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SUPERG UOMINI: JANSRUD SU TUTTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quante sorprese in quel di Sochi. Nel superG olimpico il norvegese più forte non è Aksel Lund Svindal ma Kjetil Jansrud, che d’opo il bronzo conquistato in discesa si porta a casa l’oro, al termine di una discesa assolutamente perfetta e sicuramente in piena sintonia con una neve che nessuno più di lui ha trovato magica. A proposito di magie: qualcuno ricorda la sorpresa americana di Vancouver Andrew Weibrecht?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fu terzo alle spalle di Svindal e Miller per poi sparire letteralmente fino ad oggi. Quattro anni di assenza dalle prime pagine delle classifiche per poi piombare a Sochi e conquistare l’argento olimpico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capita a chi rischia sempre tutto senza badare alle linee teoricamente corrette e si affida soltanto alla ricerca della massima velocità, oltre che a qualche Santo che in cielo veglia su di lui. Non gli è mai andata bene se non in queste due occasioni olimpiche. Davvero incredibile.

Bode Miller e il canadese Jan Hudec stavano già festeggiando la medaglia d’argento, avendo fatto segnare lo stesso tempo a 53/100 dal norvegese, ma poi è arrivato sul traguardo l’americano col secondo miglior tempo a 3 decimi dall’oro. E’ lo spirito olimpico che ci regala sempre tante sorprese. Per i colori azzurri il tricolore oggi si è sbiadito non poco, con Peter Fill ottavo a 18/100 dalla coppia di bronzo. Sembra un’inezia, ma allora che dovrebbe dire l’austriaco Striedinger che si è ritrovato quarto a 2/100? Christof Innerhofer questa volta si è arreso quasi subito. Alla prima curva seria è scivolato via, appoggiato sullo scarpone sinistro. Werner Heel ha commesso un’infinità di errori collezionando un ritardo di 1 e 6 per una 17esima piazza del tutto anonima. Dominik Paris ha fatto appena meglio con il 16esimo tempo. Ha perso di meno nel primo tratto a lui poco congeniale rispetto ai tratti di pura velocità, dove ha rimediato un secondo di ritardo. Delusione ma non dramma, come certamente sarà per Svindal, oro a Vancouver, l’uomo più sconfitto di Sochi per lo sci alpino. Ora la parola ai gigantisti   Andrew WEIBRECHT

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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