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“Alimentazione sci”: la polenta, tra tradizione e nutrizione

Simbolo della cucina alpina, la polenta accompagna da secoli le giornate in montagna. Versatile e conviviale, può essere piatto unico o base per condimenti ricchi. Ma cosa offre davvero al nostro organismo durante e dopo una sciata? Preparata un tempo con miglio, segale o grano saraceno, ha trovato consacrazione con il mais nel XVI secolo, diventando alimento quotidiano delle vallate del Nord Italia grazie a semplicità e capacità di saziare.

Tipologie e preparazioni

La versione «classica» prevede farina di mais gialla cotta a lungo in acqua e sale. Più rustica e nutriente è la polenta integrale, che conserva germe e crusca, aumentando fibre, vitamine B e minerali. In montagna è diffusa la taragna, che unisce mais e grano saraceno ed è ricca di polifenoli. Molto amata è anche la polenta «concia», arricchita con formaggi e burro: gustosa e calorica, perfetta col freddo, ma poco adatta a chi deve mantenere leggerezza e prontezza.

Valore nutrizionale

Una porzione base (200 g di prodotto cotto da 70 g di farina) fornisce ~250 kcal, 55 g di carboidrati complessi, 5 g di proteine, <1 g di grassi e 3–4 g di fibre. Contiene ferro, fosforo, magnesio, potassio e tracce di zinco. È naturalmente priva di glutine, adatta ai celiaci. La polenta concia, invece, arriva a 500–600 kcal con molti più grassi saturi e sodio: più saziante, ma anche più pesante da digerire.

Impatto sulla sciata

Dal punto di vista energetico, la polenta semplice è una fonte ideale di carboidrati a lento rilascio: permette di costruire riserve di glicogeno muscolare, utili per sostenere più ore sugli sci senza cali improvvisi. La variante integrale o taragna, grazie alle fibre, modula la risposta glicemica e contribuisce al benessere intestinale. Diverso il discorso per la polenta concia: può essere una scelta gratificante dopo l’attività fisica, come «ricompensa» conviviale, ma consumata prima di sciare rischia di appesantire e ridurre la prontezza nei movimenti.

Conclusioni

La polenta, nelle sue molteplici forme, resta un piatto identitario delle Alpi e della cultura dello sci. Sapere scegliere quando e come consumarla permette di apprezzarne gusto e tradizione senza rinunciare all’equilibrio nutrizionale.

Indicazioni per lo sciatore:

  • Consigliata a colazione/pranzo pre-sciata in versione semplice o integrale.
  • Ottima dopo l’attività per reintegrare energia (anche in forma concia, con moderazione).
  • Da evitare in versione concia prima di scendere in pista: rischia di appesantire e rallentare i riflessi.

I PRO

I CONTRO

Fonte di carboidrati complessi (energia a rilascio lento)

Polenta concia = eccesso di grassi
saturi e sale

Naturale assenza di glutine

Scarso contenuto proteico se consumata da sola

Buon apporto di minerali e vitamine B

Può risultare monotona se non accompagnata

Variante integrale → più fibre e sazietà

Questa rubrica, redatta da un Biologo abilitato e iscritto all’Albo professionale, ma ha scopo esclusivamente divulgativo e non costituisce prescrizione dietetica, terapeutica o programmi per la performance sportiva. Per piani alimentari personalizzati, gestione di patologie o ottimizzazione della performance, è fondamentale rivolgersi a un professionista sanitario qualificato


Il dott. Rudy Alexander Rossetto nasce a somma lombardo (Varese) nel 1977, è formatore della formazione olimpica coni e docente della scuola dello sport Coni Lombardia. Docente universitario a contratto, è presidente dell’ordine dei biologi della Lombardia. Collabora come chinesiologo e biologo nutrizionista in ambito professionistico con federazioni, atleti d’élite e squadre sportive, e ha sviluppato e brevettato metodi innovativi per la prevenzione, l’analisi e l’aumento della performance, tra cui spiderap®, labiomeccanica™, metodo r.a.p.® e bungeerap®, utilizzati a livello nazionale e internazionale. Da sempre dedito alla divulgazione scientifica, promuove stili di vita sani e l’uso della scienza per migliorare performance e salute.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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