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Elezioni Fisi, Enzo Sima: “Mi candido per… la condivisione!”

Elezioni Fisi, Enzo Sima: “Mi candido per… la condivisione!”.
Enzo Sima, classe 58 tarvisiano purosangue, si è candidato per quello che potrebbe essere il suo terzo mandato da consigliere laico alla Fisi nazionale. In realtà, prima di far parte di quel tavolo negli ultimi 8 anni, era stato eletto anche nel 2010 con la presidenza di Morzenti che poi il tribunale federale annullò dopo due anni di carica, indicendo nel 2012 le nuove elezioni dove ebbe inizio l’era Flavio Roda.

Sima, tesserato con l’U.S. Camporosso (quello del paese dove è nato), ha iniziato come allenatore dello sci club Monte Lussari, passando poi per il Comitato FVG e per il Comitato Trentino gestendo il primo progetto di collaborazione tra scuola e Fisi; per poi lavorare nelle squadre Azzurre giovanili nel team di Severino Bottero, fino a quando …: “nell’89 Helmuth Schmalzl, che gestiva Piancavallo, fu chiamato a lavorare in Fis e mi fu chiesto di sostituirlo”.

Lì Sima rimane fino al 2021, gestendo in parallelo dal 2016, come responsabile per la Promoturismo (società di gestione turistica della Regione FVG), prima il Prodotto Montagna regionale, e poi dal novembre del 2021 il nuovo settore turistico regionale del Bike. In entrambi questi incarichi ha organizzato con successo numerosi eventi agonistici anche internazionali di diverse discipline.

Enzo, si può dire che tu sia un “vecchio lupo di mare”?
Diciamo che con la neve stona un po’, ma di sicuro appartengo al tessuto della montagna praticamente da sempre. Sul vecchio in effetti i capelli sono bianchicci da tempo, ma tutto sommato tiro ancora delle belle curve!

Intendevo nel mondo della politica sportiva
Quello so fare, quello mi piace

Eppure, non lo hai nascosto, l’ultimo mandato non te lo sei goduto come avresti voluto
Ci sono stati dei momenti di contrapposizione

Spara!
Non la farei troppo lunga per cui, lasciami sintetizzare il senso di questa mia nuova candidatura. Prima cosa ho deciso di ripresentarmi sostenendo Alessandro Falez. La prospettiva che mi ha dato, raccontandomi le sue intenzioni e programmi, è di una Fisi condivisa. Dove le deleghe esistono!

Non è dunque una candidatura contro Roda?
Grazie per questa domanda, perché è bene chiarire una volta per tutti che non esiste alcuna candidatura “contro”. Siamo in un ambito sportivo dove non dovrebbe esistere l’odio ma solo una sana competizione. Mi chiedo: si può essere in disaccordo senza essere per forza nemici? Io credo di si, perché a me piace far parte di una Federazione moderna dove si possono assumere responsabilità trasversali e verticali. Questo purtroppo, nell’ultimo periodo, non c’è stato.

Su cosa hai discusso?
Sulla vicenda Kappa-Armani fin da subito ho pensato che qualcosa non quadrasse. L’accordo con Kappa funzionava bene, perché cambiare? Quando sono riuscito a prendere visione della nuova proposta, non ho rilevato tutte queste differenze sul piano finanziario. Ho fatto pertanto notare come la Fisi rischiasse di esporsi a rischi non indifferenti, per come erano stati portati avanti alcuni passaggi della trattativa. E visto che ora tutto è finito nelle aule dei tribunali, non mi sembra di avere avuto torto. Intendiamoci: nessun dolo o interesse personale. Kappa è un marchio storico nel mondo dello sport e comprendo che un passaggio ad Armani, già fornitore Coni, potesse suscitare una certa suggestione. Io ho sempre e solo eccepito sul metodo e non sull’opportunità.

La tua delega da consigliere qual era?
Ma quale delega! Ai consiglieri sono stati distribuite le presidenze dei settori giovanili delle varie discipline. Nei mandati precedenti esisteva il ruolo di consigliere referente di “disciplina o area”, il che permetteva di affrontare i problemi a 360 gradi.

Ma allora di cosa discutete nei consigli federali?
Si discute ben poco. Si segue l’ordine del giorno, costituito da vari argomenti che prevedono la semplice accettazione o meno delle delibere. Certamente tutto corretto e necessario. Ma la discussione? Mai una volta! Dei giovani ad esempio si parla solo nelle commissioni, ma credo che un Consiglio debba disegnare e condividere come primissimo step, le linee strategiche.

