se non per il freddo e gli spazi immensi. Ottima anche la scelta di posizionare al traguardo Elisa Calcamuggi, perché ha saputo sempre fare le domande giuste al momento giusto e non solo agli atleti italiani. E kristian Ghedina? L’esempio della spontaneità e dell’entusiasmo. Ha saputo raccontare le prove veloci trasmettendo quelle che sono le emozioni di un atleta in pista. E poi quell’Albertone dal quale non ci si può attendere un sermone, ma la sua immensa simpatia sì. E c’è riuscito. Le immagini che lo hanno ripreso durante la discesa d’oro di Giuliano sono fantastiche. Le sue lacrime sono state anche le nostre. La regia nascosta di Matteo Pacor non è uscita nelle immagini, ma nei contenuti assolutamente sì. L’esperienza di Matteo si è rivelata assolutamente vincente. Una squadra costruita da Giovanni Bruno con la sua solita e proverbiale genialità. Nessun artifizio particolare, perché quasi sempre la semplicità, se ben gestita, vince! Quando Giovanni ha la possibilità di organizzare gli eventi speciali, la certezza di un boon televisivo è assoluta. Di così grandi non ne aveva mai gestiti, dunque ora potrà dedicarsi agli altri avvenimenti proposti da Sky Italia (Mondiali e Olimpiadi di Londra) con l’assoluta certezza di offrire un palinsesto perfetto. Tutti gli inviati di Sky Italia che si sono occupati delle varie specialità, dallo sci nordico al pattinaggio, dallo slittino al freestyle e allo snowboard, sono riusciti a raccontare l’evento sportivo più importante del mondo, con grande professionalità. Forse mai i telespettatori sono riusciti a vivere i Giochi così a contatto con le gare, con i protagonisti e con le Emozioni. Davvero brava Sky Italia, ha proprio vinto la medaglia d’oro!
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