Dopo le tragedie di Franzoso e Lorenzi, l’associazione dei consumatori chiede interventi urgenti e regole vincolanti. Sul banco degli imputati: la Federazione Internazionale, la FISI e i gestori degli impianti.
Il tema della sicurezza nello sci agonistico e amatoriale torna con forza al centro del dibattito nazionale e internazionale. A farlo emergere è il Codacons, che ha presentato una formale diffida alla Federazione Internazionale Sci (FIS), chiedendo un’immediata stretta sulle misure di prevenzione.
La scintilla che ha acceso la protesta sono i recenti e drammatici incidenti che hanno sconvolto la comunità della neve: le morti di Matteo Franzoso, 25 anni, e di Matilde Lorenzi, 16 anni, due giovani talenti strappati prematuramente alla vita e allo sport da cadute avvenute in allenamento.
“Gli ultimi eventi mettono in luce gravissime falle nelle misure di sicurezza attualmente vigenti, che non possono più essere ignorate – scrive il Codacons –. La prosecuzione delle competizioni senza adeguate garanzie rappresenta un rischio inaccettabile per la vita e la salute degli atleti”.
Chi è il Codacons
Il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) è una delle principali associazioni italiane a tutela dei cittadini. Da oltre quarant’anni promuove azioni legali, campagne e iniziative per difendere i diritti dei consumatori, con particolare attenzione alla sicurezza, alla trasparenza e alla responsabilità delle istituzioni.
Il nodo delle responsabilità
Secondo l’associazione, le federazioni e gli enti preposti hanno il dovere di alzare il livello di tutela: non solo a beneficio degli atleti professionisti, ma anche dei milioni di sciatori che ogni inverno affollano le piste italiane.
La diffida chiama in causa non soltanto la FIS, ma anche la Federazione Italiana Sport Invernali (FISI), i gestori degli impianti e lo stesso Ministero dello Sport, sollecitati a verificare e a migliorare le condizioni di sicurezza negli impianti sciistici.
Un impegno che passa da barriere e reti più efficaci, tracciati di allenamento e gara meglio protetti, sistemi di soccorso immediati e, soprattutto, una cultura della prevenzione che non lasci spazio all’improvvisazione.
Un movimento sotto shock
La comunità dello sci vive ore di dolore e riflessione. Le tragedie di Franzoso e Lorenzi hanno riaperto una ferita profonda, richiamando l’intero sistema – federazioni, organizzatori, allenatori e sponsor – alle proprie responsabilità etiche e operative.
Non basta più affidarsi alla retorica del “rischio inevitabile” in uno sport di velocità. Per il Codacons, oggi la priorità è un cambio di paradigma: la sicurezza deve diventare la condizione irrinunciabile per ogni gara e allenamento.
Una sfida per il futuro
Il monito è chiaro: senza risposte concrete, la prosecuzione delle competizioni potrebbe essere messa in discussione. Una posizione forte, che apre un fronte delicato e che potrebbe avere ripercussioni già nelle prossime settimane di calendario agonistico.
L’appello del Codacons, al di là delle forme legali, si trasforma in una sfida culturale e politica: garantire che lo sci, sport di bellezza e di libertà, possa continuare ad emozionare senza trasformarsi in tragedia.
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