Paco Rassat entra per la prima volta nel club dei vincitori di Coppa del Mondo e lo fa con una delle seconde manche più incisive degli ultimi anni. A Gurgl il 27enne francese firma il suo capolavoro personale, beffando Armand Marchant di 7 centesimi e Atle Lie McGrath di 9, in una gara dove ogni porta ha pesato come un macigno.
Per il Belgio è un giorno storico: Marchant diventa il primo atleta di sempre a portare il Paese sul podio di uno slalom di Coppa.

Fino a quel momento il leader era stato Dominik Raschner, autore di un recupero-monstre di 11 posizioni. Per soffiargli la poltroncina del traguardo è servita una manche fuori scala: Rassat ha tagliato tutte le linee possibili, sciando “dritto” come raramente si vede nello slalom moderno, sempre in spinta, sempre in anticipo. Marchant ha provato a replicare la stessa filosofia: 27 centesimi più lento nella run, 7 nel totale, ma abbastanza per restare davanti a Raschner—e iniziare davvero a crederci.
La conferma è arrivata subito dopo: sia Clément Noël sia Manuel Feller si sono sciolti, il primo incapace di trovare ritmo, il secondo sprofondato addirittura all’ultimo posto.
Linus Strasser non è andato meglio: troppo falloso, troppo a strappi.
Timon Haugan ha lasciato la gara sul muro, dove ha perso quell’aggressività che l’aveva portato fino al podio provvisorio nella prima manche.
Tanguy Nef ha frenato già dalle prime porte, troppo guardingo per puntare alle posizioni che contano.
Il gioiellino Eduard Hallberg, dopo la deliziosa manche del mattino, ha provato a forzare come mai aveva fatto prima: è arrivato fino all’ultimo intermedio con chance podio, poi è saltato in aria letteralmente sulle ultime porte, tradito dalla velocità che stava cercando.
E poi Atle Lie McGrath, il leader dopo la prima run: preciso, pulito, tecnicamente ineccepibile, ma stavolta non abbastanza. Ha sciato alla McGrath: perfetto… e forse troppo “perfetto” per difendersi da chi rischiava tutto.
Kristoffersen: la crisi continua
Ancora lontanissimo dal suo livello Henrik Kristoffersen. Il detentore della Coppa di Slalom continua a sciare rotondo, largo, con troppa neve sotto gli sci.
Da Levi a oggi lo scenario non cambia: 18° dopo la prima manche, 12° al traguardo. Dietro anche a Simon Rueland e Daniel Yule, e appena davanti al francese Amiez e al britannico Billy Major, più brillante del veterano Dave Ryding, finito addirittura dietro a Sala.
Per Kristoffersen una sola consolazione: essere ancora davanti ai due giovanissimi norvegesi che gli stanno togliendo spazio, Oscar Andreas Sandvik (18°) ed Erik Hystad Solberg (23°).
Vinatzer fallisce l’attacco al podio
Alex Vinatzer aveva chiuso la prima manche al decimo posto, a 66 centesimi da McGrath. Ma la seconda run si è inclinata subito: appena superata la gobba della pista, il gardenese ha iniziato a caricare sulle code, perdendo direzionalità e centimetri preziosi a ogni curva.
È rimasto dentro, ma con il penultimo tempo della manche. Chiude 19°, ben lontano dalle aspettative.
Sala 26°: qualificazione all’ultimo respiro, gara controllata
Tommaso Sala si era qualificato come trentesimo grazie all’inforcata di Zubcic.
Nella seconda manche ha sciato pulito, ma senza spingere davvero: più un’uscita di sopravvivenza che d’attacco. Guadagna 4 posizioni—complice l’uscita di Hallberg, Ax Swartz e il disastro totale di Meillard e Feller. Ha bisogno di continuità, chilometri e fiducia: il suo livello non è questo, ma va ritrovato.
Non erano entrati nei 30 Simon Maurberger (35°), Tobias Kastlunger (36°) e Matteo Canins (38°).






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