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“Alimentazione Sci” il bombardino

Bevanda simbolo dell’après-ski, il Bombardino unisce calore, dolcezza e una nota alcolica che lo rende irresistibile nelle fredde giornate in quota. Ma quanto è davvero adatto allo sciatore che cerca energia e recupero?

Il Bombardino è uno dei drink più iconici delle località sciistiche italiane, soprattutto in Lombardia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta. Nato negli anni ’70 sulle piste di Livigno, è diventato in breve tempo la bevanda per eccellenza delle baite, ideale per riscaldarsi dopo una discesa o durante una pausa con gli amici.

Ingredienti e varianti

La ricetta tradizionale prevede una base di liquore all’uovo (tipo Vov o Zabov), brandy o rum, zucchero e panna montata. Il risultato è una bevanda calda, dolce e cremosa, servita spesso in bicchieri di vetro fumanti. Esistono anche varianti più leggere, con meno alcool, e versioni «forti» che aumentano la gradazione alcolica.

Valore nutrizionale

Una tazza standard (circa 150 ml) apporta in media:

  • Energia: 250-300 kcal
  • Carboidrati: 25-30 g (soprattutto zuccheri semplici)
  • Grassi: 8-12 g (derivanti da panna e uovo)
  • Proteine: 3-4 g
  • Alcol: 8-10 g (pari a un bicchiere di vino)

Il contenuto calorico e zuccherino è quindi elevato, con un picco glicemico rapido e una componente alcolica che influisce sul metabolismo.

Effetti sull’organismo

Dal punto di vista energetico, il Bombardino fornisce calorie «pronte all’uso», ma sotto forma di zuccheri semplici e alcol, che non garantiscono energia di lunga durata. L’alcol, inoltre, interferisce con la termoregolazione e aumenta la vasodilatazione: si percepisce calore iniziale, ma in realtà si accelera la dispersione termica. Sul piano neuromotorio, anche piccole dosi possono ridurre riflessi, equilibrio e tempi di reazione: aspetti cruciali per chi scia.

Quando consumarlo

Il Bombardino è più indicato come bevanda conviviale a fine giornata, quando non si deve più affrontare la discesa. È sconsigliato come supporto energetico prima o durante la sciata, perché può compromettere lucidità e coordinazione. Una scelta più «funzionale» per il recupero potrebbe essere una cioccolata calda con latte, che unisce zuccheri e proteine senza l’effetto negativo dell’alcol.

conclusioni

Il Bombardino è parte della cultura alpina e dell’après-ski italiano. Non va demonizzato, ma va collocato nel momento giusto: un piacere da concedersi a fine sciata, più come simbolo di convivialità che come alleato della performance sportiva. Dopo lo sforzo, possono contribuire a reintegrare le riserve di glicogeno, soprattutto se accompagnate da proteine. Le fritte, pur gratificanti, vanno considerate uno sfizio più che un supporto funzionale alla performance sportiva.

L’alcol, anche in piccole dosi, ha effetti sul cervello, sul fegato, sul rischio di tumori e sulla dipendenza. Non esistono alcolici «sani». Il vero benessere viene da uno stile di vita equilibrato, non da un bicchiere in più. E se proprio «devo» scegliete quello con gradazione alcolica minore ( concetto che vale per tutti gli alcolici) Con i giovani il rischio ancora più serio. Per loro il consumo di bevande alcoliche è particolarmente dannoso perché l loro fegato non ha ancora sviluppato completamente gli enzimi necessari per smaltire l’alcol, come l’alcol deidrogenasi.

I PRO

I CONTRO

Bevanda calda e gratificante nelle giornate fredde

Elevato contenuto calorico e zuccherino

Fonte immediata di calorie e zuccheri semplici

Presenza di alcol → riduce riflessi e coordinazione

Simbolo conviviale dell’après-ski

Non adatto come bevanda di recupero sportivo

Favorisce dispersione termica invece che riscaldamento reale

Questa rubrica, redatta da un Biologo abilitato e iscritto all’Albo professionale, ma ha scopo esclusivamente divulgativo e non costituisce prescrizione dietetica, terapeutica o programmi per la performance sportiva. Per piani alimentari personalizzati, gestione di patologie o ottimizzazione della performance, è fondamentale rivolgersi a un professionista sanitario qualificato


Il dott. Rudy Alexander Rossetto nasce a somma lombardo (Varese) nel 1977, è formatore della formazione olimpica coni e docente della scuola dello sport Coni Lombardia. Docente universitario a contratto, è presidente dell’ordine dei biologi della Lombardia. Collabora come chinesiologo e biologo nutrizionista in ambito professionistico con federazioni, atleti d’élite e squadre sportive, e ha sviluppato e brevettato metodi innovativi per la prevenzione, l’analisi e l’aumento della performance, tra cui spiderap®, labiomeccanica™, metodo r.a.p.® e bungeerap®, utilizzati a livello nazionale e internazionale. Da sempre dedito alla divulgazione scientifica, promuove stili di vita sani e l’uso della scienza per migliorare performance e salute.


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About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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