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Auguri all’immensa Annemarie Moser Pröll

Annemarie Moser Pröll oggi compie 67 anni, dunque immensi auguri all’atleta che ha vinto sei Coppe del Mondo. Potremmo fare un lungo elenco di numeri per dipingere il suo Palmares. Preferiamo, invece, raccontavi una storia che capitò nel mezzo della sua carriera, perché dipinge perfettamente il suo ritratto. Del tutto insolito, quasi inimmaginabile.

Siamo nell’ottobre del 1974. Annemarie ha già vinto 32 gare di Coppa del Mondo e tre Sfere di Cristallo. Ha appena conquistato l’oro in discesa ai Mondiali di St. Moritz ’74.

In Austria scoppia però un caso. Cosa succede con Annemarie Proell Moser? Ecco una domanda che gli aficionados dello sci austriaco si pongono da qualche mese. La super mattatrice dello sci femminile mondiale una volta aveva detto che, Dopo le Olimpiadi di Sapporo, si sarebbe ritirata.

In Giappone Annemarie subì un incredibile sgambetto ad opera di Marie Therese Nadig sia in discesa libera che in gigante, vale a dire nelle due specialità in cui l’austriaca aveva letteralmente dominato durante tutta la stagione.

Le rimasero le briciole. Quindi decise di continuare l’attività fino ai mondiali di Saint Moritz per vendicarsi. Nel frattempo vince la sua terza Coppa del Mondo consecutiva. È tutto facile per lei.

Cortina d’Ampezzo, Italia, dicembre 1976. Da sinistra Elena Matous, Iran, seconda classificata, porta in trionfo la vincitrice, Marie Rose-Proell, (AUT), insieme con Brigitte Totschning-Habersatter (AUT).

È imbattibile dicono in coro. Se ne convince la stessa Annemarie. Può tranquillamente concedersi qualche libertà. Ad ogni arrivo di gara, se le sei vicino, ti senti chiedere immancabilmente una sigaretta.

È diventata un’accanita fumatrice e non disdegna un bel bicchiere. È l’epoca in cui è innamorata di un famoso calciatore austriaco di cui Annemarie non ha mai voluto rivelare il nome. L’infatuazione per il calciatore dura poco. “È un cretino” sentenzia an Annemarie al momento della rottura.

Della piccola, lentigginosa, timida Pröll che si era mostrata al mondo nel 1969 a Saint Gervais non c’è proprio rimasto niente. Fino a quel momento l’unico a credere ciecamente nella piccola Annemarie era il parroco di Kleinarl  che, per aiutarla, fu costretto a mendicare un paio di sci.

Le grandi case di sci austriache ignorano la richiesta. Non la ignorò invece Anton Rohrmoser,  titolare di una piccola industria: l’Atomic. Fu la sua fortuna. L’Atomic debutto in campo internazionale con la Pröll a Saint-Gervais.

La piccola, lentigginosa, timida Annemarie mostrò in gara una classe eccelsa e una grinta spietata. Partì dalle retrovie del sesto gruppo su una pista segnatissima. Fu seconda in discesa e ottava in slalom.

Da quel momento è caduta tanta neve sui monti. L’exploit di Annemarie a Saint-Gervais non è rimasto isolato.

È cresciuta, ha perso la sua timidezza, ha continuato a vincere. Con la Pröll è cresciuta l’Atomic.  Rohrmoser capì subito che Annemarie poteva essere la sua carta vincente. .

Portò la piccola montanara a casa sua, a Wagrain. L’accolse come una figlia e, siccome gli affari sono affari, le fece firmare un contratto capestro, a vita. Sembrava un matrimonio felice. Con le vittorie di Annemarie l’Atomic si è affiancata alle grandi case di sci austriache.

A contrastare questo boom non è servito nemmeno l’ostruzionismo che Rohrmoser è stato costretto a subire da parte dei grandi marchi.

A proteggere l’Atomic c’erano sempre le vittorie dell’imbattibile Annemarie.  Altri campioni furono attirati da quella marca. Zwilling e Tritscher  sono stati i primi uomini a sposare a loro volta Atomic. Ma il gioiello di Rohromser rimaneva lei, Annamarie. Al punto che secondo i giornali austriaci se ne innamorò follemente.

Di che tipo fosse l’amore di Rohromser non si è capito. Fatto sta che alla fine è diventato gelosissimo. Si dice che la rottura di Annemarie con il famoso calciatore di cui si è parlato sia stata proprio una manovra del suo innamorato.

Nella fabbrica di Wagrain, Rohromser ha assunto nel frattempo un giovane tecnico.  Si chiama Moser. Un ragazzo discreto, schivo, che non gradisce la passerella della notorietà.

