Niente discesa e sperG finali a Lenzerheide, ma tanto non sarebbe cambiato molto. La coppa del superG era già vinta automaticamente grazie alla conquista di 4 gare e a un secondo posto per un totale di 5 gare disputate. In discesa è vero, teoricamente avrebbero potuto farcela anche Kroell, Paris e Innerhofer, ma pensare a una debacle del campione norvegese nella gara decisiva risulta davvero difficile. Onori ad Aksel Lund Svindal, vincitore a Lake Louise e campione del Mondo a Schladming. La sua regolarità lo ha premiato: secondo a Kvitfjell e a Beaver Creek, terzo a Bormio, poi 5° a Garmisch e in Gardena e 9° a Kitzbühel. Solo a Wengen non ha preso punti, uscendo sul salto dell’Hundschopf. Sul podio c’è anche il nostro Dominik paris, leggendario sulla Streif di Kitzbühel la seconda sua vittoria in stagione dopo quella conseguita a Bormio a pari merito con Reichelt. Chi ne ha vinte di più, tre per la precisione, è rimasto a mani vuote: stiamo parlando di Innerhofer che sulla pista di Lenzerheide avrebbe potuto dire la sua più degli altri. La piazza d’onore è andata a Klaus Kroell, attualmente all’ospedale di Coira dove è stato operato alla spalla in seguito al brutto volo di ieri in superG: omero fratturato, maledizione!!!.
L’Italia festeggaia anche il secondo posto nella classifica del superG di Matteo Maraglia, letteralmente esploso quest’anno. Primo a Beaver Creek, secondo in Gardena, poi sesto a Kvitfjel e nono a Lake Louise. Per soli 4 punti l’austriaco Matthias Mayer ha preceduto al terzo posto il nostro Innerhofer, dunque quarto nelle due discipline veloci. Ma non fa niente, perché il campione altoatesino ci ha regalato la vittoria della discesa di Wengen, un capolavoro assoluto.
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