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Sledge Hockey: Super Italia, batte la Svezia

 Non vinceremo una medaglia d’accordo, ma la possibilità doi giocare la finale per il 5/6° posto è un risultato stroardinario. Anche alla luce di quel 7 a 0 patito contro la Russia nei preliminari che aveva un po’ depresso gli animi. Ma il team azzurro trova la sua forza nello spirito di gruppo, l’uno con l’altro si caricano perché sono convinti di non essere più una squadra materasso come eravamo a Torino 2006. A Vancouver, quattro anni fa, avevamo ottenuto un settimo posto di tutto rispetto, poi siamo riusciti a diventare campioni europei. E qui a Sochi la nostra etichetta era di quelle che valgono, anche se davanti a noi, semza ombra di dubbio ci sono Canada, Stati Uniti, Russia, Repubblica Ceca e i paesi scandinavi. Morale, siamo scesi sul ghiaccio contro la Svezia per conquistare un posto per la finalina del quinto e sesto posto, ma battere i giallo/blu non era impresa facile. E le cose all’inizio si erano messe male, consideando che nel primo periodo, dopo aver messo sotto assedio la porta svedese eravamo sotto di una rete. E il copione nonc ambia nel secondo: dominio italiano ma seconda rete per la Svezia. Nel terzo tenpo Massimo Da Rin cambia il portiere non per demerito, ma per dare una scossa. Ed è una scelta vincente, perché arriva una rete con Rosa dopo due minuti e il pareggio a 2 minuti dal termine con Gregory Leperdi, dopo sette temtativi e un palo preso da Planker. 
Si va all’over time, dieci minuti con la regola del golden gol: il primo che segna vince. Dietro, Rosa e Cavlieri difendono senza problemi, perchè la Svezia ci teme e si rintana dietro. Winkler, è un leone e Planker una sicurezza e Macrì torna in porta. Passano 3’44 e arriva il tiro di Gianluca Cavaliere da lontano che sistema le cose. Italia passa, Svezia a casa con uno score di trenta tiri per noi e 11 per loro. Il pubblico numerosissimo, appena milel spettatori in meno di Russa-Stati Uniti, ci applaude come fossimo sovietici! Il cuore si vede e vince sempre!

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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