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Slalom Kranjska, Clement Noel nella battaglia di Podkoren

In una prima manche più simile a una battaglia che a una prova di slalom, il francese Clement Noel realizza nettamente il miglior tempo. Sotto una fitta precipitazione di un mix tra pioggia, neve e pezzetti di ghiaccio, i prime tre concorrenti hanno corso ad armi pari, poi il terreno ha iniziato a rovinarsi creando un ritardo inevitabile specialmente sul muro finale. Condizioni che dopo i primi 30 sono ulteriormente peggiorate con una nevicata come si suol dire, epica!Inversione dei 15 anziché dei 30 come avvenuto a Cortina anche se non servì a nulla? No, la regola non si capisce quando e come deve essere presa.

Sul muro Clement Noel ha sciato in maniera perfetta. Meglio di lui, in quel tratto, ha fato Alexis Pinturault che però ha sporcato le linee nel tratto centrale. Ma onore al coraggio di questo super atleta che si sta giocando la chance della vita. Nel mirino la Coppa generale insidiata da Marco Odermatt. ma Alexis sa benissimo che non può fare calcoli e deve esporsi a ogni rischio per guadagnare più punti possibili in vista delle finali di Lenzerheide.
Alle spalle di Noel c’è Henrik Kristoffersen, patito per primo, staccato di 49 centesimi. Poi sono tutti appiccicati: Roman Zenhaeusern a +0,56, Pintu a +0,58, Muffat-Jeandet +0,61 e Marco Schwarz a 76 centesimi. Applauso ironico al traguardo rivolto ai giudici di Foss-Solevaag che non ci ha capito nulla finendo a +2″03

Alex Vinatzer ha sciato bene, con un buon ritmo e con un’azione votata all’attacco, anche se sappiamo, come da lui confessato a Cortina, che sul sale non riesce ancora a trovare le risposte giuste per fare il tempo. È riuscito a uscire sano e salvo da un errore sul muro e da una pericolosa inclinazione. Queste imperfezioni hanno fatto lievitare il suo tempo a +1″46, di cui un secondo nella seconda parte di gara. È decimo, tra Daniel Yule che lo precede e Manuel Feller che lo tallona.
Manfred Moelgg purtroppo è uscito ma era già in forte ritardo. Inevitabile per tutti, dal 20 in poi, portarsi al traguardo almeno due secondi, non attribuibili alla propria abilità. Ecco perché Stefano Gross ha concluso con un gap di 3″51. Erano solo 7 decimi fino a metà gara. Poi anche lui, come tutti, sul muro non ha potuto far altro che inventarsi freestyler! Dovrebbe però riuscire a qualificarsi nei trenta: è 25esimo dopo i primi  36. Finisse così la prima manche, sarebbe un gran bel lusso. Perché significa partire tra i primi nella seconda e in questo caso potrebbe mettere a frutto il suo stato di forma che parrebbe ottimo.

Per dare un’idea della pista, tra gli atleti scesi dal 40 al 67 soltanto in 7 hanno superato il traguardo con una media ritardo di 6 secondi.

Più Alex Leever (USA) che ha concluso con un ritardo di 26 secondi!

Insomma, due gare diverse tra i primi dieci e gli altri. Ma lo sci è così. Sicuramente nella seconda manche i primi a partire avranno un enorme vantaggio rispetto a chi si trova in testa alla classifica. Fuori purtroppo Giuliano Razzoli. Perdeva 5 decimi fino al muro, poi si è inclinato e d è inevitabilmente uscito. Stessa sorte di Tommaso Sala che ha cercando anche di pulirsi la maschera tra un palo e l’altro.

LA CLASSIFICA

 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).