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SuperG di Beaver Creek: il capolavoro di Kriechmayr, Domme 4° Franzoni 10°

Il SuperG più tormentato dell’inverno si è preso ore di attesa, cinque interruzioni, vento, nebbia, un lampo di sole e una quantità industriale di coraggio. Alla fine, però, la Birds of Prey ha parlato chiaro: vince Vincent Kriechmayr, con una run che sembra scolpita nel granito. Alle sue spalle il norvegese Fredrik Moeller, +0”56, sorprendente per pulizia e lettura dei dossi, e al terzo posto Raphael Haaser, +1”03, bravo a disinnescare ogni sezione critica senza mai smarrire velocità.

Il trentesimo, Christof Innerhofer, seguito da Meillard che esce, taglia il traguardo. La gara è omologata. Ed è un bene: perché oggi, nel caos del meteo, qualcuno aveva davvero sciato da campione.

La magia di Kriechmayr

La pista più tecnica dell’intero circuito gli parla una lingua che sembra solo sua. Sul ripido lascia correre gli sci come se la nebbia non esistesse; sulla pietra sinistra imposta la curva dove gli altri escono bassi; sul doppio dosso tiene la pressione “di spinta” invece di frenare, e nella Golden Eagle lavora il dorso come ieri aveva fatto Odermatt, solo con più lucidità.
La differenza sta tutta lì: interpretazione. Kriechmayr ha affidato il risultato al fiuto, non alla prudenza. Torna a vincere qui otto anni dopo l’ultima sua vittoria sulla Bird of Prey!

Paris, un quarto posto di sostanza

Dominik Paris chiude quarto a +1”15, ed è uno dei risultati più solidi della sua stagione. Ha sbagliato nella parte alta, come quasi tutti i big, ma nel tratto centrale ha messo sul tavolo quella forza che gli permette di domare piste che non regalano niente. Ha pagato un errore sul cambio dopo il dosso, ma nei settori più veloci è stato sempre “dentro”, sempre pesante, sempre credibile.
Un Paris così, in vista della Val Gardena, vale più di una posizione.

Odermatt, per una volta, è umano

Marco Odermatt è quinto a +1”23, e questo basterebbe già per capire che giornata è stata. Nel primo settore prende +1”06: ripido sbagliato, linea bassa, uno sci che stacca dal terreno, troppa attenzione. Da lì in poi recupera, ma non abbastanza. È uno dei rari casi in cui non riesce a “forzare” la gara nel caos meteo. Rimane in piedi, rimane in controllo, ma non domina. E soprattutto, perde il pettorale rosso: Kriechmayr lo sorpassa.

Franzoni, potenziale enorme

Giovanni Franzoni, decimo a +1”50, ha costruito una gara molto più grande del suo risultato. Al primo intermedio paga +1”04, una voragine. Ma dal secondo settore all’arrivo lascia lì soltanto quattro decimi: significa che, senza l’errore iniziale sul dosso chiave dove ha cambiato troppo presto, sarebbe stato pienamente da podio. È la conferma di quello che aveva lasciato intravedere nella scorsa stagione: talento da top-5 ogni volta che la pista chiede interpretazione, non sola forza. Non pungono, invece Bosca (+2″57), Casse (+2″77) e Innerhofer (+2″94)

Una gara divisa in quattro stagioni

È impossibile raccontare questo SuperG senza raccontare il cielo. Prima: nebbia fitta, visibilità piatta, dossi che inghiottivano la linea e rendono la pietra sinistra un azzardo per chiunque.
Poi: una finestra di sole improvvisa dopo la ripresa — il primo e il secondo scesi dopo la pausa l’hanno trovato ancora grigio, ma agli altri la Birds of Prey ha restituito contrasto, profondità, velocità.
Subito dopo: vento. Raffiche forti in alto, partenze stop-and-go, atleti che indossano e sfilano la giacca venti volte, telecamere che oscillano, giudici che aspettano l’unico lusso possibile: un minuto e mezzo di calma.
Infine: un’ultima tregua, quanto basta per arrivare al pettorale 30 e consegnare un risultato che non può essere rimesso in discussione. Poi si prosegue con Meillard che esce e mentre sta per presentarsi al cancelletto Pinheiro Braathen arriva ancora lo Start/Stop. Mancavano 36 atleti!

Gli altri

Raphael Haaser ha firmato una prova da specialista puro. Moeller ha trovato la run della vita. Eichberger si conferma ormai uomo da primi dieci. Crawford e Rogentin pagano errori dove oggi non si poteva sbagliare: sui due dossi che precedono la Golden Eagle. Allegre e Cochran-Siegle approfittano della finestra buona, ma non abbastanza per scalare il podio. Kilde sbaglia in alto e non insiste: si alza e porta gli sci al traguardo in sicurezza.

Finale

Il SuperG più lungo, spezzettato e difficile dell’anno ha avuto un vincitore legittimo. Kriechmayr torna al successo dopo quasi due anni, l’Austria piazza due uomini sul podio, Odermatt perde il trono e l’Italia esce con un quarto posto pesante e una decima piazza che vale più di un decimo.

La Birds of Prey non ha mai regalato niente. Oggi, però, ha premiato chi ha saputo fidarsi dei propri sci quando il cielo non si fidava di nessuno.

La classifica del superG

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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