Con profonda tristezza il mondo dello sci piange la scomparsa di Dorota Mogore-Tłałka, morta in Francia il 26 settembre, a soli 62 anni, dopo una lunga malattia. Era una figura amata e rispettata, non soltanto per i successi sportivi ma per la sua capacità di vivere lo sci con passione autentica, insieme alla gemella Malgorzata, con la quale ha formato una delle coppie più originali e affascinanti della Coppa del Mondo negli anni Ottanta.
Nata a Zakopane, cuore delle montagne polacche, Dorota trovò presto nello sci la propria strada. Slalomista di talento, raggiunse il vertice vincendo a Madonna di Campiglio nel 1984, una delle pagine più belle del movimento polacco, e partecipando a due Olimpiadi: Sarajevo ’84 e Calgary ’88. Per anni fu più volte campionessa di Polonia e di Francia, segnando un’epoca in cui le gemelle Tłałka divennero un simbolo di determinazione e di complicità sportiva.
Il destino delle due sorelle, però, prese un colore diverso quando decisero di trasferirsi in Francia. Dorota, sposata con il giornalista Christian Mogore, e Malgorzata, con il fratello di lui, divennero Mogore-Tłałka e negli ultimi anni di carriera gareggiarono con i colori transalpini. Non fu una scelta semplice: fu un modo per cercare libertà, stabilità e nuove opportunità, senza mai rinnegare le radici di Zakopane.
Conclusa la carriera agonistica, Dorota si stabilì a Méribel, nelle Trois Vallées, dove continuò a vivere lo sci come maestra e istruttrice ESF. Sempre vicina ai giovani, era rimasta un punto di riferimento per chi frequentava quelle piste.
Accanto a lei, nel ricordo, resta indelebile il legame con la gemella Malgorzata, oggi anima della Fondazione Handicap Zakopane, dedicata all’integrazione degli atleti disabili. Le due sorelle, pur divise da 1600 chilometri, non hanno mai smesso di vedersi: d’inverno in Francia, d’estate in Polonia. Sempre con la stessa complicità di quando correvano fianco a fianco tra i rapid gates dello slalom.
Dorota lascia due figlie, Barbara e Lydia, e un’eredità sportiva che non si misura solo nei risultati ma soprattutto nello stile con cui ha vissuto lo sci: con il sorriso, con coraggio e con la grazia di chi ha saputo trasformare la passione in una vita intera.
Il funerale si terrà a Zakopane il 6 ottobre, con una Messa nella chiesa di San Croce e la sepoltura nel cimitero di via Nowotarska.
Il mondo dello sci, in Polonia e in Francia, perde una campionessa, ma conserva la memoria luminosa di una donna che ha saputo tenere unita una comunità sportiva con la sua umiltà e la sua forza.
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