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Elezioni Fisi, anche Angelo Dalpez scende in campo candidandosi per la presidenza

Elezioni Fisi, anche Angelo Dalpez scende in campo candidandosi per la presidenza.
L’ex vice presidente vicario Angelo Dalpez scioglie le riserve e presenta la propria candidatura per la Presidenza Fisi. Ex, perché il 23 luglio scorso, in occasione di un consiglio federale straordinario, Angelo rassegnò le sue dimissioni da numero due, con questa motivazione: “È da qualche mese che volevo fare questo passo, ma ho atteso fino a sabato sperando che alcune situazioni potessero cambiare. Invece sono peggiorate. Ci sono troppe situazioni anomale che non gradisco perché non appartengono al mio modo di agire e di pensare“. Questo prendere le distanze era anche un evidente segnale per preparare la sua candidatura anche se ci ha pensato parecchio tempo prima di concretizzare tale decisione.

Caro Angelo, insomma, hai deciso…
In effetti ci ho ho pensato parecchio. E non mi riferisco soltanto all’ultimo periodo. Già due anni fa meditavo di dare le dimissioni. Mi ero candidato al Consiglio per poter dare il massimo supporto ma, una volta eletto, si era creata una situazione tale per cui il mio contributo non poteva essere espresso. Sono rimasto perché avrei destabilizzato i lavori e l’immagine della Fisi e questo non è mai bello. Ma mi chiedevo cosa ci facessi lì se non potevo essere determinante nello sviluppo di alcuni progetto e decisioni.

Ti riferisci a qualche fatto in particolare?
Non è il caso di approfondire gli episodi. Ma ti dico che ho sempre pensato a una Federazione più aperta e collaborativa a livello territoriale, quindi aperta agli sci club e ai Comitati regionali, unico modo, a mio avviso per poter far crescere il movimento.. Mi ero candidato per questo., invece ho trovato una federazione che ha agito a senso unico.

Il Trentino ti appoggia?
La mia candidatura non è figlia di una squadra, o volontà di gruppi e gruppetti. Tantomeno di Comitati che tendenzialmente sono vicini a Flavio Roda.  Certo è che in quest’ultimo periodo – e non è una frase fatta – sono stato sollecitato a scendere in campo da diversi sci club, specie del mio territorio. Questo, oltre a farmi piacere, mi ha fatto capire che c’è molta voglia di cambiare. L’ho notato immediatamente dopo aver inviato, poche ore fa, una mia lettera personale alle società trentine. Mi sono arrivati riscontri positivi immediati, e penso di sapere perché. Loro mi conoscono, soprattutto i club più grossi e sanno benissimo che la mia voglia di coinvolgerli di più non è legata alla campagna elettorale.

Ecco, bravo, spiegami: la ben nota frase “essere più vicini al territorio”, alla fin fine in cosa si concretizza?
Significa coinvolgere le società in un progetto agonistico che precede l’ingresso in squadra C o ancor prima negli osservati dei giovani. Gli stessi tecnici federali potrebbero contribuire maggiormente a dare una mano a club e comitati. Col rientro di tanti atleti in caserma, poi, i Gruppi Sportivi militari sarebbero in grado di apportare un grandissimo contributo. Invece oggi c’è un muro che divide la base dalla primissima maglia azzurra.

Dici che  Gruppi sportivi militari sarebbero disponibili a una collaborazione più importante?
Sono assolutamente convinto di questo. Il loro spirito, che poi è una mission, è dare una mano ai giovani a entrare in squadra. Se questo lavoro potesse iniziare un po’ prima, in una sorta di pre nazionale, ne sarebbero orgogliosi. Li avevo già coinvolti – con grande successo – anni fa quando inventai “Trentino Azzurro”, progetto sostenuto finanziariamente dalla Provincia di Trento. Hanno le giuste competenze oltre che una predisposizione naturale a dare una mano.

Perché uno sci club dovrebbe votare Angelo Dalpez e non Roda, Falez o Maldifassi?
Perché forse vengo dalla gavetta. Non ho problemi a dire che le mie competenze tecniche probabilmente sono inferiori a quelle degli altri, ma a pensarci bene, paradossalmente è forse proprio questa particolarità che mi avvantaggia. In tanti anni di attività sulla neve sono stato amministratore, dirigente federale (Presidente Comitato per 14 anni), presidente del parco, settore trentino (per 10 anni), tutti incarichi che mi hanno catapultato a stretto contatto con la società, dove sei bene o male costretto a guardare ben oltre il tuo orticello. Inoltre non ho interessi personali, non ho figli da collocare in nessun posto (ilarità), sono in pensione…

E non sei più Sindaco…
L’esperienza di Pejo è finita nel 2020 al termine di tre mandati. Diciamo che in quell’ambito ho già dato! E tutto sommato è andata anche piuttosto bene: ho portato su una funivia, parcheggi, centrali. Rispetto al passato oggi Pejo è un gioiellino.

