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Come si può utilizzare l’intelligenza artificiale sugli impianti di risalita

La rivoluzione digitale è arrivata anche sulle funivie. L’intelligenza artificiale, fino a pochi anni fa confinata al mondo dell’automotive o dell’automazione industriale, sta trovando applicazioni sempre più concrete nel settore funiviario. Lo conferma quanto emerso al seminario OITAF tenutosi il 7 maggio scorso a Innsbruck, durante la fiera internazionale Interalpin, punto d’incontro mondiale per l’industria della montagna.

L’incontro, organizzato dal Comitato di studio III “Equipaggiamenti elettrotecnici degli impianti a fune” e moderato dal presidente Erich Megert (Sisag AG, Svizzera), ha riunito oltre 200 esperti provenienti da 20 Paesi. Un’occasione unica per confrontarsi su come l’intelligenza artificiale stia cambiando radicalmente la gestione, la sicurezza e la manutenzione degli impianti di risalita.

Dalle auto autonome alle funivie intelligenti

Ad aprire i lavori è stato Günter Tschinkel, responsabile del reparto impianti elettrici di Leitner SpA, che ha ripercorso l’evoluzione storica dell’IA, illustrandone potenzialità e rischi. Se nel mondo del trasporto stradale la complessità dei sistemi è ancora più elevata, la trasposizione sugli impianti a fune apre scenari di enorme interesse: dalle cabine che “vedono” e reagiscono in autonomia, fino alla manutenzione predittiva e alla gestione energetica in tempo reale.

Sicurezza automatizzata: il caso Zermatt

Il primo esempio concreto arriva dalla Svizzera. Fabian Imboden, direttore di esercizio della Zermatt Bergbahnen AG, ha presentato l’esperienza di una delle prime società funiviarie ad aver introdotto la sorveglianza con intelligenza artificiale nella zona di sbarco delle seggiovie.
Grazie a un sistema di telecamere e algoritmi di visione computerizzata, il comportamento degli sciatori viene analizzato in tempo reale: se il sistema rileva un’anomalia, può rallentare o arrestare l’impianto, prevenendo incidenti. Dopo alcuni anni di sperimentazione, i risultati sono stati più che positivi: la sicurezza è aumentata, l’affidabilità pure, e le postazioni non presidiate si sono dimostrate perfettamente gestibili.

L’IA che “impara” dagli operatori

Un altro passo avanti arriva dalla collaborazione tra Mantis Ropeway Technologies, start-up svizzera, e Doppelmayr Seilbahnen GmbH. I due gruppi stanno sviluppando un sistema di sorveglianza che, dal 2018, raccoglie dati e immagini per analizzare il comportamento degli utenti nelle fasi di imbarco e sbarco.
Oggi la tecnologia è già operativa su otto impianti, e altrettanti entreranno in funzione nel 2025. Le telecamere osservano da diverse angolazioni e, attraverso algoritmi di visione artificiale, determinano se rallentare o arrestare l’impianto in base alla situazione. Il principio è semplice ma rivoluzionario: trasferire all’IA l’esperienza accumulata dagli operatori umani, rendendo il sistema capace di riconoscere comportamenti potenzialmente pericolosi e intervenire in autonomia.

Dalla manutenzione predittiva alla gestione dei flussi

Le applicazioni non si limitano alla sicurezza. Come ha illustrato Marco Zgraggen (Sisag AG), l’IA può diventare un supporto operativo di enorme valore anche per la pianificazione e la gestione quotidiana.
Attraverso l’analisi dei dati, i sistemi possono prevedere i flussi di turisti su impianti e piste, ottimizzare l’uso dell’energia e stimare il fabbisogno di manutenzione. In prospettiva, l’intelligenza artificiale consentirà di regolare automaticamente la velocità delle linee in base alla domanda o alle condizioni meteo, riducendo i consumi e migliorando l’efficienza complessiva.

Più sicurezza anche per l’imbarco

Gli ingegneri Fabrice Aubuoy (Bluecime, Francia) e Mathieu Babaz (Poma, Francia) hanno invece illustrato i risultati delle prime applicazioni di IA in impianti ancora presidiati dal personale. In questo caso la tecnologia non sostituisce l’operatore, ma lo assiste nel controllo della corretta chiusura delle barre di sicurezza o del corretto posizionamento del passeggero.
Il sistema, già installato anche su impianti più datati, aumenta la precisione dei controlli e riduce drasticamente il margine d’errore umano, offrendo un contributo importante in termini di prevenzione degli incidenti.

Verso una nuova cultura digitale della montagna

La sfida, come hanno ricordato molti relatori, non è soltanto tecnica ma anche culturale. Perché l’intelligenza artificiale funzioni davvero, serve una grande quantità di dati e un cambio di mentalità nella gestione degli impianti. È necessario investire in formazione, integrare nuovi profili professionali e costruire una governance condivisa tra produttori, gestori e autorità di controllo.

Come ha concluso Erich Megert, “l’intelligenza artificiale non sostituirà le persone, ma potrà rendere gli impianti più sicuri, efficienti e sostenibili. Sta a noi decidere come usarla, e fino a che punto affidarci ad essa”.

Il seminario di Innsbruck ha mostrato che la montagna è pronta a entrare in una nuova era: quella delle funivie intelligenti, dove l’uomo resta al centro, ma con un alleato digitale in più per garantire sicurezza, innovazione e sostenibilità.

L’Intelligenza Artificiale negli impianti a fune: dove e come viene usata

1. Sorveglianza automatica delle stazioni
Telecamere e algoritmi di visione artificiale monitorano in tempo reale le fasi di imbarco e sbarco, rilevando comportamenti anomali e attivando rallentamenti o arresti d’emergenza.

2. Supporto al personale di servizio
Nei sistemi presidiati, l’IA affianca gli operatori nel controllo della chiusura delle barre di sicurezza e del corretto posizionamento dei passeggeri, riducendo gli errori umani.

3. Manutenzione predittiva
L’analisi dei dati di funzionamento consente di prevedere usura e guasti, programmando interventi mirati che riducono i tempi di fermo e i costi di gestione.

4. Gestione dei flussi e dell’energia
Gli algoritmi predicono affluenza e picchi di utilizzo, permettendo di regolare automaticamente velocità, numero di veicoli in linea e consumi energetici.

5. Trasferimento del know-how umano
Le esperienze e le decisioni degli operatori vengono registrate e “insegnate” ai sistemi, creando una memoria digitale collettiva capace di migliorare costantemente le prestazioni e la sicurezza.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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