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Adriano Iliffe, dall’Equipe Beaulard alla squadra cinese: “Li porto a Milano-Cortina”

Adriano Iliffe, dall’Equipe Beaulard alla squadra cinese: “Li porto a Milano-Cortina”.
Nel 2011 si interruppe la sua lunga storia con la Squadra Nazionale: “Sì, ma non tiriamo più fuori quella storia…“. Perché non finì benissimo, ma non rivanghiamo “se no bisogna partire da Claudio Ravetto e non la finiamo più“. Di fatto, Adriano Iliffe, 66 anni, negli ultimi anni tecnico piemontese dello Sci Club Equipe Beaulard di Bardonecchia, dove recentemente è appena arrivata per collaborare Carolina Ruiz Castillo, sta facendo le valigie. “Come potevo dire di no, si tratta di una proposta irrinunciabile!“.

Ok, ma non è che stai andando proprio dietro l’angolo!
Ogni tanto nella vita ci vuole un colpetto di adrenalina

Ora mi spieghi com’è venuto in mente al presidente della federazione sci cinese di arrivare a te!
È sempre colpa di Claudio Ravetto! Sai che lui ha avuto dei contatti con loro ed è già stato giù in passato. Poi ci ha messo una parola anche Nicola Paulon, colui che a Plan de Corones si occupa di gestire gli atleti delle piccole nazioni quando ci sono le gare. Cercavano un allenatore con un determinato curriculum e gli hanno fatto il mio nome. Vogliono presentarsi a Milano-Cortina2026 con una squadra competitiva.

Ma non c’era un team di austriaci che li aveva presi in mano prima dei Giochi di Pechino?
È finita malissimo, licenziati in tronco!

Non è che ti stai infilando in un casino? Sei in aria di pensione, con la tua vita, le tue abitudini…
Appunto, proprio per questo, ho passato una vita con la valigia in mano perché quella è la vita che avevo scelto, ma ultimamente il divano cominciava a sedurmi. Così quando mi è arrivata la proposta l’ho guardato e gli ho detto:o tu o io!“.

Non facevi prima a comprarne uno più comodo?
Bravo, così poi dormivo tutto il giorno. Guarda, toglimi qualsiasi cosa ma non la pista, la neve, lo sci, il trapano, il freddo, i miei ragazzi…

Appunto, ora i Pulcini dell’Equipe Beaulard che fine faranno?
Continueranno a divertirsi come prima, c’è uno staff tecnico d’eccellenza. Vuoi qualche nome? I Nosenzo, i Lantelme, Frola, Faure, Bortoli, Sandri… non farmi fare l’elenco completo, sono tanti e tutti bravissimi. La società ha comunque già trovato un nuovo allenatore, si tratta di Alessandra Scanavino.

Quando ti è arrivata questa richiesta?
I primissimi approcci a settembre, ma devo dirti che all’inizio ho preso la cosa un po’ così. Mi sembrava una cosa talmente folle… D’accordo, avevo mandato il curriculum ma quasi più per curiosità che altro. Infatti avevo dato la mia disponibilità allo sci club per la stagione. Poi ho cominciato a riflettere e poche settimane fa, quando la federazione Cinese mi ha mandato una proposta, ho preso il coraggio a due mani e ho dato la comunicazione al Presidente Paolo Burlando. Dopo lo shock iniziale, ha capito anche lui che, pur con tutto il dispiacere per non avermi nel team, sarebbe stata un’avventura incredibile per me. Da quel giorno è iniziato un tour de force che non ti dico. Perché non sai che casini bisogna affrontare per diventare il responsabile tecnico della Nazionale cinese di sci! Hanno regole da non credere. Ho dovuto seguire un corso molto particolare sull’antidoping e superarlo a pieni voti. E poi un mare di scartoffie, visti, permessi di lavoro, visite mediche… Ora ci siamo, dovrei partire entro una decina di giorni, giusto per passare il Natale da solo, accidenti! Là non è mica come da noi, fabbricano il 60% dei giocattoli e addobbi natalizi per tutti i Natali del mondo ma per loro è come fosse una specie di San Valentino o la festa di Halloween; solo il 6-7% è cristiana.

Sei già bene informato…
In realtà non so un bel tubo. Fammi arrivare a Pechino e poi vedremo come si metteranno le cose.

Hai un contratto a tempo legato ai risultati?
Più o meno. Per ora ho firmato fino ad aprile. Presumo siano molto diffidenti e mi sono già accorto che bisogna avere un certo tatto. Non è che mi mettono in mano la squadra e ci si rivede a fine stagione. Non siamo entrati in certi dettagli perché non credo siano così facili da racontare al telefono ma è probabile che avrò alle calcagna qualcuno della Federazione cinese .

