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35 anni da fuoriclasse: Federica Brignone, il compleanno più “faticoso”

Oggi Federica Brignone compie 35 anni. Un compleanno diverso da tutti gli altri, forse il più difficile e faticoso della sua carriera. Non ci sono traguardi da festeggiare, né vittorie fresche da raccontare. C’è un infortunio serio alle spalle, e un percorso di recupero che si annuncia lungo, faticoso, pieno di incognite. Ma se c’è una cosa che Federica ci ha insegnato in vent’anni di sci ad altissimo livello, è che non bisogna mai darle per finite le pagine del suo libro. Perché lei, quando sembrava sul punto di fermarsi, ha sempre rilanciato.

Sta lavorando sodo da mesi presso il JMedical di Torino con un unico obiettivo: essere presente e competitiva alle Olimpiadi Milano Cortina 2026. Ci riuscirà? Poco più di sei mesi per rimettersi in piedi, riacquistare mobilità, forza, e forma. Un’impresa quasi al limite. Ma se c’è una che può renderla possibile, è lei.

Niente proclami, niente drammi. Federica sceglie ancora una volta il silenzio del lavoro. Poche parole, tante ore di palestra, riabilitazione, dolore. La sua comunicazione, anche stavolta, è tutta nella coerenza.

La sfida più dura

Ora, a 35 anni, la sfida non è più battere Shiffrin o Gut-Behrami. È battere il tempo, il dolore, il dubbio. È ricostruire un corpo e una mente da atleta per raggiungere il cancelletto olimpico. In Italia. Davanti alla sua gente. Con tutto da perdere, eppure tutto da vincere ancora.

Ce la può fare? Nessuno ha la risposta. Ma se esiste un’atleta capace di sorprendere anche quando sembra tutto contro, quella è lei.

Oggi, chi ama lo sci non può che mandarle un pensiero. Non solo per quello che ha dato finora — e sarebbe già abbastanza per vivere di gloria — ma per quello che ancora può incarnare: la forza della resilienza, la dignità della fatica, la speranza di chi sa che non è ancora finita.

Buon compleanno, Fede. Qualunque sia la strada che deciderai di percorrere da qui in avanti, sarà comunque una grande lezione. Come sempre.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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