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Werner Heel: con Rulfi è tutto più facile e professionale

Werner Hell è stato scelto dalla tribù Head. Siederà sotto la tenda assieme a Bode Miller, Carlo janka, Didier Cuche, Aksel Svindal… una lista infinita.  allora, ecco il discesista azzurro sul ghiacciaio di Les 2 Alpes in fase di allenamento, inseguito anche dai fotografi per finire sulle brochure Head. Sentiamolo:

– Come valuti la tua stagione passata?

"E’ stata condizionata dalla caduta in superg in Val Gardena dove mi sono stirato il legamento e tagliato il crociato. Così non ho potuto partecipare alle due discese e realizzare il sogno che avevo fin dai tempi dello sci club, quello di partecipare alla discesa più bella d’Italia. Ogni atleta spera sempre di partecipare e di poter fare bene per il pubblico e per lo sci italiano. Ero molto dispiaciuto. Comunque era iniziata molto bene con il secondo posto a Lake Louise, poi un terzo a Kitzbuhel, terzo a Val d’Isere, quarto a Wengen, una medaglia mancata per 2 centesimi alle Olimpiadi, tutto sommato non così male."

– Adesso che hai cambiato materiali come ti trovi?

La crisi economica che ha colpito il gruppo Rossignol mi ha costretto a cambiare. Ho trovato una nuova carica dentro di me vedendo l’accoglienza e l’importanza riservatami dalla Head. Le trattative erano già iniziate alcuni anni fa. Il feeling l’ho trovato subito ai primi test dopo la fine delle gare, anche perché mi adatto molto facilmente ai materiali. Ho un nuovo skiman di grande esperienza, Thomas Tuti, e sono pronto a dimostrare il mio valore a tutte quelle persone che stanno lavorando per me.

– Come ti trovi con gli allenatori della squadra?

Mi è dispiaciuto molto che Zeni lasciasse i maschi per passare alle donne e con la nuova coppia Carca e Rulfi abbiamo certamente la possibilità di crescere. Un particolare ringraziamento lo devo a Claudio Ravetto, è grazie a lui se sono riuscito ad ottenere quei risultati. Nonostante le nuove cariche federali che sono certamente un premio per la sua carriera, noi atleti lo sentiamo sempre vicino a noi tantè che anche negli anni passati a Ushuaja trascorreva parecchio tempo a correggerci sia sul campo che al video. Per me è uno dei migliori allenatori al mondo."

– Come sei messo con lo sponsor?

Essendo diventato ambasciatore dell’Unicef e non avendo trovato sponsorizzazioni, ho dedicato il mio spazio alla beneficenza, cercando di aiutare tutte quelle persone che hanno più bisogno di me".

-Da quanti anni sei in coppa del mondo?

Dopo sei anni di girovagare e di stagioni vissute con la tensione che ti avvolge a inizio gara, sto cercando di trovare una tranquillità interiore, la serenità giusta che ti viene quando ti senti in dovere di dividere la tua vita con qualcuno. Mi sto riferendo alla mia compagna, Manuela, anche lei atleta della squadra nazionale. Quando terminiamo gli allenamenti e siamo insieme cerchiamo gli stimoli e la carica per ripartire e per avere la cattiveria necessaria ad affrontare gli appuntamenti più importanti."

– In famiglia hai qualcuno con questa passione?

Ho un fratello più giovane, Tobias, con il quale passo veramente poco tempo. D’etstate quando sono a casa amiamo trascorrere le giornate passeggiando tra le nostre montagne, oppure fare qualche pedalata in mountain bike, la mia seconda passione.

 

– Come è il rapporto tra voi atleti?

" Siamo una squadra molto affiatata, e ho un rapporto aperto, sincero e bello con tutti, allenatori compresi. Però se penso a tre anni fa quando Claudio ci aveva comunicato che il nostro nuovo responsabile era Gianluca Rulfi, forse non ero così tranquillo. Io avevo voglia di crescere, avevo bisogno di un allenatore con esperienza, mentre Gianluca arrivava dalla Coppa Europa. Avevamo tutti quanti dei dubbi, ma la sua pignoleria, la sua precisione negli allenamenti ci ha fatto ricredere, siamo cresciuti tanto insieme ed il punto di forza della nostra squadra è stato quello di credere in lui e lui in noi. Adesso sappiamo quanto sia elevato il suo valore di allenatore e non solo per i miei risultati ma per tutto il gruppo di velocità. La sua maturità l’ha raggiunta anche grazie a Claudio che ha creduto in lui e, ripeto, lo ha accompagnato e ci ha seguiti come una chioccia anno dopo anno."

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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