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Slalom Saalbach: Noël inforca e Meillard completa l’opera d’arte della Svizzera

Clement Noël la butta letteralmente via inforcando lasciando la vittoria a Loic Mailard, che completa l’opera d’arte della Svizzera, prima in tutte le specialità tranne che nel gigante. E per lui si tratta del secondo oro più il bronzo a questa rassega iridata.

Per Atle Lie McGrath arriva la prima medaglia ai Mondiali. Tutta meritata, perché ha avuto il coraggio di rischiare tutto nella parte conclusiva di una manche completamente diversa dalla prima, 5 secondi più veloce. Non è d’oro perché ha trovato un Loic Meillard altrettanto straordinario.

Grande felicità per Linus Strasser che regala una medaglia alla Germania rimasta totalmente a secco. Non ha rischiato tutto nella prima parte di manche, ma poi nel tratto centrale ha trovato il modo per creare tanta velocità, ponendosi in testa e superando Timon Haugan, 3° a metà gara, che nel finale non trova lo spunto per fare la linea migliore, concludendo dietro anche a Feller.

La parte finale di Manuel è davvero un’opera d’arte, degna di finire sui manuali della tecnica dello slalom. Può recriminare soltanto per la sua prima manche dove aveva accumulato un ritardo troppo elevato che ha compromesso la conquista di una medaglia. A  fine gara ammetterà che questa è la più grande sconfitta della sua carriera.

Tuttavia crediamo che il più deluso della giornata sia Clement Noël perché aveva la vittoria in mano e la certezza di essere il più forte slalomista di stagione con 4 vittorie ottenute in Coppa del Mondo. Eppure, non è la prima volta che in momenti d’altissima emozione, il fenomeno francese caschi in errori per uno come lui, più banali e di distrazione che tecnici.

Un pensierino lo aveva fatto anche Dave Ryding grazie a una seconda manche ricca di intensità che lo ha fatto sedere sulla poltrona del leader corner fino a quando in partenza erano rimasti solo i primi 6. Alla fin fine, dopo la run d’apertura perdeva + 1″20 dal bronzo, ritardo non così terribile. Ed essendo passato davanti a fior di slalomisti come Raschner che guadagna 14 posizioni, Kolega, Nef e Amiez era lecito sognare qualcosa di grandioso. Concluderà sesto. alle spalle di Timo Haugan.

C’è davvero tanta differenza dal primo atto dei mondiali all’ultimo per la spedizione azzurra. Siamo passati dall’incredibile oro vinto nel parallelo a squadre, allo zero assoluto dello slalom. Agli atti rimane soltanto il 20esimo posto di Stefano Gross che nella run conclusiva perde 7 posizioni rimasti letteralmente a corto di fiato. Ma a 39 anni non si può certo pretendere di danzare tra i rapid gates con la prestanza fisica di un ventenne. Ha messo tutto se stesso, si è affidato alla sua carica tecnica, ma quando le forze soni venute meno non è più riuscito a spingere.

Finisce, invece sull’interno la seconda manche di Tobias Kastlunger quando sembrava essere partito con un atteggiamento più brillante rispetto alla prima manche. Ma non riesce a superare nemmeno la metà del tracciato. Alex Vinatzer, pur senza spingere pil di tanto, resiste fino a una decina di porte dal traguardo. Finito il ripido, inizia ad arretrare col peso, fin quando non ha piò la possibilità di tenere la linea. Torna in Gardena con l’oro vinto nel parallelo a squadre dove aveva sciato piuttosto bene, ma dalla combinata al gigante fino all’ultimo appuntamento di Saalbach un’involuzione totale. Probabilmente il problema non è soltanto tecnico.

la classifica dello slalom

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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