Mikaela Shiffrin comanda la prima manche dello slalom gigante d’apertura di Soelden. Ha lasciato il cancelletto di partenza col pettorale numero 1 e ha mantenuto questo numero fino al traguardo anche al termne della prima frazione di gioco. E’ stata l’unica a sciare bene assieme ad Anna Fenninger che la tallona a 9/100. Eppure l’austriaca le era stata sempre davanti per 4 decimi, poi ha inciso troppo con le lamine nelle ultime due porte prima del lungo pianoro finale ed ha accumulato un ritardo di mezzo secondo. Bello rivederla con la verve di sempre la francese Tessa Worley, infortunatasi l’anno scorso nello slalom di Courchevel. Ha perduto centesimi sul finale ma 42/100 di ritardo lei li sa recuperare. A 64/100 c’è la nostra Federica Brignone, brava dall’inizio alla fine perché è risucita a cambiare ritmo nei punti nevralgici del tracciato. Sì, qualche sbavatura l’abbiamo vista, ma sembra che mentalmente sia proprio presente. Un approccio alla gara positivissimo. Ciò che non è capitato alle altre migliori interpreti della specialità: Zettel, Vikarby, Maze, Rebensburg, Weirather… lontanissime, impacciate, lente, ancora lontane dalla forma migliore. Il fondo ghiacciato ha fatto del suo, soprattutto perché le atlete negli allenamenti estivi non hanno mai incontrato situazioni simili, ma il resto lo ha fatto la preparazione atletica e tecnica ancora da affinare. Soprattutto le ragazze impegnate anche nelle prove veloci che, per forza di cose, devono seguire un allenamento muscolare che rende legnose in questa fase. Si è salvata in parte Lara Gut che ha commesso un erroraccio sul muro concludendo però al quinto posto a 85/100 dall’americana Shiffrin. Alto il ritardo di Nadia Fanchini, troppo pasticciona su una neve che forse non ama. Comunque, nonostante il ritardo di 1"91, si ritrova in decima posizione. Eccessivo il gap per Irene Curtoni: tre secondi e mezzo dopo una prova condotta sempre in difesa. Stessa sorte per Manuela Moelgg + 3"54 e per Francesca Marsaglia che ha rimediato un ritardo superiore ai 4 secondi. Sta di fatto che abbiamo 4 atlete nelle prime 14 e questo non accadeva da diverso tempo. Il tecnico Livio Magoni può ritenersi soddisfatto, almeno parzialmente, per questo inizio. Aspettiamo comunque la seconda manche, dunque il primo vero verdetto.
Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).
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