Per le nuove generazioni Furio Focolari era “solo” un opinionista di Radio Radio di fede laziale. In realtà era davvero tanto altro. Una vita dedicata allo sport, la Lazio nel cuore, il mestiere del giornalismo quello di una volta: non a caso, nel 1978 fu l’unico cronista ad arrivare sul cadavere di Aldo Moro in Via Caetani. Se ne è andato oggi a 78 anni: era malato di Sla.
Furio Focolari, chi era: da Tomba alla Lazio, una vita nello sport
Focolari era nato a Roma l’1 giugno 1947. Come suo padre scelse la strada del giornalismo dopo un periodo di apprendistato al Corriere dello Sport (per cui rifiutò un’assunzione in banca). Iniziò al Giornale d’Italia e poi approdò in Rai nel 1976. Cominciò in Radio presentando il Gr3 delle 12, delle 13.45 e delle 18.45. Al Gr3 iniziò anche la sua avventura allo sport seguendo da inviato i Mondiali di calcio vinti dall’Italia nel 1982. La sua voce è legata ad Alberto Tomba: alle Olimpiadi di Albertville 1992 commentò la cerimonia d’apertura con Ivana Vaccari e raccontò gli ori di Polig in combinata e di Tomba nel gigante. Dopo Lillehammer 1994 raccontò agli italiani anche il trionfo di Tomba nella Coppa del Mondo del 1995. Chiuse con lo sci nel 1996 raccontando altri due ori di Tomba ai Mondiali in Serra Nevada. Del rapporto con Tomba disse al Corriere della Sera: “Era strettissimo, soprattutto con Paletta, il suo pigmalione. Alla vigilia della prima gara mi dissero che avrebbe vinto, abbiamo anche scommesso una cena, perché sembrava impossibile: partiva con il pettorale 25 e non aveva mai vinto. Appena trionfò, mi disse: ‘Te l’avevo detto e domani replico’. Partì col 24 e conquistò pure il gigante”. Un campione unico, Albertone, che Focolari ha avuto il privilegio di raccontare da vicino. E di questo, disse, sarebbe stato sempre grato.
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