Ama Annemarie ma fa fatica a confessare il suo amore. Prende coraggio dopo la terza vittoria di coppa. Annemarie accetta con slancio la corte di Moser. Forse era innamorata ancora prima di rompere con il misterioso calciatore. Il fidanzamento però non garba a Rohrmoser che minaccia di licenziare il suo tecnico. Annemarie si ribella.  È la prima volta che si oppone alla volontà del padrone. Minaccia di lasciare l’Atomic.  Intanto sposa Moser.

Abetone (Ita) 1974. Il podio dello slalom speciale, da sinistra Fabienne Serrat (Francia) seconda classificata, Rosi Mittermaier (Germania) prima classificata, Annemarie Moser Proell (Austria) terza classificata.

I rapporti non migliorano più. I neo sposi decidono che così non può andare avanti. Devono divorziare dall’Atomic.  In nome di Annemarie, Moser firma un contratto con la Kästle che cerca un rilancio in grande stile nel campo dell’agonismo. Annemarie secondo il contratto, avrebbe dovuto gareggiare ai Mondiali di Saint Moritz con sci della Kästle.

È la crisi. La federazione austriaca scopre l’inghippo e pone un veto a tutti i suoi atleti. Nessuno può cambiare marca di sci fino alle Olimpiadi di Innsbruck 1976. Annemarie allora fa la voce grossa.  Urla: “piuttosto mi ritiro”.

Finalmente si trova il compromesso. La federazione promette ai coniugi Moser la libertà d’azione al termine della stagione 1973-74. Annemarie potrà cambiare dopo. D’accordo con la Kästle la super mattatrice decide quindi di prolungare la sua attività fino alle Olimpiadi di Innsbruck.

Ma appena conclusa la stagione tornano a galla i problemi. Rohrmoser minaccia di consegnare al comitato olimpico internazionale la copia del contratto in suo possesso se Frau Moser passerà alla Kästle. La Kästle fa la stessa cosa ma è evidentemente in stato di inferiorità: il contratto con l’Atomic infatti porta la firma di Annemarie Pröll, quello con la Kästle porta la firma del coniuge Moser.

Annemarie assieme al marito Moser durante un’intervista realizzata da Lucio Zampino nel ’74

La situazione è tesa. Interviene ancora la federazione: niente cambiamenti fino a 1976. ”E io mi ritiro” – grida ancora Annemarie.

In Austria lo sci è uno sport nazionale; nel cuore degli aficionados ha il posto che da noi occupa al calcio. I dirigenti, gli amici, i club dei tifosi fanno pressioni perché Annemarie sotterri l’ascia di guerra e continui a gareggiare per l’Austria.

Tanto più che le Olimpiadi del 1976 si disputeranno a Innsbruck. Annemarie non può sfuggire all’assedio della sua popolarità. Deve arrendersi. I dirigenti della Kästle restituiscono signorilmente il contratto a Herr Moser. È finita? Così pare. Ma non sono in tanti a crederci.

Con la resa per amor di patria Annemarie si è accattivata ancora simpatie. Rohrmoser invece è guardato male. Cosa accadrà se Annemarie gareggerà di malavoglia? Chi le è vicino sostiene che dal momento che Annemarie aveva saputo di poter correre con la Kästle era tornata ad essere un modello di serietà atletica: poche sigarette, poco di tutto. Dopo la resa per forza non sembra aver più tanta buona volontà e a gioco lungo una simile condotta potrebbe anche costarle cara.

Già qualcosa forse si è incrinato. L’anno scorso, pur vincendo quasi sempre in libera, Annemarie Pröll Moser è stata vista agli arrivi con il fiatone. A sorreggerla è stato il suo eccezionale fisico. Ha perso però molto in slalom e qualche cosa in gigante. Potrebbe continuare a perdere e diventare vulnerabile anche in discesa. E allora, chi sarà la colpa?

Annemarie non si presentò alle Olimpiadi di Innsbruck. Non fece proprio nulla in quella stagione. Dopo tanti anni spiegò che la sua scelta fu dettata da cause di forza maggiore. Voleva stare a fianco del padre che si era ammalato.

Tra altri annunci di ritiro e ripensamenti. E dopo tante altri pacchetti di sigarette consumati ai parterre delle gare, Annemarie vincerà altre tre coppe del Mondo e altre 31 gare di Coppa, raggiungendo quota 62.

L’ultima il 16 gennaio 1980, una combinata ad Arosa, 11 anni dopo il suo primo podio, la discesa di St. Gervais che affrontò col pettorale numero 83. Conquisterà anche l’oro alle Olimpiadi 1980 di Lake Placid in discesa, un oro ai Mondiali di Garmisch ’78 in Combinata e un bronzo in gigante.
Non ha mai abbandonato l’Atomic!

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).