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SL Semmering, Rast comanda la prima manche-rodeo che Della Mea riesce a domare

Camille Rast comanda la prima manche dello slalom di Semmering con il tempo di 54”70. Un margine minimo, appena 9 centesimi, su Lara Colturi, ma sufficiente per dare un segnale chiaro in una gara che, discesa dopo discesa, si rivela sempre più selettiva.

La svizzera interpreta al meglio una Panorama tracciata stretta, dal ritmo elevato, disegnata dall’allenatore di Rast: un disegno che non concede respiro, con linee da tenere alte e continue, soprattutto nella prima parte, dove la neve risulta bagnata e salata, già mossa, e rende difficile trovare immediatamente il vincolo. Rast costruisce la sua manche sulla precisione assoluta: ingresso pulito, grande lavoro sugli spigoli e pochissime sbavature. Qualche decimo lasciato qua e là, ma una solidità che la porta davanti a tutte.

Alle sue spalle Colturi impressiona soprattutto nel tratto finale, dove trova accelerazione e pulizia, recuperando velocità proprio dove molte frenano. La sua è una sciata aggressiva, molto attiva con le ginocchia, che conferma quanto il podio in slalom sia ormai un obiettivo concreto, non episodico.

Terza a 34 centesimi si inserisce Katharina Liensberger, autrice di una manche compatta, forse meno brillante nella prima parte ma molto efficace nella gestione del ritmo. L’austriaca resta pienamente in corsa in una classifica ancora apertissima nelle prime posizioni.

Più indietro del solito Mikaela Shiffrin, quarta a 54/100. La sua manche è pulita ma non incisiva come siamo abituati a vedere: qualche apertura di spalle nei cambi, una perdita di vincolo nel pianetto prima del tratto finale e una gestione più prudente che la penalizza soprattutto nella parte conclusiva. Non è un distacco irrecuperabile, ma è un’anomalia rispetto ai precedenti slalom stagionali, dove aveva spesso fatto la differenza già nella prima manche.

Dietro le prime quattro, i distacchi iniziano a dilatarsi rapidamente. La pista, poco pendente ma estremamente tecnica, punisce ogni frenata sotto il palo: chi arretra o allunga le linee perde velocità e non riesce più a rilanciare. Ne fanno le spese anche atlete di primo piano, con errori piccoli ma costosi, che spiegano perché dopo le prime trenta il cronometro racconti già distanze importanti.

Dietro le prime quattro, la classifica racconta in modo ancora più evidente quanto la pista di Semmering stia selezionando. Katharina Truppe è quinta a 66 centesimi, con una manche efficace soprattutto nella parte alta, dove riesce a tenere linee tese e ritmo, ma paga qualche incertezza nel tratto centrale, dove il fondo più mosso costringe a micro-frenate che spezzano la velocità. Subito alle sue spalle Wendy Holdener perde terreno proprio lì dove la pista chiede decisione: qualche linea un po’ lunga e una gestione prudente sotto il palo le costano decimi pesanti in un tracciato che non concede recuperi.

La prima vera frattura arriva con Paula Moltzan, settima a oltre un secondo. Il suo risultato assume valore tecnico se letto nel contesto: una prima parte molto solida, poi un finale dove, come per molte, la perdita di vincolo e la necessità di “tenere” l’azione fanno evaporare velocità. Alle sue spalle Cornelia Öhlund e Anna Swenn Larsson entrano in una zona di distacco già superiore ai due secondi, segno di una pista che, scesa dopo scesa, diventa sempre più esigente.

Più indietro, la manche di Zrinka Ljutić racconta una difficoltà evidente di adattamento al disegno: troppo chiusa in entrata, costretta a fare più strada e a controllare con il piede, perde continuità e scorrevolezza. I distacchi si impennano ulteriormente con Lena Dürr e Sara Hector, entrambe penalizzate da una neve che non restituisce grip e da un tracciato che non permette di costruire ritmo con progressione.

In questo quadro così selettivo, la manche di Lara Della Mea (13esima) merita una lettura a parte. Dodicesima a poco più di tre secondi, ma soprattutto prima delle azzurre, l’italiana costruisce una discesa intelligente, matura, perfettamente centrata sulle difficoltà della Panorama. Non cerca sensazioni che oggi non esistono, non forza dove la pista non concede: scia precisa, composta, lasciando correre lo sci quando possibile e accettando di gestire nei punti più critici. Qualche arretramento c’è, inevitabile su una neve bagnata, mossa e poco pendente, ma la linea resta pulita e l’assetto sempre da slalom vero. È una manche senza strappi, ma anche senza errori grossolani, interpretata con lucidità tattica: fare quello che la pista permette, portarla a casa, restare dentro una gara in cui tante pagano caro anche minime sbavature.

Considerando le condizioni della pista Martina Peterlini, ventesima, è riuscita a difendersi: +4″14 il ritardo, che le vale la 21esima piazza. La trentesima è la norvegese Bianca Bakke Westhoff, pettorale 47 a +5″94. da Rast. Il pettorale più alto a qualificarsi lo indossa l’austriaca Natalie Falch, ventesimoa a +3″95 col 56: l’eroina della giornata!

Tutte fuori le altre Azzurre compresa la 16enne Giada D’Antonio, al suo debutto, che è arrivata al primo rilevamento con uno degli intermedi migliori delle ultime scese (+1″11, Valleriani +1″51, Collomb +1″20, Sola +1″14) ma poi si è persa anche lei su una pista impossibile. 79 atlete partite, 40 al traguardo, record storico di atlete uscite in Coppa del Mondo!

La classifica della prima manche

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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