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E.S.F.: il Gotha dello sci parla di sicurezza

Al termine di una stagione davvero troppo ricca di incidenti, con oltre una quarantina di atleti di coppa del mondo costretti a stop più o meno lunghi e infortuni a raffica anche nei circuiti minori, venerdì 16 aprile raduno stellare a Losanna, per parlare di sicurezza.
Promosso dalla Federazione Europea dello sci, rappresentata dal suo presidente Peter Schroeksnadel e dal suo vice Jean-Philippe Rochat, che ha fatto gli onoro di casa, il workshop per la prevenzione dagli infortuni ha richiamato nomi importanti del mondo dello sci, rappresentato in tutte le sue categorie. Per gli atleti (in attività o ex) c’erano Cuche, Defago, Girardelli, i fratelli Hanni e Andy Wenzel, Weirather, Pequegnod, Plaschy, Reiter e Mathias Lanzinger, l’austriaco che perse la gamba sinistra dopo un terribile volo a Kvitfjell, due anni fa. I tecnici erano rappresentati dai direttori agonistici di Italia (Claudio Ravetto), Austria, Svizzera, Francia e Russia. Molti anche i medici, fra loro Andrea Panzeri della Fisi e il professor Pierre Chambat che opera il 99% degli atleti francesi vittime di infortuni. C’erano anche molti uomini delle aziende e, per la stampa, un’unica rappresentante, la “nostra”, Maria Rosa Quario, invitata anche come ex atleta, nonché mamma di un’aspirante campionessa, Federica Brignone.

Ecco in sintesi le più interessanti idee e proposte inoltrate alla Fis:

  1. Evitare al massimo le gare sulla neve cosiddetta aggressiva, quella che “morde” le lamine degli sci e causa spesso spigolate. Le piste di coppa del mondo, ma non solo, dovrebbero essere sempre preparate con acqua, possibilmente con la barra, e presentare un fondo uniforme da cima a fondo. Le statistiche dicono infatti che sulla neve ghiacciata ci si fa molto meno male. Anche la zona del riscaldamento dovrà essere preparata in modo analogo alla pista di gara.

  2. Per ridurre la velocità si chiede una modifica ai regolamenti in vigore, che tengono conto del dislivello della pista per stabilire il numero di porte da piazzare. I direttori agonistici sono unanimi nel ritenere superata questa regola e propongono di tenere conto anche della lunghezza della pista, inoltre di stabilire una distanza minima e massima fra le porte, che in gigante potrebbe essere fra i 25 e i 28 metri.

  3. Nei regolamenti della Fis non c’è nulla che riguardi i salti. Pecca da colmare, a parere di tutti e in particolare di Didier Cuche, molto propositivo in merito. Basta dunque agli atterraggi in piano e ai voli troppo alti, ogni salto dovrà essere studiato a tavolino da esperti e con i mezzi moderni della tecnologia (il gps), come avviene nel salto dal trampolino e nel freestyle, dove gli infortuni sono rarissimi.

  4. I teli delle porte dovranno staccarsi in caso di impatto. Sono già allo studio diverse soluzioni (alcune già testate durante la scorsa stagione), si attendono risposte importanti che accontentino tutti, ma in primis tengano conto della sicurezza degli atleti.

  5. Calendari più snelli. La supercombinata è davvero necessaria? si è chiesto qualcuno. E Mauro Pini, nuovo direttore agonistico delle donne svizzere, pensa addirittura che nel calendario femminile dovrebbero essere abolite le discese. Al di là delle opinioni personali, la proposta che verrà inoltrata alla Fis è di evitare, al rientro da trasferte oltreoceano, di programmare gare veloci, per dare agli atleti più giorni per recuperare. Si chiede inoltre di aumentare il numero di prove e ricognizioni per le gare di discesa: i giovani sono troppo svantaggiati nella conoscenza di piste nuove.

  6. Le località che non garantiscono elicottero e sistema di soccorsi rispondenti agli standard della Fis NON dovranno avere gare di velocità, che si tratti di coppa del mondo o di circuiti minori.

  7. Gli apripista delle gare di velocità dovrebbero essere dei professionisti, magari ex atleti freschi di ritiro.

  8. Allo scopo di ridurre la velocità si propone una modifica dei regolamenti relativi alle tute da gara, cercando però di non svantaggiare gli atleti più leggeri, che risentirebbero in modo negativo di un’eventuale modifica della porosità delle tute. Aumento e obbligatorietà delle protezioni sotto la tuta, studio di un airbag nel casco che protegga collo e spalle, materiali anti taglio per l’abbigliamento intimo, che andrebbe sviluppato assieme alle tute.
  9. Per ciò che riguarda l’attrezzatura si chiede di tornare indietro di qualche anno, alzando lo spessore del sistema sci, piastra, attacco, scarpone. Riduzione del peso del sistema. Riduzione della larghezza degli sci, inserendo una regola sulla larghezza massima (al momento c’è solo sulla larghezza minima).
  10. Per evitare pericolose esasperazioni, alzare di un anno l’età per l’ingresso nel mondo delle gare Fis, dai 15 ai 16 anni.

 

La speranza è che la Fis non faccia orecchie da mercante e che per una volta prevalgano interessi generali e non personali. A stupire nelle lunghe riunioni di Losanna è stato proprio l’intento comune di ridurre gli infortuni, un grido forte e chiaro che non può, non deve passare sotto silenzio. 

 

 

 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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