Ski World Cup 2015-2016. Start. Altenmarkt Zauchesee (AUT), 10-01-2016 foto (Marco Trovati- Pentaphoto)
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Mental coach: come individuare gli obiettivi agonistici

La prof.ssa Lucia Bocchi, mental coach e psicologa dello sport, ci regala alcuni preziosi consigli su come riuscire a individuare gli obiettivi agonistici. Rimettersi sugli sci dopo la preparazione estiva e tornare a scuola dopo le vacanze, è il primo passo verso un nuovo percorso. O meglio, una nuova avventura, un nuovo lavoro.

Farlo bene è fondamentale per dare direzione e ritmo ai nuovi obiettivi.
Anche agli atleti sciatori serve trovare una strategia efficace per ricominciare al meglio la nuova stagione agonistica.

Tuttavia, a volte, l’errore si insinua proprio sin dall’inizio del loro percorso: alcuni atleti spinti dall’entusiasmo schiacciano troppo l’acceleratore finendo prima o poi fuori strada.

Altri atleti, al contrario, per paura procedono lenti e insicuri sfruttando poco le loro potenzialità.

Altri ancora accecati dalle proprie teorie e convinzioni procedono spediti ignorando i feedback di ogni loro azione finendo per inciampare su qualcosa che non hanno considerato.

C’è chi addirittura per paura di sbagliare resta paralizzato ai blocchi di partenza.

Tutte false partenze, che spesso costringono l’atleta a fermarsi, resettare e ripartire da capo a riprogettare la stagione. Di conseguenza si perde tempo e si sprecano numerose occasioni di successo.

Ormai esiste una vasta letteratura relativa alle strategie di pianificazione che perlopiù provengono dal mondo aziendale, trasferite, in chiave sportiva, anche nel mondo agonistico.

Tra le più famose, la «Teoria dei giochi» di Von Neumann. Il noto matematico insegna a costruire una strategia d’azione non sulla base di una teoria da rispettare nella pianificazione delle azioni. Bisogna al contrario, basarci sulla pianificazione della teoria costruita sull’obiettivo da raggiungere.

In altri termini, è come una partita a scacchi in cui esiste una teoria, ma le mosse più efficaci vengono adattate alle contromosse dell’avversario, senza irrigidirsi rispetto alla teoria stessa.

Ad esempio, anche per i nostri atleti è fondamentale modificare materiale tecnico in base alla risposta delle varie gare effettate durante la stagione.

Ovviamente occupandosi poi ogni volta dei feedback che questi possono fornire.

Tenendo poi presente l’obiettivo finale, cioè l’efficacia dei materiali sulla sciata dell’atleta.

Così anche nell’aspetto mentale, per uno sciatore lavorare attraverso il Mental Training durante il periodo estivo, non significa essere pronti in assoluto.

Il vero lavoro è modificare in modo efficace le proprie strategie mentali in base al sistema, agli avversari, a tutti quei fattori esterni e interni in continuo cambiamento partendo sempre dall’obiettivo finale.

La migliore prestazione, quindi l’accesso al flow. Un altro errore è quello di focalizzarsi sull’efficienza anziché sull’efficacia.

L’efficienza, cioè il differenziale tra lo sforzo impiegato e il risultato ottenuto si può valutare solamente a efficacia ottenuta, cioè quando concretamente si raggiunge l’obiettivo.

A volte l’efficienza viene considerata il raggiungimento dell’obiettivo di per sé, senza verificare se è veramente efficace ai fini del traguardo da raggiungere.

Ad esempio, un allenamento tecnico potrebbe essere molto efficiente nello sviluppare una specifica capacità dell’atleta, ma potrebbe non essere efficace ai fini di un buon rendimento in gara.

Un’altra strategia famosa e di facile utilizzo è denominata la «Tecnica dello scalatore» di Paul Watzlawick, ripresa da Nardone 2008, si riferisce alla metodica utilizzata dalle guide alpine per costruire il percorso più funzionale al fine di raggiungere la vetta.

Si tratta di prendere avvio, non dal punto di partenza, ma dal punto di arrivo del percorso

Con uno sforzo di immaginazione strategica fare a ritroso il percorso fino allo start, analizzando tutti i micro-obiettivi da raggiungere. Fino a quando? Fino a individuare il più piccolo cambiamento concreto da effettuare per raggiungere l’obiettivo.

Sembra una strategia banale ma se ben articolata richiede un forte impegno ed è ad alta efficacia.

Per chi vuole approfondire: Nardone G. 2008 Problem solving strategico

About the author

Lucia Bocchi

È nata a Gazzaniga (BG) il 19 giugno 1969. Ex atleta nel Comitato Alpi Centrali, maestra di sci dal ‘90, allenatore federale dal 2000, si è laureata in psicologia alla Cattolica di Milano con una tesi su «Sport e scuola. Integrazione sport agonistico e formazione scolastica: una sfida». Attualmente è Preparatore mentale di 1°grado per il tennis . Dopo l’ attestato di frequenza al Master di psicologia dello sport di Psicosport tenuto dalla professoressa Muzio, oggi ne è docente!