Il mondo del biathlon è sotto shock per la morte improvvisa di Sivert Guttorm Bakken, atleta norvegese di 27 anni, avvenuta oggi, 23 dicembre 2025, a Passo Lavazè, dove si trovava con la squadra nazionale per alcuni giorni di recupero in vista dei prossimi appuntamenti di Coppa del Mondo.
Secondo le prime ricostruzioni, Bakken sarebbe stato colto da un malore nella sua stanza d’albergo. I compagni di squadra, non riuscendo a contattarlo nelle prime ore del mattino, hanno dato l’allarme. Inutili i soccorsi. Le cause del decesso sono al momento oggetto di accertamenti.
La carriera, la pericardite e uno stop che oggi pesa come un presagio
Classe 1998, originario di Lillehammer, Bakken era da anni inserito stabilmente nel giro della nazionale norvegese. Nelle ultime settimane stava attraversando un momento di forma eccellente: quarto posto nell’individuale di Östersund, quinto nella sprint di Le Grand-Bornand, oltre a due ulteriori piazzamenti in top ten che lo avevano riportato al centro del circuito internazionale.
Due anni e mezzo fa l’atleta era stato costretto a un lungo stop a causa di una pericardite, un episodio superato senza apparenti strascichi e dopo il quale era tornato alle competizioni senza limitazioni. Una pausa che oggi, alla luce dei fatti, assume un significato dolorosamente sinistro.
In una nota ufficiale, la International Biathlon Union ha espresso il proprio cordoglio:
«Siamo senza parole. I nostri pensieri vanno alla famiglia, agli amici e alla squadra nazionale norvegese, che sentirà profondamente la sua mancanza».
Il dolore di Tommaso Giacomel: “Vola in alto come un angelo”
Tra i messaggi più toccanti, quello di Tommaso Giacomel, legato a Bakken da un’amicizia profonda nata nel circuito di Coppa del Mondo.
“Avremmo dovuto andare a sciare insieme proprio oggi, ma non ti sei presentato. Avremmo dovuto trascorrere insieme il Capodanno, e invece non ci sarai”, ha scritto l’azzurro sui social.
“Ho sempre detto che le cose più importanti di questo viaggio non sono le gare vinte, ma le persone incontrate lungo il cammino. Tu sei diventato uno dei miei migliori amici. Con il tuo sorriso, la tua umanità e la tua mentalità avrai sempre un posto speciale nel mio cuore. Da oggi ti porterò con me in gara, in allenamento e nella vita. Continueremo a inseguire il nostro sogno, insieme. Vola in alto come un angelo, perché lo sei davvero”.
Un messaggio che riassume il vuoto lasciato da Bakken, non solo come atleta, ma come uomo, in un biathlon che oggi si ferma, colpito nel profondo, a pochi mesi dai Giochi di Milano-Cortina.






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