Flora Tabanelli non è nuova ai voli. Li conosce bene, li doma. Ma stavolta, a Stubai, l’atterraggio ha morso più forte del previsto.
La campionessa del mondo di freeski, diciassettenne emiliana in forza al Centro Sportivo Esercito, si era fermata dopo un salto andato storto: un atterraggio sbilanciato, il dolore immediato, la paura che prende corpo.
Venerdì mattina, alla clinica “La Madonnina” di Milano, la risonanza magnetica e il consulto con la Commissione Medica FISI, guidata dal dottor Andrea Panzeri, hanno chiarito i sospetti: lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio destro.
Una diagnosi che pesa, perché arriva nel momento in cui la stagione stava per decollare.
Ma Flora ha la testa dura quanto la neve gelata di gennaio. Da lunedì comincerà a Torino, al J|Medical, una prima fase di riabilitazione di un mese. Sarà un periodo cruciale, di ascolto e di pazienza: capire se quel ginocchio potrà rispondere, se potrà fidarsi ancora, se potrà inseguire il sogno olimpico senza rischi, con la prudenza che la sua età impone e la prospettiva di una carriera lunga davanti.
Se la risposta sarà positiva, si continuerà con un lavoro mirato al recupero totale. Altrimenti, si opterà per l’intervento chirurgico.
Una scelta che verrà presa con la serenità di chi sa che il futuro non si decide in un salto, ma nella forza con cui ci si rialza dopo.
Flora lo sa. E forse, proprio da questa sosta forzata, imparerà un’altra forma di volo: quella della pazienza, del coraggio muto, del corpo che torna amico dopo aver fatto male.






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