Tutti questi incarichi di responsabilità li hai assunti perché hai una spiccata predisposizione al comando o all’organizzazione?
Ma quale comando… Io ero lì davanti alla mia macchina da scrivere per assolvere ai miei compiti di  cronista, lavoro che mi ha dato la possibilità di conoscere il territorio in maniera capillare. Poi sono arrivati, uno via l’altro i primi inviti a occuparmi di questo e di quello. No, gli incarichi che ho assunto nella mia vita non sono mai stati mossi dall’ambizione personale. Non avevo risultati da raggiungere, ma semplicemente il desiderio di contribuire a dare forza e vigore allo sport, al turismo e all’agonismo. Progetti diversi tra loro mi hanno insegnato a coordinare team di persone molto preparate e ad assumermi responsabilità a volte non così leggere. In maniera inconsapevole penso poi di essere attratto dalle avventure e di avere un certo intuito nel mettere le persone giuste al posto giusto, vedi Matteo Guadagnini e a fidarmi dei giovani.

Fidarsi dei giovani in che senso?
Credere in quello che fanno, dare retta alle loro aspirazioni, proiettare ogni iniziativa al futuro. Quando presiedevo il Comitato tutti sgranarono gli occhi con molta diffidenza quando proposi di creare la squadra di sci alpinismo e di skicross (primo Comitato a istituirla).

Dici di non avere una squadra, ma in caso vincessi, potresti trovarti dinnanzi a un consiglio con poca affinità!
Cosa vuoi che ti dica, farei come De Gasperi quando disse: “Costruisco con i mattoni che ho”. È stato così anche quando iniziai a dirigere il Comitato Trentino.

Da giornalista, secondo te la Fisi comunica bene?
A livello di contenuti no, perché è troppo chiusa ed è capitato in più di una occasione di non voler trattare alcuni episodi scomodi. Invece questo è un errore. Certo, aprirsi troppo ai giornalisti significa esporsi a possibili critiche ma sono proprio quelle che ti aiutano a crescere. La fisi non deve essere sigillata, dev’essere aperta! E se posso aggiungere sarebbe anche il caso di dare spazio e visibilità a molti personaggi che lavorano in via Piranesi. C’è un personale molto qualificato all’interno della federazione, invece in vetrina finiscono sempre i soliti. Non sto parlando di celebrarli, ma le persone vanno anche incentivate. Darebbero ancora di più. Così come si dovrebbero valorizzare maggiormente gli stessi Consiglieri che non esistono soltanto per sedersi attorno al tavolo una volta al mese per approvare e firmare le delibere.

Se invece la candidatura non dov’essere avere l’esito sperato?
Non ho alcuna fregola di diventare presidente e non mi candido contro nessuno. Mi metto a disposizione e se gli sci club mi vorranno voteranno evidentemente per me. Una mia sconfitta renderà probabilmente felici quegli editori che continuano a chiedermi di scrivere articoli.

E magari anche Agnese…
Ma guarda, mia moglie mi ha sempre assecondato in tutto. Quanto è paziente eh? Ma poi, adesso che ha lasciato il ristorante può dedicare ancora più tempo al volontariato di rappresentazioni storiche. L’unica cosa è che ogni tanto mi chiede di scriverle dei comunicati stampa. Da presidente non credo potrò avere il tempo di farlo!


Con Angelo Dalpez siamo arrivati a quattro candidature per la poltronissima che (per il momento) si giocheranno anche Flavio Roda, Alessandro Falez e Stefano Maldifassi. Nei corridoi della neve che sussurra si fanno anche altri nomi come quello del Consigliere Stefano Longo (Presidente di Fondazione Cortina) e del direttore della Coscuma Giacomo Bisconti che riceverebbero l’appoggio di Flavio Roda nel caso l’attuale Presidente dovesse essere fermato dall’ormai certo ricorso pronto a partire per mano dei suoi “avversari”.

Questo è il nodo cruciale di un periodo pre elettorale tutt’altro che tranquillo. Da parte sua Roda ha recentemente dichiarato che andrà avanti senza problemi, poiché tre mandati completi non li ha fatti, dal momento che il primo -2012-2014 – ha avuto la durata di due anni. Per il momento il Coni non si è ancora pubblicamente espresso sulla questione, potendosi muovere dinnanzi solo ad atti ufficiali.

Il 5 settembre scade il termine per presentare le candidature (si prevede una lunga lista anche di pretendenti per un posto in Consiglio), poi bisognerà attendere altri 10 giorni per le verifiche federali. È dunque probabile che a partire dal 15 settembre, Giovanni Malagò intervenga se non altro per fare chiarezza. Potrebbe anche cercare di mettere i candidati attorno a un tavolo per trovare una linea d’intesa e offrire agli elettori, gli sci club, un quadro decisamente più chiaro. Si vedrà. Elezioni Fisi, anche Angelo Dalpez

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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