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Sofia Goggia. “Ieri ho pianto, ma sono ripartita da lì per risalire”

Il dolore di oggi come benzina di domani. È l’immagine che Sofia Goggia sceglie per raccontare la sua vittoria nel SuperG di Val d’Isère, la prima stagionale, la 27ª in carriera, arrivata dopo una delle giornate emotivamente più dure degli ultimi tempi. A suggerirgliela è stato Gian Piero Gasperini, allenatore con cui Sofia mantiene un legame profondo dai tempi dell’Atalanta. “Il dolore di oggi sarà la benzina di domani”, si sono scritti. E la pista, il giorno dopo, ha dato ragione a entrambi.

La vigilia era stata pesante.
La gara di ieri mi ha segnato tanto – racconta Goggia – è stata una giornata emotivamente molto dura e ho passato un’ora a piangere ripensando all’occasione sprecata. Arrivavo da tanta solidità e invece un errore mi ha fatto gettare al vento una occasione d’oro”. Parole che non cercano attenuanti. L’errore resta lì, ancora presente, ma diventa parte del percorso. “Sono ripartita da lì, dalla voglia di riscatto. Come tutta la mia carriera, fatta di ripartenze e di tanta voglia di risalire”.

Il SuperG del giorno dopo è un’altra storia. Non per spettacolo, ma per lettura. Goggia sceglie una sciata diversa, più controllata nella parte alta, meno aggressiva, più lucida. “Quando sono arrivata in fondo non ero convinta, ho sciato con molto margine nella parte alta. Ma è bastato”. Bastato perché la gara, su una Oreiller-Killy che chiede soprattutto scelta, si vince nel punto giusto. Lì Sofia mette ordine e porta la velocità fino al traguardo.

La vittoria arriva, pesa, libera. “Quando sei sul podio sei sempre contenta, ma vincere è quello a cui ambisco”, dice. E aggiunge una riflessione che va oltre Val d’Isère: “A St. Moritz Lindsey Vonn ci ha svegliate e ci ha obbligate tutte ad alzare il livello. Mi preme partire più da quello che non tanto soffermarmi sulla gara di oggi, dove so di avere avuto margine”. È un messaggio chiaro: la concorrenza cresce, il livello si alza, e la risposta passa dal lavoro.

C’è anche spazio per l’ironia, quella che Sofia usa per alleggerire senza togliere profondità. “Oggi con questa vittoria mi sono fatta un bel regalo di Natale, ieri invece l’ho fatto alle altre perché a volte sono generosa”. Poi lo sguardo avanti: “Ora il Natale, a Semmering e Kranjska Gora ci sarò in gigante, a gennaio magari mi concentrerò sulla velocità, vedremo”.

Ai piedi del podio chiude Elena Curtoni, quarta, con una prova che conferma continuità e presenza costante. “In realtà sono un po’ nervosa – ammette – sapevo di poter fare bene su una pista che mi piace e su un tracciato adatto a me. Posso migliorare ancora, ho trovato vento nella parte centrale”. Curtoni legge il risultato con lucidità: “Mi fa stare tranquilla il fatto di essere sempre vicina alle prime, in superG soprattutto. Mi dà fiducia, so che crescerò anche in discesa”.

Segnali positivi arrivano anche da Roberta Melesi, che trova conferme nel cuore della pista. “Ho fatto una bella gara nel tratto centrale, pago tanto nelle parti di scorrimento ma per il momento prendo il buono che c’è”. È una dichiarazione che dice molto del momento: consapevolezza dei limiti, ma anche della direzione.

Giornata più complicata invece per Laura Pirovano, che paga un errore nella parte alta. “Peccato per l’errore di linea in alto; ho provato ad attaccare a tutta, cosa che non sempre mi riesce”. La chiusura resta positiva: “Non è andata bene, ma sono contenta dell’atteggiamento che ho avuto in gara”.

Val d’Isère, alla fine, lascia un messaggio chiaro. Il dolore resta, gli errori non si cancellano, ma possono diventare carburante. Sofia Goggia lo ha trasformato in una vittoria che pesa, perché arriva dal giorno dopo. E perché, ancora una volta, racconta una carriera costruita sulla capacità di ripartire.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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