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Dorothea Wierer: “Ora la fine della Coppa, sul futuro, a bocce ferme, ci penserò”

Dorothea Wierer: “Ora la fine della Coppa, sul futuro, a bocce ferme, ci penserò”
La numero uno del biathlon italiano Dorothea Wierer, medaglia di bronzo nell’individuale, fa un personale bilancio al termine dell’ultima gara in programma a Pechino.

È stata un’Olimpiade molto faticosa, molto impegnativa dalla neve lenta alle temperature e al vento. Abbiamo visto tante ragazze che hanno fatto fatica, non era semplice da gestire e siamo state anche fortunate a trovare delle gare con meno vento di quanto ci aspettassimo.

Sono contenta della medaglia, però diciamo che è stata molto molto dura qua a Pechino. È andata bene, peccato per oggi che ho fatto troppi errori al poligono anche se in pista mi sentivo bene, ma due errori ad ogni poligono sono semplicemente troppi, però può capitare.

È’ stato un continuo rincorrere, non era impossibile, ma come detto si sentiva la stanchezza. Sono soddisfatta con la medaglia, non era facile perché c’erano molte aspettative però ho fatto delle buone gare a parte oggi.

È stato il coronamento di una bellissima carriera, tutti mi chiedevano di questa medaglia individuale

e ci ho veramente messo tuta me stessa ed è andata alla grande, più di così non potevo fare.

Il momento più difficile è stata la staffetta mista perché ho patito tantissimo vento e freddo, non ero pronta mentalmente a queste condizioni in più la pista era difficilissima con moltissimo ghiaccio, quello è stato un inizio traumatico.

Il livello è stato altissimo, con tante atlete che possono giocarsi il podio e la differenza più grossa era sui materiali che ovviamente ti davano una spinta in più. Noi eravamo nella media ma le gare si fanno molto sul poligono dove alcuni giorni abbiamo lavorato benissimo, mentre altri siamo andati meno bene ma fa parte dello sport di alto livello.

Il sogno di ogni atleta è quello di fare l’Olimpiade a casa, ma bisogna essere realisti non so se ci arriverò. Abbiamo ancora tre settimane di coppa del mondo in cui posso giocarmi la coppa di specialità nella mass start e vorrei ancora confermarmi nelle posizioni di vertice della classifica generale, poi a fine stagione a bocce ferme ci penserò

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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