Giulio Bosca lascia il posto a Nadia Fanchini. Le voci cambiano, la neve resta. Quella di Giulio Bosca ci aveva abituati a un modo diverso di raccontare lo sci: tecnico ma umano, leggero ma preciso. Non è facile entrare nel cuore di un gesto che dura un secondo e spiegarlo senza spegnerlo.
Lui ci era riuscito. Era arrivato nel 2021, ai Mondiali di Cortina, chiamato all’ultimo momento — una sostituzione d’urgenza, quasi un imprevisto.
Eppure da quell’imprevisto è nata una voce. Negli anni successivi ha trovato ritmo, misura, complicità. Accanto a Enrico Cattaneo aveva costruito una coppia affiatata: uno raccontava la gara, l’altro la interpretava. Un equilibrio raro, fatto di rispetto e conoscenza. Ora, da questa stagione, quel microfono passa a Nadia Fanchini. Non sappiamo i motivi di questo cambio — e forse nemmeno Giulio — ma in Rai gli avvicendamenti capitano spesso. Ci piace pensare che questa scelta segua il filo di una rinnovata curiosità, un bisogno di novità più che una bocciatura.
Perché lo stile, quello vero, non si sostituisce: resta nell’aria, come una scia leggera dopo il passaggio di uno sci.
Nadia porta con sé la sua esperienza di atleta, la capacità di leggere le piste con lo sguardo di chi le ha vissute da dentro. Un’altra sensibilità, un’altra voce, ma la stessa passione per la neve. Le auguriamo buon viaggio: un’altra discesa, solo diversa.
E a Giulio resta ciò che conta: l’eco di una bella avventura. Ha dimostrato che anche dietro un microfono si può restare atleti — precisi, attenti, generosi. E chissà, forse questo era solo il primo tratto della sua nuova pista. Perché certe passioni, quando trovano voce, non finiscono: cambiano solo direzione.
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