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St. Moritz Tricolore: il coraggio di Elena Curtoni e il “colpo” di mano di Sofia Goggia

St. Moritz Tricolore: il coraggio di Elena Curtoni e il “colpo” di mano di Sofia Goggia.
St. Moritz non è Cortina e la discesa non è il superG ma Elena Curtoni sa cogliere la sua terza vittoria in carriera (come nella Perla delle Dolomiti in superG e a Bansko) nella regina delle specialità vincendo una discesa resa complicato dalle condizioni meteo. Al punto da obbligare la giuria ad abbassare la partenza. La valtellinese è scesa per seconda, quindi senza troppi riferimenti, ma ha sfidato la cattiva visibilità fidandosi delle sue capacità per disegnare ugualmente le traiettorie che aveva costruito in allenamento. Non c’è stata storia, perché questo atteggiamento o ce l’hai dentro fin dalla nascita oppure il piede non riesce a spingere a dovere.

Ed Elena, oltre ad avere sciato in maniera esemplare in quelle condizioni limite, non ha mai lesinato la sua nota aggressività. Anche nella parte alta, quando ha perso un poco l’esterno in un paio di occasioni, non si è fatta prendere dallo sconforto. Così si è seduta sulla poltroncina nel leader corner e non si è più alzata. Nemmeno quando è scesa Sofia Goggia, fermata dalla giuria in partenza per alcuni minuti perché un militare, addetto alla pista, è caduto facendosi male.

La nostra Regina ha perduto qualcosa di troppo nella parte alta con un ritardo che è salito fino a mezzo secondo a metà della Corviglia. Poi ha fatto ricorso alle sue inimitabili capacità di far velocità ed ha tagliato il traguardo a 29/100 dalla compagna di squadra. Ma c’è un problema: nell’impatto con il palo della terza porta si è infortunata alla mano sinistra. La prima cosa che ha detto appena si è fermata è stato: “Mi sono rotta la mano“. È presto per dirlo, ma il medico della Fisi gliel’ha fasciata e ricoperta di ghiaccio.  E l’ospedale locale dirà se si tratta di frattura o o di contusione.

Sul terzo gradino del podio la solita Corinne Suter, anche se il ritardo è pesante: +0,73, nove centesimi più veloce della compagna di squadra Jasmine Flury che in realtà ne ha combinate di ogni. C’è da dire che, seppur in modo non così netto, ma le prime tre scese hanno goduto di una visibilità leggermente migliore.

Lo straordinario risultato di squadra si completa col settimo posto di Federica Brignone che ha bucato la nebbia senza mai frenare Un settimo posto che conferma il suo pieno recupero di forma e di testa. Chi avrebbe avuto tutte le ragioni per scendere con un po’ di prudenza era Laura Pirovano, ma il fantasma dell’infortunio si è dissolto e allora già in picchiata a cogliere la decima posizione.

In top ten anche Mikaela Shiffrin bravissima a conquistare i punti preziosi della sesta posizione proprio davanti a Fede, e dietro a Breezy Johnson, mentre Gut-Berhami e Mowinckel sono rispettivamente ottava e decima.

È ancora in ritardo Nadia Delago che anche a St. Moritz non riesce a trovare il modo per affrontare la velocità con la dovuta sicurezza: +3″50 il ritardo. Poco meglio Nicol ma anche lei non è riuscita ad andare a punti. Mentre Karoline Pichler è starfelice per la 22esima piazza

Nessuna è riuscita a inserirsi ai vertici: troppo insistente la nevicata e la pista è andata via via a rovinarsi. Così Elena sulla stessa pista dove colse il suo primo podio in carriera (con un pizzico di fortuna) oggi può prendersi tutti i meriti che troppe volte non le vengono attribuiti.

La classifica

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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