Appunto, come sarà l’organizzazione?
Credo che al mio arrivo dovrò fare una selezione tra tutti gli aspiranti atleti e creare una squadra di una ventina tra maschi e femmine dai 16 ai 19 anni. Alcuni sono quelli selezionati per Pechino 2022, ma sono tutti giovanissimi perché l’obiettivo è costruire una formazione che possa essere competitiva ai Giochi di Milano-Cortina 2026. 

20 atleti tutto da solo?
È un po’ tutto da costruire, ma di certo ci sarà qualche allenatore cinese. Tieni conto che nel progetto c’è anche la costruzione di un sistema per formare allenatori, corsi maestri, un po’ tutto insomma. E comunque non partirò da solo. Con me verrà anche Gabriele Della Maggesa “Rodro”, un bravo figliolo di Bardonecchia che si è reso disponibile. Mi piace, dev’essere anche lui un po’ folle per seguirmi in questa avventura. Ma non è ancora a posto con la burocrazia, potrà raggiungermi tra un mesetto. Anzi mi sa che ci vedremo qui.

In che senso?
Dopo la prima fase, diciamo, di conoscenza, l’idea è quella di venire in Europa a gennaio per partecipare a qualche gara Fis. Gireremo tra Kronplatz, Alleghe e dove ci saranno gare interessanti per fare un po’ di punti. Poi ci presenteremo ai Mondiali Junior di St. Anton dal 17 al 26 gennaio. E a seguire a quelli di Courchevel-Meribel. Da queste prime esperienze si inizierà a costruire squadre e lavoro per i Giochi del 2026.

E se non vinci almeno una medaglia, zac!
Non sono così distanti dalla realtà. Sanno benissimo che si tratta di un percorso difficile e che c’è bisogno di tanta pazienza e duro lavoro. La cosa più impegnativa credo sarà quella di riuscire a entrare nella loro mentalità. Gli austriaci non ci sono riusciti perché evidentemente non hanno voluto accettare compromessi ed è per questo che mi sembrano molto sospettosi. Ci sono tanti giovani allenatori molto bravi tecnicamente in giro ma credo abbiano scelto me anche per un discorso di esperienza, quella che ti permette di gestire le situazioni più complicate.

Cos’hai scritto nel curriculum che gli hai inviato?
In giro per il mondo dal 1982 al 2011. Dall’1988 al 1993 tecnico della squadra spagnola maschile. Dal ’93 al ’96 con quella Andorrana. Poi sempre in Italia assieme a Franz Gamper e a Gustavo che era il Direttore tecnico. Gli ultimi anni ruolo di coordinatore delle squadra maschile e femminile. Chiuso con la Fisi ho allenato la Bardonecchia ski Academy e in seguito l’Equipe Beaulard con i cuccioli e baby.

Tanto una delle cinque lingue che conosci è il cinese no?
Quella mi manca, ma cosa vuoi che ti dica, imparerò anche il cinese! Comunque al mio fianco avrò un interprete anche se mi hanno detto che gli atleti l’inglese lo conoscono abbastanza. Ma fammi arrivare a Pechino, poi ti racconterò com’è la situazione. Intanto, per non sbagliare, appena atterro mi faccio un bel otto giorni di quarantena!

Ti hanno imposto determinati obiettivi?
Fondamentalmente di costruire la squadra e come primo step di migliorare del 10% i punti Fis degli atleti, ma da questo punto di vista sono molto tranquilli, non hanno fretta. Partir piano ma fare le cose per bene, ripeto sono perfettamente coscienti del livello che hanno, si accontentano che i ragazzi siano felici di far parte del progetto olimpico del loro paese. L’importante è arrivare a Milano Cortina con una squadra presentabile. 

Ti coprono d’oro?
Contratti così dalle nostre parti non esistono, però mi hanno detto che, finiti i Giochi in casa, dove hanno aperto le borse oltre misura, i badget sono un po’ diminuiti. Comunque non ne fanno una questione di una lira più o in meno, devono però essere sicuri che sono soldi ben spesi. Alla fine si tratta di un popolo di commercianti! Tuttavia non è per questo che vado in Cina, non sono né avido e tantomeno uno spendaccione. L’idea di poter costruire qualcosa da zero è professionalmente interessante e accorgermi che alla mia età ho ancora certi stimoli è una bella cosa.

Quindi parti con la massima serenità…
Con qualche piccolo dubbio, ma ci sta. Più che altro dovrò sopportare di dovermi separare da Jenna che ha nove anni.

Glielo hai già detto?
No, ma lo ha già capito. I pastori australiani hanno un’intelligenza straordinaria! È da non credere, nell’ultimo periodo non mi molla un attimo, ce l’ho sempre attaccata ai piedi, ma di certo in Cina non me la porto!

Insomma, ti vedremo sfilare alla cerimonia d’apertura dei Mondiali con la bandiera cinese in mano… 
Hem… Adriano Iliffe dall’Equipe Beaulard  Adriano Iliffe dall’Equipe Beaulard 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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