Notizie

A La Thuile il banco di prova di Coppa

La pista 3 Franco Berthod a La Thuile è un gioiello tecnico che rappresenta il banco di prova per la Coppa del Mondo femminile di sci alpino. È la sfida più estrema del comprensorio e, di fatto, la nera più ripida d’Italia. Il tratto-top, nella zona nota come “Grand Muret”, raggiunge una pendenza massima del 76% (pari a circa 37,3°), cifra che ne assegna senza esitazioni questo primato.

La discesa si sviluppa partendo da una quota piuttosto elevata: la partenza è a 2.227 metri, mentre l’arrivo a 1.520, con un dislivello di 707 metri e una lunghezza di 2.310. Il profilo del tracciato è tutt’altro che uniforme. Dopo un breve inizio di warm up, la pista immette subito in un muro ripidissimo che non concede tregua: qui è necessaria una tecnica solida, aggressività nella conduzione e nervi saldi per gestire velocità e appoggio.

Superata la prima parte, la pista cambia ritmo: si alternano sezioni tecniche con cambi di pendenza, curve impegnative, qualche dossi nascosto, compressioni e tratti con pendenza più moderata. È questo mix di muri, onde, serpentine e qualche tratto di respiro a rendere la Berthod una pista completa e insidiosa — ideale per chi non cerca solo velocità, ma versatilità tecnica. Il fondo, spesso duro e compatto, è favorito dall’esposizione a Nord del pendio: condizioni che rendono la pista ancora più severa e consentono — nelle migliori condizioni — di “aprire l’arco” e attaccare con decisione.

Una classica per il Circo Rosa

Proprio per queste caratteristiche — pendenza estrema, tecnicità, verticalità e varietà — la 3 Franco Berthod è stata scelta come teatro di gare della FIS Alpine Ski World Cup femminile. La località valdostana ha ospitato la prima edizione nel 2016, poi nuovamente nel 2020, e dopo un’assenza è tornata protagonista nel marzo 2025. L’evento di marzo 2025 ha previsto una discesa libera e un superG, con la possibilità di una gara di recupero a inizio manifestazione.

Le atlete, fin dalla prima edizione, hanno elogiato la pista per la sua “purezza tecnica” e per la sfida che rappresenta: molti commentatori e protagonisti l’hanno paragonata, per atmosfera e difficoltà, a una “Kitzbühel in rosa”. Nel 2025, per garantire condizioni ottimali di sicurezza e di spettacolo, il comprensorio ha effettuato interventi sugli impianti di innevamento programmato, raddoppiando i tubi sulla pista 3 e su altre piste strategiche, così da assicurare stabilità di neve anche con condizioni meteo variabili. Inoltre, sempre in vista dell’evento internazionale, sono stati installati sistemi di video-sorveglianza e implementate le misure infrastrutturali legate a risalita, sicurezza e comfort — segno di una grande cura organizzativa.

Perché la 3 Franco Berthod è un banco di prova… anche per sciatori evoluti

Questa pista non è “nera per moda”: è una pista che richiede tecnica elevata, consapevolezza di curva, gestione del ritmo, adattamento al terreno e… coraggio. Per chi desidera testare se stesso, è un’opportunità di confronto con un tracciato che, in termini di dislivello, pendenza e complessità, ricorda le grandi piste da discesa libera.

L’alternanza tra muri ripidi, compressioni e cambi di ritmo obbliga lo sciatore a un continuo “leggere” il terreno: non si tratta di buttarsi a tutta velocità, bensì di impostare una linea fluida, con controllo e precisione. Chi affronta la pista con consapevolezza potrà provare un’esperienza intensa — e ritrovarsi con un bagaglio tecnico notevole — mentre chi pensa di “risparmiarsi” dopo il muro iniziale probabilmente troverà la discesa molto più impegnativa del previsto.

Un patrimonio per la località e per lo sci alpino

La 3 Franco Berthod — e con lei l’intero comprensorio di La Thuile — rappresenta un esempio di come una pista possa unire identità territoriale, sfida tecnica, attrattiva agonistica e valore turistico.

Ospitare la Coppa del Mondo femminile non è solo un fatto sportivo: significa mettere alla prova infrastrutture, neve, organizzazione, ma anche visibilità internazionale e promozione del territorio. Per questo la pista — dedicata all’ex sciatore valdostano — è diventata una “bandiera” del comprensorio, una vetrina capace di attirare appassionati esperti desiderosi di misurarsi su un tracciato da élite.

About the author

Andrea Ronchi

Andrea Ronchi è milanese di nascita e di cuore, rigorosamente a strisce rossonere. Ama lo sport in generale e da ragazzo si è cimentato in diverse discipline. Discreto tennista e giocatore di pallone, è rimasto folgorato dalle palline con le fossette in tarda età, o meglio, troppo tardi per ambire a farne una carriera ma sufficientemente presto per poter provare il brivido e la tensione dell’handicap a una cifra. La passione lo ha portato a fare del golf un lavoro e oggi, oltre a essere responsabile dei progetti speciali della rivista Golf & Turismo, è prima firma di Quotidiano Sportivo. Quando la neve copre i fairway prende gli sci, sua altra grande passione, e gira per le Alpi, a "tallone libero", “costretto” dal suo ruolo di vicedirettore della Rivista Sciare.

Add Comment

Click here to post a comment