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“Alimentazione Sci”: le bollicine

Le Bollicine… Che siano Spumante, Prosecco o Champagne, accompagnano spesso brindisi e momenti conviviali in montagna. bevanda elegante e festosa, ma quanto è compatibile con l’alimentazione e la performance dello sciatore?

Le bollicine rappresentano un simbolo di festa e condivisione. In montagna, spesso fanno parte dei momenti di pausa o dei doposci: un calice di spumante o prosecco per celebrare una giornata sugli sci o per accompagnare piatti tipici alpini.

TIPOLOGIE PRINCIPALI

  • Spumante metodo classico: ottenuto con rifermentazione in bottiglia (es. Franciacorta, Champagne). Ha bollicine fini e persistenti, gusto complesso e struttura più ricca.
  • Spumante metodo Martinotti (o Charmat): fermentazione in autoclave, tipica del Prosecco. Più fruttato, leggero e immediato.
  • Altri vini frizzanti: a più bassa pressione, meno persistenti e meno alcolici.

Valore nutrizionale

Un calice (100 ml) di spumante apporta circa:

  • Energia: 70-90 kcal
  • Carboidrati: 2-4 g (zuccheri residui, variabili a seconda della tipologia: brut, extra dry, dry)
  • Alcol: 10-12 g

Il contenuto calorico e zuccherino è quindi elevato, con un picco glicemico rapido e una componente alcolica che influisce sul metabolismo.

Effetti sull’organismo

L’alcol contenuto nelle bollicine ha effetti simili a quelli di altre bevande alcoliche: riduzione dei riflessi, vasodilatazione, possibile disidratazione. Le bollicine, inoltre, accelerano l’assorbimento dell’alcol, rendendo più rapida la comparsa degli effetti. Dal punto di vista nutrizionale, il vino spumante non fornisce energia «utile» alla performance: le calorie provengono principalmente da alcol e zuccheri semplici.

Quando consumarlo

Le bollicine possono trovare spazio come momento conviviale a fine giornata, quando l’attività sportiva è conclusa. Non sono invece indicate prima o durante la sciata: anche piccole quantità possono ridurre prontezza e coordinazione. Se consumate, meglio preferire versioni «brut» o «extra brut», più secche e con meno zuccheri residui, e sempre accompagnarle a cibi solidi per ridurre l’impatto dell’alcol.

conclusioni

Le bollicine fanno parte della cultura del brindisi e della celebrazione, anche in montagna. Per lo sciatore, rappresentano più un piacere sociale che un supporto nutrizionale. Goderle con moderazione, a fine sciata, consente di rispettare sia la tradizione sia le esigenze di sicurezza.l’alcol, come l’alcol deidrogenasi.

L’alcol, anche in piccole dosi, ha effetti sul cervello, sul fegato, sul rischio di tumori e sulla dipendenza.

Non esistono alcolici «sani». Il vero benessere viene da uno stile di vita equilibrato, non da un bicchiere in più. E se proprio «devo» scegliete quello con gradazione alcolica minore (concetto che vale per tutti gli alcolici). Giovani e alcol: un rischio ancora più serio. Il consumo di bevande alcoliche è particolarmente dannoso nei giovani, perché il loro fegato non ha ancora sviluppato completamente gli enzimi necessari per smaltire l’alcol, come l’alcol deidrogenasi.

INDICAZIONI PER LO SCIATORE
(se proprio non si può farne a meno)

Da consumare solo a fine giornata, come momento conviviale.
Preferire versioni brut/extrabrut, meno zuccherine.
Evitare prima o durante la sciata per non compromettere lucidità e sicurezza.

I PRO

I CONTRO

Simbolo di convivialità e celebrazione

Apporto nutrizionale scarso, solo alcol e zuccheri

Calorie moderate se consumate in piccoli calici

Bollicine accelerano assorbimento alcol

Versioni «brut» con minore contenuto di zuccheri

Possibile disidratazione e riduzione dei riflessi

Rischio di eccesso calorico con versioni dolci

Questa rubrica, redatta da un Biologo abilitato e iscritto all’Albo professionale, ma ha scopo esclusivamente divulgativo e non costituisce prescrizione dietetica, terapeutica o programmi per la performance sportiva. Per piani alimentari personalizzati, gestione di patologie o ottimizzazione della performance, è fondamentale rivolgersi a un professionista sanitario qualificato


Il dott. Rudy Alexander Rossetto nasce a somma lombardo (Varese) nel 1977, è formatore della formazione olimpica coni e docente della scuola dello sport Coni Lombardia. Docente universitario a contratto, è presidente dell’ordine dei biologi della Lombardia. Collabora come chinesiologo e biologo nutrizionista in ambito professionistico con federazioni, atleti d’élite e squadre sportive, e ha sviluppato e brevettato metodi innovativi per la prevenzione, l’analisi e l’aumento della performance, tra cui spiderap®, labiomeccanica™, metodo r.a.p.® e bungeerap®, utilizzati a livello nazionale e internazionale. Da sempre dedito alla divulgazione scientifica, promuove stili di vita sani e l’uso della scienza per migliorare performance e salute.


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About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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