Perché allora, rimanere in un Consiglio così ingessato?
Perché io mi sento cucito sulla pelle il marchio federale, come senso di appartenenza e rispetto per il ruolo che mi viene assegnato e che presuppone non solo responsabilità ma anche passione. Ovvio: a volte pensi di mandare tutto alla malora, ma poi prevale la missione. Forse avrei dovuto insistere di più nel richiedere un maggior coinvolgimento. Un vero peccato perché questo Consiglio a livello culturale e sportivo era davvero di alto livello.

Poi, non dimentichiamo che ci sono state due stagioni davvero anomale a causa del Covid-19, per cui l’attenzione si è per forza spostata su altre tematiche più urgenti. Tuttavia, a fine legislatura, certe decisioni per me hanno poco senso. Io non condivido tutto l’operato di Roda, che ha fatto anche cose buone; sicuramente non accetto il suo modo di interagire con il Consiglio, che è stato pressoché nullo.

Quindi ti sei avvicinato a Falez perché sai che con lui sarebbe diverso?
Non solo per questo. Abbiamo parlato a lungo e un punto mi ha colpito particolarmente perché è una delle mie battaglie di sempre. Tra le macro aree della Fisi che ha in mente… che abbiamo in mente… c’è posto anche per la Montagna nel suo complesso. Tolto che la missione principale è quella di mantenere alto il valore agonistico delle squadre Azzurre, un’istituzione come la Fisi non può essere estranea dai temi che stanno dominando la cronaca. Ad esempio: per la prima volta nella storia in estate i ghiacciai sono rimasti chiusi.

Certo, non ci sono soluzioni immediate, la federazione non può modificare il cambiamento del clima, o intervenire sul caro energia; non deve nemmeno girarsi dall’altra parte in attesa che qualcun altro trovi una soluzione. Attorno al tavolo dove si prendono le decisioni la Fisi non è considerata perché non si propone nemmeno. Eppure, se si ferma l’economia in montagna si spegne anche l’attività, e quindi anche il motore federale. Ricordo che la Fisi è riconosciuta da molte leggi dello Stato come “strumento” operativo, dalla sicurezza piste al turismo. Di azioni mirate io, al momento, non ne vedo proprio.

Ok, ma la Fisi è pur sempre un organo sportivo…
Lo so, e qualcuno pensa che questo discorso farebbe solo perdere tempo. Non mi sembra tuttavia inopportuno considerare il contesto e fare caso – ad esempio – ai costi che il nostro sport sostiene e dovrà sostenere nel prossimo futuro. Probabilmente non deve essere il Consiglio a discutere di questo, ma la Fisi potrebbe istituire una commissione apposita, con esperti del settore ambiente in grado di dialogare concretamente con tutti gli attori del comparto della montagna.

Con Falez avete anche una proposta per limitare l’abbandono dei giovani dallo sci?
Il termine abbandono credo sia improprio. Secondo me è sempre più difficile avvicinarli e stimolare le vocazioni! L’allontanamento non è un rischio ma un dato oggettivo che colpisce soprattutto la fascia di età 16-18 anni. Costi, scuola e clima rendono tutto molto complicato da gestire. Per questo, insisto, sono necessari confronti continui in Federazione e non solo.

Si soffre anche nel tuo campo? Quello dello snowboard, skicross e freestyle…
Lo snowboard è cresciuto molto grazie a un buon progetto avviato nel settore giovanile che ha dato più attenzione ai calendari, condivisione dei programmi, etc. Questo tuttavia non basta perché se è vero che nell’immediato siamo bravi a trovare soluzioni efficaci, e qualche obiettivo lo puoi anche raggiungere grazie al talento di un atleta, non hai le stesse prospettiva che ti può dare invece un piano basato su un lavoro a medio e lungo periodo. A cominciare dalla strutturazione della base. Qui l’abbandono si sente meno, ma solo perché i numeri non sono quelli dello sci alpino; anche se ad esempio, nello skicross, pur sempre disciplina olimpica, non tutti gli allenatori e i comitati condividono il suo valore e attrattiva.

Come pensi che andrà a finire il 15 ottobre?
Sarà un’assemblea completamente diversa dalla altre. La logica delle “cordate” ci sarà ancora perché questo vizio non si riesce a eliminare, però in questo giro entrano in ballo le quote rosa e tutto diventa meno lineare. Inoltre, i rinnovi dei Comitati sono arrivati troppo a ridosso del voto e qualcosa è cambiato per cui ritengo ci possa essere più incertezza del passato, tanto è vero che sento di numerose candidature, diciamo indipendenti. Spero vincano i programmi e la loro reale credibilità. Elezioni Fisi Enzo Sima Elezioni Fisi Enzo Sima

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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