Arriva il quinto podio in carriera per Lara Colturi, e questo – lo diciamo senza sfumature – è il più bello. Per qualità, per autorità, per quella sensazione che ti lascia addosso quando una giovane decide di smettere di imitare e comincia a dettare.
Lara colturi in azione verso la conquista del secondo posto, esattamente come un anno fa quando finì dietro a Shiffrin e davanti a Rast e Holdener!
La 19enne piemontese che veste i colori dell’Albania oggi ha dato una lezione: postura impeccabile, angoli vivi, ritmo costante anche dove la neve si sfilacciava. Il divario con Mikaela Shiffrin resta siderale: +1”23 in un giorno così non lascia interpretazioni. L’americana è ancora un passo avanti rispetto a tutte. Non una spanna: un passo. Ma Lara ha acceso la miccia giusta—quella del “non sono in ritardo, sto arrivando”.
E poi c’è il ritorno di Camille Rast. Un podio che sa di liberazione dopo un anno di silenzi forzati. Terza nella prima manche, cattiva quanto basta nella seconda, ha respinto la compagna di squadra Wendy Holdener usando la sola arma che conta davvero: la volontà di prevalere.
Holdener, dal canto suo, ha firmato la prova più solida possibile con un ginocchio che continua a pizzicare e un tracciato che pretendeva controllo chirurgico. Già dalla prima run si era capito che avrebbe venduto cara la pelle.
Paula Moltzan continua il suo dicembre da funambola: quinta, con quella tecnica “americana” che spezza le regole e tiene la linea quando tutti la perdono. Dopo il secondo posto a Sölden in gigante e il quarto a Levi, un’altra pietra pesante nella sua stagione.
Dalle retrovie è risalita Katharina Truppe, undicesima dopo la prima manche e imprendibile nella seconda. Ha riesumato, per qualche minuto, la Truppe di Åre 2025, quella capace di vincere l’unica gara della sua carriera. Tempo-monstre, sì, ma il buco della prima run l’ha ricacciata al sesto posto. Dietro di lei Lena Dürr, Sara Hector ed Emma Aicher, lontana parente della sciatrice di Levi: qui, su questa neve, non ha trovato nulla da cui attingere.
In un giorno in cui la neve cambiava accento a ogni cambio pendenza, l’esperienza paga. Laurence St-Germain, oro mondiale a Méribel 2023, ha letto la pista meglio di molte giovani: ventiquattresima a metà gara, tredicesima al traguardo. Una rimonta elegante, controllata, interrotta solo da Truppe, due anni più giovane ma con ricordi più freschi di vittorie recenti.
Crolla invece Zrinka Ljutic. Sesta a Levi, settima dopo la prima manche oggi, fuori per un’inforcata che racconta più di mille analisi: non c’è ancora il ritmo, non c’è ancora la sciata.
C’è invece un pizzico di delusione azzurra: Lara Della Mea. Undicesima dopo la prima run, aveva in mano una seconda manche da interpretare senza timori. Ma sul muro è sempre troppo bassa, troppo inclinata, troppo nella zona rossa. La grinta non basta quando la geometria non è dalla tua parte. Scende al diciottesimo posto, unica italiana qualificata per la seconda manche. Un centesimo, uno solo, ha tenuto fuori Giorgia Collomb, la più brillante delle escluse.
Uno slalom pieno di spine, segnato da una neve indecifrabile, ma anche un altro tassello nella costruzione di una stagione che sta già scegliendo le sue protagoniste. E Lara, da oggi, siede sempre più vicino al tavolo delle grandi.






Add Comment