L’inverno, sulle montagne dell’Alpe Cimbra, non ha mai avuto paura delle parole grandi. Inclusione, accessibilità, sport per tutti: concetti che altrove diventano slogan, qui si trasformano in appuntamenti, nomi, date, persone vere che salgono in pista.
E quest’anno la sensazione è chiara: la neve vuole abbracciare tutti, e stavolta non è un modo di dire.
La stagione 2025/26 parte con un’agenda che sembra un manifesto: due raduni CIP, prima Emilia-Romagna poi Veneto, dal 9 al 18 dicembre. Allenamenti veri, preparazione reale, atleti paralimpici che non sono figurine ma gente che lavora, soffre, costruisce. La montagna li guarda e si fa seria.
Poi gennaio: SKIGAST, primo turno. E subito dopo la Coppa Italia FISDIR, dove gli atleti con disabilità intellettivo-relazionale non cercano applausi, ma continuità, ritmo, fiducia. E la FISDIR, diciamolo, sta crescendo più in fretta di quanto molti immaginino.
A febbraio, dal 2 al 4, torna “La neve non fa distinzioni”, ed è quasi brutto doverlo ripetere nel 2025. Ma serve. Serve eccome. Serve perché lo sport paralimpico vive su un filo: entusiasmo, fatica, barriere che non sono solo fisiche. Il progetto di P&G “Campioni ogni giorno” prova a togliere qualche muro: accesso allo sport, sostegno, cultura. Concetti già sentiti? Forse. Realizzati davvero? Qui sì.
E sempre a febbraio, dal 1 all’8, il Freerider Ski Tour.
Storia dura e bellissima: gente che un giorno ha perso qualcosa – la mobilità, la quiete, la sicurezza – e che ha deciso di non perdere altro. Maestri che si sono ritrovati seduti, sciatori che hanno rimesso insieme il gesto in un corpo che non risponde più come prima. Eppure tornano in pista, e non per nostalgia: per vita.
A marzo un doppio appuntamento:
il secondo turno di SKIGAST e lo X Color Tour, con i ragazzi di Continuando a Crescere. Bambini, famiglie, colori, inclusione fatta di risate e non di convegni. In pista ci saranno anche gli sci Rossignol da provare, ma la vera prova sarà quella del cuore: capire che un giorno passato insieme vale più della perfezione del gesto.
La parte più futuristica arriva con un nome che sembra un romanzo: Beyond Human Potential.
Non è fantascienza. È il tentativo – concreto, scientifico, quasi ostinato – di far sciare in piedi un atleta con lesione midollare completa. Michel Roccati, per la precisione. Neuroscienza, tecnologia, biomeccanica: una squadra che prova a fare ciò che ieri sembrava impossibile. E l’Alpe Cimbra non guarda: ospita, sostiene, ci crede.
La skiarea Folgaria–Lavarone sarà il laboratorio vivo di questa sfida. E non è semplice retorica: se Roccati tornerà a sciare in posizione eretta, nessuno potrà più dire che certi limiti sono invalicabili.
Alla fine, ciò che tiene insieme tutto questo è una frase breve, quasi timida: “Alpe Cimbra 4ALL”.
Dentro ci stanno APT, CIP, FISDIR, associazioni, Comuni, ma soprattutto ci sta un’idea: la neve come territorio comune. Non importa come scii, con quali gambe, con quale equilibrio, con quale storia dietro.
Importa che tu possa esserci. Che qualcuno ti guardi come atleta, non come categoria. Che lo sport non sia un privilegio, ma un luogo.
E allora sì, a volte lo sci sa essere davvero migliore della realtà che lo circonda.
Su Alpe Cimbra, quest’anno, lo capisci in fretta: la neve non fa domande. Accoglie. E, in silenzio, insegna a farlo anche a noi.






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