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Stefano Costazza rivede le sue donne

Ma chi dice che le gigantiste italiane, da sempre riconosciute come le più tecniche del circuito, non sanno più sciare sul ripido? Di certo non il loro allenatore Stefano Costazza, che informato della voce circolata nel parterre di Soelden sorride sornione. "Non parlerei di problema tecnico ma piuttosto di errori tattici e di interpretazione. Ieri si è vista una gara strana con una Maze davvero un gradino sopra tutte come potenza fisica, ci ha impressionato, ma non siamo preoccupati. Le nostre hanno perso tanto sul ripido soprattutto nella prima manche perché non si sono fidate ad attaccare, ma le analisi della seconda manche sono confortanti, sia Irene Curtoni che Nadia Fanchini sul ripido sono state veloci. La Karbon ha perso perché vedeva poco e non si è fidata, chi di sicuro ha sbagliato totalmente a interpretare il tratto di pista centrale è stata Federica Brignone, nella prima manche troppo prudente e nella seconda troppo "o la va o la spacca". Ha spaccato, ma come detto non c’è da preoccuparsi, a questa prima gara non siamo arrivati al 100% della forma e lo sapevamo, il 7° posto di Denise e l’8° di Irene sono positivi, Federica si aspettava di più ma se avesse concluso la gara sarebbe finita probabilmente fra le prime. Ora c’è tempo per allenarsi ancora prima di Aspen, speriamo che faccia freddo in modo da poter trovare una stazione a bassa quota in grado di prepararci una buona pista". E la tedesca Weinbuchner, 12a alla prima gara di Coppa della vita? C’è un nuovo fenomeno nel mondo del grande sci? "Non direi, sul ripido l’ho vista davvero in difficoltà e nel piano finale dove è andata fortissimo deve aver preso anche vento. Aspettiamola ad una conferma, magari proprio ad Aspen, prima di giudicare". Le altre? "Fra le nostre Lisa Agerer è andata nel pallone e oltre ad aver sciato male sul ripido, cosa un po’ prevista, è andata malissimo anche nel piano, dove lei invece è molto forte. Elena Curtoni ha spento la luce, la sua prima manche ha dell’inspiegabile". Positiva invece la prova di Michela Azzola, per nulla intimidita dall’esordio in Coppa, che ha mancato di pochissimo la qualifica alla seconda manche. 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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