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Vancouver: il quartetto del fondo rimane di legno

Che dimostrazione di carattere! Ci voleva perché ormai la tiritera era sempre quella: mancanza di mentalità, atleti mentalmente svuotati… Il quartetto italiano della staffetta 4×5 non ha vinto nulla se non il plauso dell’Italia intera.  E’ stata battuta da Norvegia, Germania e Finlandia. Dopo la terza frazione si pensava all’impresa. Perché già nella prima frazione la Follis aveva concluso al quinto posto perdendo 11 secondi accumulati nell’ultima parte del secondo giro. Cambio alla Longa che ci metteva pochissimo a recuperare il distacco. Incollata alla polacca Kowalczyk fino al traguardo. Le due atlete riescono a staccare la norvegese Johaug di 10 secondi. Dal classico si passa allo skating. Per noi c’è Silvia Rupil che stacca la polacca e si fa raggiungere dalla norvegese Steira per fare ritmo. E’ bravissima Silvia, una gara straordinaria. La Svezia fa un recupero incredibile con la Kalla, già oro nella 10 km. Ma arriva sempre con un ritardo di 18 secondi (erano 57!). Scatta Sabina Valbusa assieme alla Bjoergen, ma sarebbe un suicidio per l’azzurra tenere il ritmo della fuoriclasse norvegese che infatti fugge via verso un oro annunciato. E’ difficile la gara di Sabina perché rimane da sola inseguita da un gruppo di 4 atlete. Il vantaggio infatti si riduce a 10 secondi. Forse farebbe meglio ad aspettare le inseguitrici, forse no! Si arriva al primo giro con Valbusa che mantiene 5 secondi di vantaggio su Germania, Finlandia e Svezia, mentre la Bjoergen se ne va per conquistare la sua terza medaglia ai Giochi canadesi.
Poi accade che la Svezia cede improvvisamente  nel momento in cui la tedesca Nystad esce dal gruppetto e ci raggiunge. La finlandese Saarinen imprime un ritmo impressionante  e Sabina fa fatica a starle dietro, ma è ancora olimpionicamente viva! Sulla salita finale il crollo. Norvegia vince sorridendo, su uno sci solo: Bjoergen. Sul rush finale si presenta la Germania di Claudia Nystad. Poi è la volta della FInlandia che fa passerella di bronzo con la Saarinen. Infine è la volta del quarto posto, che, manco a dirlo, colpisce l’Italia di Sabina Valbusa: disperata, distrutta. Ma come si fa a rimproverarLe qualcosa. Tatticamente ha dovuto subire una situazione che peggiore non si poteva. Così il peso della mancata medaglia è quasi sopportabile, perchè ci hanno provato, hanno lottato fino alla fine. Poi la legge dello sport ha prevalso. 

 

Relay

 
Rank Bib Country Name Rank After Final Time Diff Expand All
Leg 1 Leg 2 Leg 3 Leg 4
  4 Norway Norway 2 3 1 1     Expand
  2 Germany Germany 3 6 3 2     Expand
  1 Finland Finland 12 7 3 3     Tags

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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