Gare

SL Copper, Mikaela Shiffrin strepitosa, Colturi ancora sul podio

Mikaela Shiffrin non vince: chiude il discorso. Lo fa con la naturalezza di chi sa già dove finirà la propria sciata mentre sta ancora iniziando la curva. Alla fine la classifica dice che la gara l’ha dominata senza dominare, come capita solo ai fuoriclasse: niente manche perfetta, nessun colpo spettacolare, solo una capacità feroce di non perdere mai davvero il filo della velocità. Nel tratto decisivo — la lunga che spiana e poi scava — rallenta meno delle altre. E basta. Perché qui, sul pendio di Copper Mountain, non serviva inventare, serviva tenere.

Alle sue spalle, la storia più rumorosa non è il podio: è la maniera in cui la tedesca Lena Dürr ci si arrampica sopra. Arriva alla seconda manche con quel distacco che di solito ti condanna al ruolo del comprimario, ma decide che non è il giorno giusto per stare in fila. Cerca un ritmo più alto delle sue mezze stagioni, entra sul muro come se la pista non fosse già spelata, scava dentro ogni porta il margine necessario a scorticare il suo tempo. È una manche che non grida, ma pulsa. E quando taglia il traguardo, il tabellone le restituisce la certezza che serviva: non sarà la più elegante, ma oggi è la più viva.

E poi c’è lei: Lara Colturi. La parte più fragile e più potente di tutta la gara. Una prima parte lucida, cattiva, geometrica. Poi quell’errore sul raccordo, un attimo troppo morbida dove bisognava incidere. Le basta per perdere quello che non si dovrebbe perdere mai. Ma è la reazione che racconta la sua gara: non si lascia sfuggire la corsa, non si appiattisce sul segno della pista, non si lascia intimidire dal cratere che si apre dopo l’errore. Rimette gli sci in direzione del podio, trova una sequenza tagliente nel settore più tecnico, raddrizza la manche e chiude terza. Terzo podio consecutivo. Terzo giorno in cui resta tra le migliori senza più sembrare un’apparizione. È seconda nella classifica dello slalom e in quella generale!

L’elvetica Wendy Holdener galleggia al limite, senza mai accendersi davvero; Anna Swenn Larsson emerge a tratti, come se aspettasse una porta che non arriva; Katharina Liensberger recupera sé stessa troppo tardi per cambiare il finale. Tutte lì, dentro il margine che dice molto più di qualsiasi giudizio: la differenza oggi non è nello stile, ma nella luce con cui si è entrate sul muro.

E in mezzo a tutto questo, c’è la storia laterale che diventa quasi centrale: la francese McFarlane. Diciotto anni di leggerezza feroce, pettorale alto, primo run qualunque. Poi una seconda manche che sembra arrivare da un’altra gara: linee dritte, zero paura, zero perdite di aderenza dove tutte pattinano. Miglior tempo di manche, rimonta di sedici posizioni, e la sensazione che il futuro abbia già bussato e abbia trovato la porta aperta.

Per l’Italia resta la serata complicata di Lara Della Mea, ingabbiata in una sciata troppo morbida nei punti in cui la pista chiedeva muscoli e geometria. Le manca la velocità all’uscita dal piano, le manca un filo di coraggio nel tratto che costringe a raddrizzare subito le punte. Non è una disfatta: è una gara che lascia appunti.

Copper ha scelto così: non chi ha scivolato meglio, ma chi ha resistito meglio.
La neve non ha premiato la pulizia, ha premiato l’insistenza. E tra tutte, solo tre hanno tenuto la barra dritta dall’inizio alla fine, anche sbagliando, anche rischiando, anche facendo i conti con gli errori degli altri.

Shiffrin perché è Shiffrin. Dürr perché ha deciso che non era il suo giorno per cedere. Colturi perché ha la forza delle atlete che non hanno più bisogno di stupire: devono solo confermare.

 

La classifica dello slalom

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

Add Comment

Click here to post a comment