Alta Badia non presenta mai una stagione: la racconta come un romanzo collettivo.
Alla serata di Milano, negli spazi di On House, è andata in scena l’essenza di una valle che vive di neve, di lavoro e di visione.
Quarant’anni di Gran Risa, la Coppa del Mondo come simbolo di appartenenza, ma anche un futuro che profuma di sostenibilità, gastronomia, cultura e passione autentica.
Alta Badia si scrive con la S maiuscola: S come Storia, come Sci, come Sogno. Perché qui tutto nasce dalle persone, e nulla è mai solo turismo.
Un popolo che abita e custodisce la montagna, unendo ospitalità, tecnologia e rispetto del territorio.
Tecnologia, sostenibilità e nuovi impianti
Il futuro dello sci, in Alta Badia, non si teme. Si costruisce.
L’inverno 2025-26 si apre con due nuovi impianti di risalita: la seggiovia Forcelles a Colfosco, gemella della Stella Alpina, e la cabinovia La Crusc II a Pedraces, ora completamente rinnovata con cabine da dieci posti e tecnologia Direct Drive, capace di ridurre i consumi energetici fino al 10%.
Una scelta tecnica e ambientale, ma anche sociale: «Sono impianti che collegano le persone, non solo le piste», è stato sottolineato.
Accanto alle infrastrutture, cresce l’impegno per la risorsa più preziosa: l’acqua.
Il nuovo bacino idrico nell’area Codes/Piz, Sorega/San Cassiano e i nuovi serbatoi sotterranei dell’area Edelweiss – Colfosco garantiranno 95.000 metri cubi di stoccaggio in più, pari a oltre 200.000 metri cubi di neve artificiale, per assicurare aperture puntuali e continuità di stagione anche nei periodi di clima incerto.
Il nuovo Dolomiti Superski Smart Pass
Il Dolomiti Superski Smart Pass è uno skipass digitale di valle che si carica direttamente sullo smartphone, eliminando la tradizionale tessera in plastica.
Grazie alla tecnologia Bluetooth Low Energy, il telefono comunica con i lettori dei tornelli senza bisogno di connessione internet.
Lo skipass si può acquistare online o in cassa, dove si riceve un QR code da scansionare per attivarlo nell’app My Dolomiti Superski.
Il sistema funziona anche per più membri della famiglia e ha consumi di batteria minimi, simili a quelli di uno smartwatch. In caso di batteria scarica, saranno disponibili power station in vari punti del comprensorio.
Quest’anno il progetto è in fase di test nei comprensori di Alta Badia, Val di Fassa, San Pellegrino e San Martino di Castrozza, e riguarda solo gli skipass locali, non ancora il Dolomiti Superski complessivo.
Sci, gusto e solidarietà: la stagione dei sapori
In Alta Badia lo sci è solo l’inizio di un viaggio. Lo slogan “Sciare con Gusto”, giunto alla 16ª edizione, unisce 10 rifugi a 10 chef stellati — tra cui Massimiliano Lai, i fratelli Cerea, Chiapponi e Simone Cantafio, chef del ristorante “La Stüa de Michil”, unico stellato della valle.
Quest’anno il piatto-simbolo sarà un ossobuco di cervo con verdure e midollo, firmato proprio da Cantafio: un incontro tra Milano e Dolomiti, fra ironia e tradizione.
Il “Gourmet Skisafari” del 14 dicembre riunirà cinque rifugi con gli chef in pista, in un evento che unisce sapore, convivialità e beneficenza: tre euro per ogni piatto andranno alla Fondazione La Miglior Vita Possibile di Padova, per sostenere l’hospice pediatrico.

L’enogastronomia si moltiplica in esperienze sensoriali: l’alba sulla neve di “SunRisa” (il giorno dopo la Coppa del Mondo), il “Sommelier on the Slopes” con degustazioni itineranti di vini altoatesini, e il romantico “Lost on Ice”, aperitivo sul lago ghiacciato di Sompunt, tra stand, luci e neve.
E per la sera, nasce la prima Alta Badia Cocktail Week (gennaio 2026): una settimana di creatività mixology, un modo per far vivere la valle anche dopo il tramonto.
Gran Risa, 40 anni di leggenda
L’evento clou resta però la Coppa del Mondo, che quest’anno compie quarant’anni.
Il 15 e 16 dicembre 2025 la Gran Risa celebrerà quattro decenni di storia sportiva e umana: da Stenmark a Tomba, da Blardone a Ligety, fino a Hirscher (otto vittorie) e Odermatt, che qui sogna il trono.
«La prima edizione fu nel 1985 — ha ricordato Andy Varallo —: Stenmark vinse la sua ottantesima gara e un badiotto, Roberto Erlacher, salì sul podio. È ancora oggi l’unico della valle ad esserci riuscito.»
Dietro a ogni gara ci sono 700 volontari e un’intera comunità che lavora insieme, dai rifugi ai trasporti, fino al parterre.
«È l’anima della Gran Risa — ha detto Varallo —. Un evento che unisce una valle e la proietta nel mondo.»
Per celebrare l’anniversario, nasce una mostra fotografica itinerante firmata da Freddy Planinschek, fotografo ufficiale della Coppa del Mondo e dell’Alta Badia.
Ventuno tappe nei paesi del comprensorio — da Corvara a San Cassiano, da Colfosco a Pedraces — per raccontare quarant’anni di passione, neve e cambiamento, sempre con la stessa mano e lo stesso sguardo.
Sport, cultura e identità
La stagione 2025-26 sarà anche un mosaico di esperienze tra sport e cultura.
Nel centro fondo La Rüa, 22 chilometri di piste accolgono il nuovo progetto “Pâstelung”, sci notturno alla luce delle fiaccole, e “Equilibrium”, con giornate di sci yoga e corsi di preparazione naturale.

Ma Alta Badia non è solo neve. È cultura ladina vissuta, condivisa, tramandata.
L’iniziativa “Become Ladin for a Day” permetterà ai turisti di trascorrere qualche ora con un artigiano, uno chef o un impiantista, per “diventare ladini” attraverso gesti e storie quotidiane.
A marzo, torna “Roda del Saüz”, la settimana dei piatti tradizionali nei rifugi di Santa Croce: ricette delle nonne, sapori autentici e convivialità di una volta.

Primavera, bici e grandi eventi
Marzo e aprile sono i mesi più sottovalutati, ma più veri della valle. Neve morbida, giornate lunghe, atmosfera rilassata. L’Alta Badia Vintage Party chiuderà la stagione con sci d’epoca, tute anni ’80 e sorrisi. Poi l’estate ripartirà con la Maratona dles Dolomites, la Dolomites Bike Day e il Sellaronda Bike Day, appuntamenti ormai iconici per la community ciclistica mondiale.

Una valle che non smette di sognare
Quarant’anni di Gran Risa non sono solo un traguardo sportivo.
Sono la storia di una comunità che ha saputo innovare senza perdere se stessa.
Alta Badia continua a crescere, ma resta fedele a ciò che la rende unica: l’ospitalità, la misura, la bellezza di un luogo dove ogni curva è un sorriso e ogni evento una promessa mantenuta.
Come dicono da quelle parti: Alta Badia non è un comprensorio. È un modo di vivere la montagna.






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