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A Cascina “Capitanio” il compleanno del “Sole”

Sillavengo, Novara. Un paese di meno di cinquecento anime. Il silenzio la sera sembra una canzone che non finisce mai.
Poco più in là dell’antico castello, una cascina accende le sue luci: è Cascina Capitanio. La casa di Sabrina Vittore, ex atleta di Macugnaga, che con i fratelli Luca e Andrea e i genitori Felice e Nini fondò quasi quarant’anni fa gli Scoiattoli del Rosa, uno sci club non agonistico dove si insegna ai bambini a sciare e ad amare la montagna.

Sabrina, colpita dalla storia di Matilde Lorenzi, ha voluto trasformare la sua cascina in un abbraccio. Una festa, sì. Ma anche una promessa: ricordare la vita nel giorno in cui doveva compiere ventun anni. Il 15 novembre.
Solo che la festa si è fatta l’8, perché il 15 la famiglia Lorenzi sarà impegnata con la Fondazione Matilde Lorenzi ETS.
Così la data è cambiata, ma il senso no: il compleanno è arrivato prima, col suo stesso calore. Come un raggio di sole che non chiede permesso al calendario.

Sono arrivati in tanti. Più di cento. «La cosa più incredibile», dice Elena Lorenzi, «è che molti non li avevamo mai incontrati. Eppure, sono arrivati, come se Matilde li avesse chiamati uno a uno». Già. Perché certe presenze non si spiegano: si sentono.
E Matilde, da lassù, continua a mettere insieme i cuori come fossero coriandoli di luce.

Poi la musica. Francesco Baccini al pianoforte, accompagnato da Marco Rossi di Azzurra Music, l’etichetta che ora segue l’artista genovese. Canta Matilde Lorenzi, la canzone che ha scritto per lei. E poi ci infila dentro anche un po’ di allegria, come solo lui sa fare.
Con i suoi ritmi, le sue parole ironiche. Fa battere le mani a tempo, anche a Elena, Adolfo, Lucrezia, Giosuè e Matteo.
In una sala che fino a un minuto prima respirava commozione. Un piccolo miracolo: restituire, per un istante, la felicità che Matilde sapeva accendere.

E poi la torta.
Grande, rotonda, col sole al centro. Il simbolo di Mati. Un dolce che non era un dolce: era un modo per dire che il suo sole non si è spento, si è solo spostato più in alto.

La famiglia Lorenzi, al completo, racconta ciò che la Fondazione ha già fatto e i progetti che verranno. Lucrezia parla del corso di primo soccorso con maestri e operatori di gara. Adolfo racconta il progetto SkiSlo, nato insieme al Politecnico di Torino e Milano: un modo per insegnare che la sicurezza è la prima forma di amore.

Tra i presenti, il grande Paolo De Chiesa, l’allenatore e compagno di vita di Lucrezia, Thomas Vottero, l’uomo Salomon per eccellenza Mauro Ruschetti, l’amica e presidente dello sci club Sestriere Simona Novara. Tanti volti dello sci, tanta gente comune.
Non contavano i nomi, ma la luce che ognuno portava con sé.

E poi, in mezzo a tutti, Greta Ghedini, quinta elementare, di Cerete, nel bergamasco. Non aveva mai conosciuto Matilde, ma a Natale ha organizzato nella sua scuola una raccolta per Matildina4Safety. E quando non le è sembrato abbastanza, ha rotto il suo salvadanaio!
«Ora sono sindaco della mia scuola», ha detto. «E tra le mie iniziative, vorrei istituire un corso per insegnare a noi bambini a proteggere gli animali, soprattutto quelli in difficoltà».
Una frase semplice, perfetta. Perché il bene non si spiega: si moltiplica.

A Sillavengo, in una sera di novembre, la memoria non ha fatto rumore. Ha solo acceso un sole. E tutti, per un momento, si sono scaldati lì sotto.
Tanti auguri, Mati

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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